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“A mozzichi me lo magno…”, quando l’amore diventa violento

“A Mozzichi me lo magno…”, quando l’amore diventa violento
Fermata Spettacolo

Vi è mai capitato che, per la voglia di dimostrare il vostro affetto, vi assale un desiderio irrefrenabile di mordere qualcuno? Detto così sembra avere un significato cannibalesco, ma in realtà è quasi un bisogno istintivo di esprimere a morsi la forza del Sentimento Che si prova in quel preciso istante. Quando si sente il bisogno di mordere qualcuno significa, quindi, che il sentimento che proviamo è così forte che non si è quasi capaci di controllarsi.

Ecco, è proprio questo il sentimento che dà il titolo all’atto unico “A mozzichi, me lo magno…” ed è la frase che pronuncia Donatella, la protagonista, per esprimere tutto il suo amore per Maurizio, l’uomo della sua vita….o della sua morte.

Lo spettacolo è andato in scena al teatro Duse ed è tratto da “Storie di donne”, un format che risale al 2013, ideato da Betta Cianchini (autrice, attrice e speaker radiofonica), che raccontava tragiche e drammatiche storie di violenza contro le donne.

Anche quella di Donatella (Laura Milani) è una storia di violenza domestica, una storia di dolore, sopraffazione e morte, come lo sono tante altre che riempiono, sempre più spesso, le pagine di cronaca e scuotono le nostre coscienze per la loro inumana crudeltà.

Eppure all’ inizio tutto sembrava diverso…..certo il suo Maurizio non è un gran lavoratore, passa le sue giornate al bar con gli amici, ma lei lo ama infinitamente e lo giustifica, perché è convinta che “l’uomo vero non porta l’anello né l’ombrello”, e lo perdona anche quando lui cambia e comincia ad essere violento, perché le hanno insegnato che il nonno “usava” il bastone e il padre la cinta e che certe cose sono “normali”, così normali che si finisce per abituarsi e rassegnarsi…..fino a quando la sua vita diventa una vita di stenti e di dolore, gli abusi diventano insopportabili e lei si sente come in gabbia, imprigionata dalla sua stessa paura e dall’ impotenza; proverà a ribellarsi (con tutta la sua rabbia in corpo), ma inutilmente, fino al tragico epilogo.

Valentina Proietto Scipioni

Lo spettacolo è bello, graffiante e coinvolgente, sostenuto dall’ottima scelta dei brani della straordinaria musical coach Donatella Pandimiglio; Laura Milani con la sua regia e la sua recitazione riesce a dare un taglio ironico e grottesco, pur nella sua crudezza, alla vicenda; il suo è un monologo serrato e tagliente, quasi un one woman show, se non fosse per il fatto che sulla scena è “affiancata” dalla calda voce di Valentina Proietto Scipioni e dalla sapiente chitarra  di Gabriele Vendittelli.

Maurizio non compare mai, ma si avverte la sua presenza minacciosa, e ancor più la sua violenza bestiale, nelle parole gridate e soffocate di Donatella; sono le stesse parole non dette, ma anche quelle non ascoltate, di tutte le altre donne sacrificate sull’altare di un amore sbagliato ed insano, che vogliono raccontarsi, vogliono ricordare, denunciare, colpire la nostra attenzione, soprattutto di chi non è mai stata vittima di violenza, perché questa è presente anche nelle piccole cose, nei piccoli gesti quotidiani e non dobbiamo abituarci o, peggio, rassegnarci ad essa. E questo spettacolo davvero non ci lascia indifferenti.

“A mozzichi me lo magno…”, quando l’amore diventa violento
Fermata Spettacolo



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