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Allevamenti avicoli e transizione ecologica: gli impegni e i numeri della filiera

Allevamenti Avicoli E Transizione Ecologica: Gli Impegni E I Numeri Della Filiera

Filiera: export di carni bianche in crescita, nonostante il quadro socio-economico difficile

La crisi internazionale, il rialzo prezzi delle materie prime e dell’energia e gli effetti della guerra hanno avuto un impatto piuttosto pesante anche sulla Filiera Avicola Italiana. Ottocento milioni bruciati, di cui 450 nella filiera avicola italiana sono le stime di Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% della produzione avicola nazionale, durante l’assemblea nazionale “L’avicoltura italiana alla luce del nuovo contesto socioeconomico”, recentemente presentata a Roma, alla presenza delle principali associazioni agricole e del mondo della cooperazione. A partire dal 2020 i prezzi sono arrivati ai massimi storici, con valori raddoppiati rispetto alle medie del 2015-2020. “Così non è sostenibile – afferma il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini – fino ad oggi il settore ha tenuto testa alla crisi grazie al suo alto livello di integrazione verticale, ma siamo molto preoccupati per il futuro. I cambiamenti dello scenario mondiale, a livello sanitario, politico ed economico ci stanno insegnando l’importanza della sovranità alimentare e dell’accesso al cibo. E che non possiamo più dare per scontata la nostra autosufficienza, oggi al 108,4%. Occorre perciò abbandonare le logiche del passato in un’ottica strategica di medio lungo periodo, che significa limitare la dipendenza dall’estero e garantire la nostra capacità produttiva, mettendo in campo tutti gli strumenti possibili, dal Pnrr alla Pac, alle nuove tecnologie. Ma anche procedere verso una graduale transizione green che miri ad una sostenibilità durevole ed efficace guardando anche agli aspetti economici e sociali”.

Il pollo resta il più amato dagli italiani

Dopo la forte crescita degli ultimi 5 anni (2017-2021), in cui le carni avicole hanno registrato un aumento degli acquisti del 9% in quantità e del 19% in valore, mostrando una dinamica di gran lunga più favorevole rispetto all’intero comparto delle carni, il comparto registra ora i primi segnali di riallineamento al 2019. In lieve flessione l’utilizzazione interna, pari a 1 milione 267mila tonnellate (-2%) e i consumi pro-capite (-0,5%), arrivati a 21,43 kg (Dati Ismea/Unaitalia). Anche nel primo trimestre 2022, in risposta all’incremento dei prezzi medi, la domanda al consumo mostra i primi segni di contrazione (-11% a volume sul I trim. 2021), riallenandosi ai volumi pre-pandemia del I trimestre 2019 (86mila tonnellate). Rimane però una spesa più alta del 4% rispetto ai primi tre mesi del 2021 (dati Ismea). La carne di pollo rimane di gran lunga la carne più consumata dagli italiani, anche nel 2021: il 72% lo mangia almeno una volta alla settimana, al pari di carne e pesce, seguita a lunga distanza da manzo (54%), maiale (50%), vitello (46%). In media il pollo è consumato quasi 2 volte a settimana (dati Doxa 2021).

Protocollo Unaitalia-Banco Alimentare, una partnership di responsabilità sociale

Con l’inflazione (+6,8% a maggio su base annua) solo il 2% degli italiani sembra disposta a svuotare il carrello della spesa, ma il 90% è spaventato dall’aumento dei prezzi di prima necessità tanto che il 70% punta a evitare gli sprechi di cibo (dati Ismea). In quest’ottica Unaitalia e Banco Alimentare si uniscono per dare un aiuto concreto alle famiglie. “Il nostro settore vuole continuare ad assicurare cibo sano ed accessibile a tutti – dichiara il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini – ed è impegnato nel declinare con atti concreti la responsabilità sociale di impresa. Per questo ci impegniamo oggi a sottoscrivere con Banco Alimentare un protocollo per favorire meccanismi di collaborazione per la donazione dei nostri prodotti a chi è in difficoltà, rafforzando e strutturando una collaborazione già in essere, ma che è nostra intenzione rendere ancora più incisiva”.

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