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MEDICI CUBANI



 

La battaglia dei Medici fra Cuba ed il Brasile e' iniziata che ero ancora a Cuba, le polemiche sembra non vogliano fermarsi neanche ora che i dottori cubani stanno rientrando in patria accolti con tutti gli onori.
Il programma Mas Medicos era stato messo in piedi ai tempi di Djilma nel 2013, a causa della cronica mancanza di medici che affligge il gigante sudamericano.
In 5 anni circa 20 mila medici cubani hanno prestato 113 milioni di assistenze in 3600 municipi, 700 dei quali non avevamo mai visto un medico.
Parliamo delle favelas di Rio, San Paulo, Salvador de Bahia e 34 distretti indigeni in Amazzonia.
Persino il presidente Temer, uno che di gusaneria se ne intende, aveva confermato il programma nel 2016 addirittura con delle migliorie.
Poi arriva Bolsonaro, “ispirato” dal dipartimento di stato statunitense che pone ben 3 paletti.
Una valutazione dei medici riguardante le capacita' professionali, il salario interamente a loro e la possibilita' di portare nel paese le proprie famiglie.
Ovviamente Cuba ha mandato por la pinga il neo eletto e si e' ripresa i suoi medici, facendo sprofondare vaste parti del paese in piena emergenza sanitaria, tanto che Temer ha subito aperto un bando per la ricerca di oltre 8000 medici per sostituire i cubani.
Quella del Bolso era una chiara provocazione, nel tentativo di mettere in difficolta' Cuba, non si aspettava una reazione simile da parte de La Habana, piu' semplicemente non aveva idea di cos'e' Cuba
A La Habana non sono andate giu' le ultime due richieste, la prima era una barzelletta.
Sulle capacita professionali dei medici cubani per operare in quelle zone del mondo credo non ci siano dubbi.
Persino io, con Diploma Isef e laurea in scienze motorie potrei fare il medico in zone dove non ne hanno mai visto uno e non sanno cosa sia un antinfiammatorio.
L'accordo prevedeva che dei 3300 dollari mensili assegnati per il lavoro di ogni medico, il 75% venga trattenuto dallo stato cubano per contribuire a mantenere in piedi il sistema sanitario nazionale.
Cuba ha sempre fatto cosi', i paesi che potevano pagare pagavano per un servizio che nessun altro paese avrebbe offerto (dillo tu a un medico norvegese di andare ad operare in Amazzonia...) chi non poteva pagare (Haiti e altri paesi africani suppongo) poteva comunque accedere con altri sistemi di cooperazione.
Comunque il medico cubano, in 3 anni di missione, portava a casa un po' meno di 30 mila dollari, piu' tutto cio' che riesciva a portarsi dietro e rivendere poi a Cuba.
In piu' il governo cubano destina una casa al medico rientrante, a Tunas ne hanno costruite parecchie, non lontano da casa nostra, proprio per questo scopo.
Con qualche aggancio professionale nel paese ospitante, non e' escluso che poi il medico possa emigrare individualmente.
Non va dimenticato il Parole Program di Bush nel 2006, poi abolito da Obama, che garantiva asilo in Usa ai medici ed infermieri cubani che avessero disertato, lo fecero in 7117 in 10 anni.
Per comprendere l'atteggiamento dell'Avana occorre comprendere lo spirito di un sistema politico a carattere Socialista.
Ho alcuni amici medici, sono diventati tali dopo i 32/33 anni, 6 anni di facolta' e poi 5 di specializzazione prima di poter esercitare.
Gente di buona famiglia che, grazie alle ottime condizioni economiche, hanno potuto non portare a casa un pikilino fino a tarda eta'.
La famiglia si e' sobbarcata ogni spesa, ogni balzello, parliamo di centinaia di migliaia di euro, non tutti possono oggi permetterselo, anzi quasi nessuno.
In un sistema Socialista e' lo stato (quindi i cittadini) a sobbarcarsi ogni onere o quasi, mi sembra giusto che poi, il beneficiario di cotanta generosita' abbia l'obbligo morale di ricompensare il proprio paese.
Discorso gia' fatto per altre categorie professionali.
Quindi alla fine e' tutta una faccenda politica, da un lato un neo presidente ( regolarmente e democraticamente eletto, la democrazia non deve andare bene solo quando soddisfa i nostri colori) che fa la voce grossa senza sapere in quale guaio va a cacciarsi, dall'altra un paese che da queste situazioni ricava valuta pregiata.
Alla fine se nel tuo paese non hai certe cose, le devi acquistare altrove, questo vale per il petrolio, il gas ma anche per...i medici.
Costa decisamente meno importarli che mettere in piedi universita' di livello aperte ad ogni ceto sociale.
Alla fine qualche medico si fermera' in Brasile, salutando per 8 anni Cuba, ma la stragrande maggioranza e' gia' rientrata e sara' riposizionata in altri paesi.
Chi ci rimette e' la povera gente del Brasile...tanto per cambiare.



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