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ANDARSENE COMUNQUE

 

Prima di pubblicare questo pezzo faccio due premesse.
La prima e' che da parte mia non ci sara' MAI nessuna critica nei confronti di chi lascia Cuba nel tentativo di cercare una vita migliore, magari nei confronti di chi invece la propria vita la peggiora mi limitero' a chiedermi ; “ Chi glielo l'ha fatto fare?”
La seconda e' che omettero, per ragioni di opportunita', alcuni particolari nel racconto.

Durante uno dei miei recenti viaggi sull'isola ho conosciuto una
fanciulla, la cosa non sorprendera' nessuno, tutti suppongo abbiamo delle buone conoscenze da quel lato del bloqueo.
Mulatta, un figlio con un italiano che funge (o fungeva?) da sponsor, una bella casa, uno scooter da 2500 dollari e tutta una altra serie di benefit.
Fra l'altro una conoscenza casuale mentre ero in altre faccende affacendato, tipa non facilissima.

A Cuba, come in Italia, non cerco relazioni, fidanzate, morose o cose simili, siamo usciti un paio di volte poi ho viaggiato su differenti sentieri.
Tornato in Italia, ogni tanto qualche messaggio, nulla di che, quando sono qua' intrattengo contatti quasi unicamente con poche persone sull'isola.
Un mese fa vedo una sua foto su fb, mentre prende un aereo, il commento parlava di “sogno che si realizzava” ed altre cose simili, comprensibili nel momento storico che l'isola sta vivendo.

Ho pensato che l'italico sponsor l'avesse invitata, ero contento per lei, sinceramente.
Qualche giorno fa vedo un altro suo post con una espressione un po' imbronciata.
Le scrivo chiedendole dove stava e come la stava passando.
Non e' in Italia bensi'....in uno dei paesi europei dove un cubano puo' andare unicamente col passaporto, senza il visto.
Un gran bel posto di merda.

Mi dice che “esta pasando trabajo, la vida no es facil y que esta
trabajando luchandose la vida.”
Le chiedo cosa minchia e' andata a fare in quel paese di merda quando a Cuba aveva tutto, ma proprio tutto, figlio compreso.
Mi risponde che anche coi soldi in tasca oggi a Cuba la situazione e' complicata.

Pur essendo consapevole che questa ultima frase risponde a verita', mi chiedo per la millesima volta cosa cazzo abbiano per la testa certe abitanti di quell'isola.
Paglia o cos'altro?
C'e ancora qualche neurone funzionante? Qualche sinapsi attiva?
Posso capire, al limite, una disperata che fa una merda di vita, arriva l'occasione perlomeno di giocarsela da cogliere al volo, ma una che a casa sua ha tutto, ma davvero tutto, cosa va a fare in un posto di merda?

Ora c'e' questa tendenza di volersene andare ed ogni costo, non importa dove, non importa a fare cosa, l'importante e' andarsene.
Massimo rispetto per chi parte con una prospettiva, delle basi, magari un mestiere, una professionalita' da offrire, qualcuno che la aspetta, ma andare cosi'giusto per andare mi sembra davvero fuori dal mondo.
Per quanto dura la situazione possa essere a Cuba, per lei non lo era di certo, sei comunque nel tuo paese, con la tua famiglia, magari con qualche rimessa che entra, possibilmente con qualche negocio che garantisce la sopravvivenza.
Dove vai?

Capirei al limite uno dei paesi europei piu' industrializzati, dove
malgrado il momentaccio che stiamo vivendo qualche prospettiva comunque la si trova, ma andarsene come fanno molti attraversando paesi e paesi nella selva, trovando molto meno di quello che si e' lasciato faccio fatica a capirlo.
Nessuno salti fuori col discorso che e' facile parlare col culo al caldo perche' vi do una notizia; col culo al caldo oramai qua' non c'e' piu' quasi nessuno, siamo tutti nella pelea.

Magari non come loro o magari peggio di loro, questione di punti di vista.



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