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Per la luce non saprei dire…

Io appartengo a quella schiera di persone infastidite dalla Luce e da certi rumori. Da quasi tutti i rumori. Per la luce non saprei dire con esattezza, ma per i rumori giurerei di aver sentito parlare di un disturbo con un proprio nome, scientificamente ben delineato: la misofonia.
Ora, non è che mi trovi male, devo essere sincero. Sempre meglio misofono che misogino, mi pare evidente. Inutile precisare come questo desiderio di quiete si completi abbastanza bene col momento storico: posso passeggiare in centro città senza sentire volare una mosca. Ehm.. no, aspettate! Quali passeggiate!? La passeggiata posso al massimo immaginarla mentre rimango seduto immobile sulla poltrona del salotto. Fissando il vuoto. In pigiama. Ecco, forse va proprio così.
Inutile dirvi che noi misofoni, miso-qualcuno o miso-qualcosa, rimaniamo intimamente squarciati quando una condizione di calma interiore è dipendente da un disordine generale esterno. Perché in fondo siamo sgradevoli quando portiamo le mani alle orecchie, spesso abbiamo anche un caratteraccio e teniamo la luminosità dello smartphone al minimo consentito, ma siamo sempre delle semplici curiose e amabili creature.
Soltanto preferiremmo non sperimentare il fendente di una lama dritto attraverso timpani o pupille, fino al centro dell’anima, per la maggior parte delle ore che compongono un giorno sidereo.
Chiediamo troppo?
Non credo.



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