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Passaggi generazionali, il valore dell’azienda è la prima cosa a cui pensiamo. Certifichiamo però il bilancio!

Le mie due figlie sono sposate, una vive a Frosinone e fa la farmacista, l’altra insegna lettere a Milano.

Nessuna delle due è interessata alla mia azienda, né sarebbe in grado di gestirla. Ho così pensato di metterla in vendita. Un discorso che ascolto sempre più spesso, analogo nei contenuti, anche se magari invece di due figlie c’è un figlio che studia architettura, oppure di figli non ce n’è nessuno.

Siamo qua: Centro Italia, Umbria – Marche 2020. Protagonisti di un incredibile miracolo economico nei decenni precedenti, ora ci chiediamo come affrontare il passaggio generazionale, senza aver figli su cui contare.

Chiaro che il valore dell’azienda è la Prima Cosa a cui pensiamo. Anche se non è l’unica, considerando il ruolo sociale che giochiamo nel nostro territorio e le famiglie che vivono del lavoro dei nostri dipendenti. È comunque un fatto importante, anche perché, parliamoci chiaro: capita una sola volta nella vita e si vorrebbe realizzare il più possibile, pensando al proprio futuro e a quello dei propri cari.

Questo aspetto, sulla base della mia esperienza, potrebbe a volte generare delusioni. In parte perché, come è naturale, tendiamo ad intrecciare, anche inconsciamente, aspetti economici ed affettivi.  E in parte perché giungiamo spesso impreparati alla trattativa finale con chi potrebbe essere interessato ad acquisire la nostra azienda.

È dunque opportuno prepararsi per tempo. Come fare? Seguendo alcune piccole ma importanti regole.

Oggi ne citeremo una: Certificare il bilancio.

Abituati a considerare l’azienda come una cosa nostra, spesso non si pensa a questo passaggio che spesso, si ritiene, riguardi solo le aziende più grandi. La certificazione di bilancio non è altro che l’attestazione della veridicità del bilancio emesso dall’azienda. Quest’attestazione viene rilasciata da un organismo esterno – le società di revisione– e il processo tramite il quale si effettuano le verifiche viene definito revisione di bilancio.

Quando si devono prendere decisioni importanti, come acquisire un’azienda, gli investitori, siano essi di tipo industriale o finanziario, hanno necessità di fare affidamento su informazioni certe, frutto di ricerche approfondite condotte regolarmente e da enti terzi. Ecco, quindi, la sua utilità. Inoltre, avere un bilancio certificato dimostra l’attenzione dell’azionista proprietario, alle regole gestionali dell’azienda e alla conformità con i principi contabili universalmente riconosciuti. Significa, in altri termini, “avere le carte in regola”.

Molti imprenditori lungimiranti usano il bilancio certificato come un vero e proprio strumento di marketing, diffondendone la conoscenza a clienti e fornitori.

Questa, dunque, è una prima iniziativa da mettere in cantiere al più presto. Il costo della certificazione non è elevatissimo e fatta una prima volta, anche la procedura non richiederà tempo eccessivo, mentre aiuterà a formare il proprio personale amministrativo. Non dimentichiamocene.

Di Fabio Menghini

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