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Giancarlo De Cataldo più grande di Pynchon ed Ellroy: “L’agente del caos” – recensione di Iannozzi Giuseppe

Giancarlo De Cataldo più grande di Pynchon ed Ellroy

L’AGENTE DEL CAOS

di Iannozzi Giuseppe

L’agente del caos di Giancarlo De Cataldo (Einaudi Stile Libero big) è un romanzo particolare, diverso da tutti gli altri che l’autore ha scritto in precedenza. Siamo di fronte a un romanzo che fa il verso agli ultimi lavori di Thomas Pynchon (“Vizio di forma”, “La cresta dell’onda”), ma non è detto! Non è detto perché Giancarlo De Cataldo è autore molto eclettico, capace di sbalordire il lettore ma anche di deluderlo. L’agente del caos è una storia che non delude e che, purtroppo, alcuni lettori non sono riusciti a inquadrare nella sua piena originalità.

Giancarlo De Cataldo ha osato molto scrivendo L’agente del caos, una storia che rifugge un po’ tutte le etichette: siamo di fronte a un giallo o a un thriller? Non è affatto fondamentale inquadrare in un genere il nuovo lavoro di De Cataldo, è invece determinante mettere in chiaro che L’agente del caos accoglie alcuni sedimenti di quella filosofia bislacca in voga negli anni Sessanta-Settanta, ma anche teorie sul complottismo e sul vittimismo, leggende metropolitane sbarcate nel World Wide Web per essere spacciate per verità sacrosante da YouTuber senza scrupoli né cervello, analisi precise e fulminanti sulla società di ieri e su quella di oggi, oltre a una critica più che mai giusta nei confronti e dello stalinismo e del nazismo (europeo e non). Ovviamente non possono mancare né la FBI né la CIA, e non può mancare l’Italia con la sua mafia fin troppo collaudata.

Ne L’agente del caos incontriamo Jay Dark, personaggio che ha un dono, quello di apprendere in maniera veloce e perfetta le lingue (ne parla ben undici), il suo avvocato, un certo Flint che dice di essere il solo a conoscere per filo e per segno la vera storia di Jay Dark, e uno scrittore non proprio di primo pelo. Flint si mette in contatto con lo scrittore  grazie a una e-mail. Che cosa vuole Flint? Non vuole mettere i bastoni fra le ruote allo scrittore, almeno così sembrerebbe. Vorrebbe che lo scrittore scrivesse la storia di Jay Dark. Quando lo scrittore fa presente all’avvocato di Jay Dark che lui una storia su questo personaggio l’ha già scritta, Flint gli ribatte che la sua storia è finzione e non altro. Flint illustra allo scrittore, non senza cadere in contraddizione, forse in maniera volontaria, la storia di Jay Dark e di come, nel corso degli anni, ha fatto il bello e il cattivo tempo governando il Caos, producendolo a bella posta. Ma chi è Jay Dark? Difficile dirlo: forse è realmente esistito, forse non è mai esistito, forse è bell’e morto da tempo.

Lo stile adottato da Giancarlo De Cataldo per L’agente del caos è allo stesso tempo ironico e adrenalinico: quasi ogni battuta, indipendentemente dal personaggio che la vomita, ci fa riflettere e ci costringe a un sorriso. E nel nuovo lavoro di De Cataldo i sorrisi che i personaggi si scambiano sono tanti, moltissimi enigmatici, seducenti e taglienti come quelli di una Monna Lisa asessuata. Fuor di dubbio, l’autore si deve essere divertito non poco nel buttare giù questo romanzo che, fra le righe, prende un po’ per il sedere autori quali Thomas Pynchon, James Ellroy, Ian Fleming e chissà quanti altri!
Come si è già detto, L’agente del caos è una storia, almeno in parte, sulla falsariga degli ultimi lavori di Pynchon, con la sostanziale differenza però che là dove Pynchon ha fallito, Giancarlo De Cataldo no.

Giancarlo De Cataldo – Vive a Roma dove è stato giudice presso la Corte d’Assise. Ha scritto molti romanzi (il più noto è di certo Romanzo criminale, edito nel 2002 per Einaudi e vincitore l’anno successivo del Premio Scerbanenco: da questo libro Michele Placido ha tratto un celebre film, seguito poi da una serie tv), sceneggiature per cinema e televisione e testi teatrali.
Collabora a quotidiani e a riviste come, tra le altre, «la Repubblica», «Il Messaggero», «L’Unità» e «Corriere della Sera Magazine». Nel 2006 cura per la Rai il progetto “Crimini”, una serie tv scritta da grandi autori italiani. Quattro anni dopo va in onda una seconda serie e il primo episodio è “La doppia vita di Natalia Blum” di Gianrico Carofiglio, girato a Bari con Emilio Solfrizzi.
Nel giugno del 2007 esce nelle librerie Nelle mani giuste, ideale seguito di Romanzo criminale, ambientato negli anni ’90, dal periodo delle stragi del ’93, a Mani Pulite e alla fine della cosiddetta Prima Repubblica; i due libri hanno alcuni personaggi in comune.
Nel 2009 esce per Einaudi La forma della paura, scritto a quattro mani con Rafele Mimmo. Dell’anno successivo è Il padre e lo straniero, sempre per Einaudi.
Nel 2012 esce Io sono il Libanese, e nel 2013 De Cataldo firma con Gianrico Carofiglio e Massimo Carlotto un volume di racconti intitolato Cocaina, pubblicato da Einaudi Stile Libero. Sempre del 2013 è Suburra (Einaudi), di cui è autore insieme a Carlo Bonini.
Dal novembre dello stesso anno, assieme agli scrittori Andrea De Carlo e Taiye Selasi, è giudice del talent show letterario di Rai Tre “Masterpiece”, che permette al vincitore di pubblicare il suo primo romanzo con Bompiani.
Del 2014 è I semi del male, edito da Rizzoli e scritto con Carlo Bonini, Sandrone Dazieri, Marcello Fois, Bruno Morchio ed Enrico Pandiani; e Nell’ombra e nella luce, romazo noir ambientato nella Torino di Carlo Alberto di Savoia (Einaudi Stile Libero).

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L’agente del caosGiancarlo De Cataldo – Einaudi – Collana: Einaudi. Stile libero big – Anno edizione: 2018 – Pagine: 320 – ISBN: 9788806237639 – Prezzo: 19 €



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