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Contraffazione d'Olio Extravergine d'oliva. Proviamo a cambiare il punto di vista?

Ci siamo, è giunto come ogni anno il periodo di raccolta delle olive e puntuale scoppia la polemica sulla contraffazione dell' olio extravergine di oliva, sulla sua "deodorazione", sulle miscelazioni, sulle compravendite, sulle truffe e i concorsi di colpa italo-greco-espanico-algerini. Gli esperti del settore hanno perfettamente chiari tutti i meccanismi che portano ad abbassare i prezzi dell'olio che troviamo nei nostri supermercati, e tantissime sono le inchieste, gli articoli e gli approfondimenti proposti sull'argomento, quindi non sarò certo io a volervi spiegare qual'è il problema.

La riflessione che volevo fare invece, sposta un pochino l'attenzione dal produttore al consumatore. Sembra il più banale degli slogan, ma è soltanto un tentativo di guardare la situazione da un punto di vista differente. Il problema della contraffazione dell'olio extravergine d'oliva deve essere considerata anche alla luce delle seguenti riflessioni:


Il consumatore va al supermercato e deve comprare olio d'oliva. Questo si può considerare come un bene di prima necessità, non stiamo parlando di qualcosa di cui si può fare a meno, per questo dico "deve comprare".
Contraffazione olio extravergine d'oliva.
Foto scattata in Sabina, durante
la raccolta dello scorso anno.
Come per tutti i prodotti da acquistare c'è un'ampia scelta. C'è olio extravergine che costa tantissimo, c'è quello che costa pochissimo, c'è la bottiglia che ha un prezzo medio. Il consumatore deve fare una scelta. Dando per assodato che le etichette del prodotto di cui stiamo parlando sono spesso, per usare un eufemismo, poco chiare, a volte ingannevoli, altre volte fuorvianti ed in linea di massima seguono una logica persuasiva più che informativa, il consumatore da cosa si fa convincere?


Dal prezzo? 

Ormai da anni siamo circondati da una crisi economica e sociale che coinvolge praticamente quasi tutto il mondo. Questa crisi è periodicamente accentuata dai vari media per scopi più o meno politici o propagandistici, ma fatto sta che il potere d'acquisto è basso ed il consumatore ha bisogno dell'olio. Potrebbe scegliere consapevolmente quello che costa meno per rendere il suo carrello "meno caro". O no? In questo caso il consumatore sa benissimo che non sta comprando un prodotto di qualità, sa che potrebbe comprare di meglio spendendo di più (ammettendo che questo sia vero), sa anche che non può permettersi di spendere di più. Nella lista della spesa aveva scritto "olio" e nel carrello ci mette l'olio. Per quanto riguarda il prezzo ecco un interessante approfondimento.

Dal fattore visivo?

Anche se gli anni 80 sono finiti da un pezzo il fattore visivo del prodotto continua a mantenere la sua fondamentale importanza. Dall'etichette allo spot in tv, dall'offerta speciale sul volantino alla posizione fra gli scaffali. Il consumatore in un supermercato è il target ed il fattore comunicazionale e visivo dei prodotti, compreso l'olio d'oliva, è importante, direi fondamentale. Cosciente o meno del "bombardamento" a cui è sottoposto, il consumatore è influenzato da questi fattori e la sua scelta potrebbe dipendere anche da questi .

Dalla qualità?

In questo caso c'è da considerare e da sottolineare una differenza fondamentale fra due accezioni del termine qualità. 
  • Possiamo parlare di qualità percepita, e questa potrebbe avere a che fare con entrambi i punti descritti sopra. L'olio è buono perchè te lo dice la televisione vi ricorda qualcosa? Si suppone che il consumatore ritenga un olio migliore di un altro perchè il prodotto non gli risulta sconosciuto o perchè ha un prezzo alto (nuovamente, sempre ammettendo che questo sia vero). 
  • Accanto alla qualità percepita possiamo prendere in considerazione la qualità oggettiva del prodotto. Il consumatore può scegliere in base a questo tipo di qualità? Ammettendo che chi compra l'olio sia un consumatore consapevole, ha abbastanza informazioni per scegliere un prodotto in base alla sua qualità oggettiva? Le etichette del prodotto possono racchiudere queste informazioni? Se la risposta è no vuol dire che il consumatore non può percorrere la strada della qualità oggettiva per prendere una decisione che riguarda il suo acquisto. In questo caso bisogna ritornare a leggere i punti precedenti, la scelta dipende da quello.
Conclusione: il consumatore non può decidere sull'acquisto dell'olio in base a delle precise e oggettive informazioni qualitative del prodotto, prende in considerazione diversi fattori, compra per diversi motivi, valuta in base alle sue conoscenze o reminiscenze, ma non ha la possibilità di scegliere di comprare in base alla conoscenza della reale qualità del prodotto. E' qui che si dovrebbe intervenire. Bisogna comunicare al cliente la qualità oggettiva del prodotto (se ne parla qui) che si vuole vendere attraverso una definizione oggettiva delle caratteristiche del prodotto stesso e delle sue fasi di produzione. Bisogna dare una possibilità di scelta in più al consumatore, quella della qualità oggettiva. Finchè questo non avverrà, ogni anno in questo periodo saremo sempre qui a girare e rigirare le solite solfe guardando morire le nostre produzioni d'eccellenza schiacciate dalla contraffazione dell' olio extravergine d'oliva e da truffe e intrallazzi vari!

Che ne pensate?



  • Tracciabilità agroalimentare certificata. La soluzione esiste e si chiama Sigillo Informatico.
  • Bollino rosso: olio extravergine italiano,contraffazione e confusione . Perchè Il Regno Unito declassa il nostro olio.
  • "Il Salvagente" sulla contraffazione di olio d'oliva. Un paio di domande all'autrice.
  • Olio extravergine, vergine e contraffazione. Ecco cos'è il tappo antirabbocco. Risolverà il problema?




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