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Parcheggi a pagamento: non inserire più i dati della targa | Ora scattano anche i controlli fiscali

parcheggio auto chiavi multa – Depositphotos.com – motorzoom.it

Quando ci si trova in strada, alla guida dei nostri veicoli e, soprattutto, di fronte alla necessità di trovare un parcheggio, allora sì che scattano le ansie, lo stress, e a volte la rabbia.

Trovare un posto libero in cui parcheggiare sta diventando di giorno in giorno sempre più complesso, se non impossibile, specie se abbiamo l’ardire di trovarne uno gratis.

Come ben si sa, infatti, nelle nostre città vi è una percentuale di parcheggi contrassegnati da strisce bianche, ovvero sia gratuiti, e altri con strisce blu, a pagamento.

Il vero dramma, però, a ben vedere, non è tanto il fatto che, prestissimo, le strisce bianche spesso risultano tutte occupate, ma che perfino quelle blu si esauriscono presto.

Per cui, spesso, anche pagando, non si trova uno spazio in cui sostare. Quando al pagamento, poi, occhio: al di là delle tariffe che non sono così esigue, tra l’altro.

Dati della targa sui ticket parcheggio: cosa rischi

Ci sono degli aspetti che faremmo bene a valutare, prima di prendere una decisione: come quelli relativi all’inserimento dei dati della targa. E’ corretto farlo? E’ lecito?  E’ recente la notizia, che ha fatto parecchio clamore, del rischio di controlli fiscali a seguito dell’inserimento dei dati della targa all’interno del ticket dei parcheggi. Vale a dire? Lo spieghiamo subito.

Nella città di Como sarebbero scattati dei controlli fiscali anti evasione attraverso il sistema dei parchimetri: il sindaco, Alessandro Rapinese ne ha anche parlato in tv, alla trasmissione Tagadà su La7, chiarendo il funzionamento dello sconto per i residenti in città sui ticket  a pagamento. Ma poi è venuto a galla che, proprio tramite il parcometro, partirebbero dei controlli di natura fiscale.

parcheggi-blu-Depositphotos.com-motorzoom.it

Controlli fiscali tramite la targa nei parcheggi

Una volta inserita la targa nel parchimetro, partirebbe cioè  un controllo fiscale in tempo reale: in pratica, una volta inseriti i dati all’interno del macchinario che produce poi il ticket da esibire, scatterebbero delle analisi sulla storia fiscale della persona associata alla targa, in quanto titolare del veicolo appunto.

Il sindaco Rapinese ha sostenuto che inserendo la targa  “metti anche il codice fiscale”: e tramite un incroci di dati con l’ausilio dell’Ufficio Tributi non scattano sconti per residenti,  ma si paga prezzo pieno e, poi, apparirà l’avviso relativo ad imminente ‘contatto’ con l’ufficio tributi.  Al contrario, il cittadino residente che è in regola con i suoi pagamenti otterrebbe nell’immediato uno sconto.

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