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Passeggiando tra Monaco e Monte Carlo

Ottobre 2022

Attira l’attenzione mondiale durante il Gran Premio di Formula 1, il suo maestoso Casinò è apparso varie volte nelle più celebri pellicole hollywoodiane, yacht e auto di lusso popolano il suo porto e le sue strade: Monte Carlo è quartiere-icona di ricchezza e sfarzosità, gioiello del Principato di Monaco, microstato che con i suoi 2,02 km² è il secondo territorio sovrano più piccolo al mondo, dopo Città del Vaticano.

Arroccato sul Mar Ligure, il celebre quartiere della capitale monegasca, in cui il 29,21% dei residenti possiede una fortuna ad almeno 7 cifre, deve il suo nome a Principe Carlo III di Monaco, che nel corso dell’Ottocento ebbe il merito di risollevare le finanze del Paese in seguito alla politica disastrosa condotta del padre.

Proprio per la fama di benessere ostentato, pensavo che questa città fosse priva di carattere, ma devo ammettere che Monaco non è solo grattacieli d’élite e luccichii sfavillanti. Tra i suoi vicoli, infatti, si nascondono una pittoresca cattedrale neo-romanica, un floridissimo giardino esotico con varie specie di piante grasse provenienti da tutto il mondo, l’elegante Castello dei Principi che domina il territorio dal 1191 e molto altro.

Ho sfruttato Halloween e il Ponte dei Santi per una breve gita oltre confine, non tanto perché questa sia una località rinomata per questa festa, infatti non si trovano decorazioni o rimandi particolari a zucche e zombi, ma avendo un paio di giorni di pausa dal lavoro ne ho comunque approfittato. Questa è la mia esperienza nella città dei milionari.

Curiosità prima di iniziare

La bandiera del Principato di Monaco è sostanzialmente identica a quella indonesiana, se non fosse per una leggera differenza nella tonalità di rosso e per il fatto che quella monegasca è più corta. Anche la bandiera polacca è molto simile, ma le due bande di colore rosso e bianco sono invertite.

Per chi si sposta con i mezzi pubblici come me, arrivare a Monaco è davvero comodo. La stazione è ben collegata con quella di Ventimiglia e la frequenza dei treni è costante (circa uno ogni 30 minuti). Il viaggio dura poco più di mezz’ora e il biglietto costa €4,70 a tratta.

Ho trascorso a Monaco un intero pomeriggio, preferendo pernottare a Ventimiglia, vista la sostanziale differenza economica (tra l’altro trovando un posticino davvero curato e accogliente che mi sento di consigliare: La Terrazza di Vico Olivi B&B).

Non essendo stagione turistica a Monaco, la visita della città non mi ha occupato troppo tempo e ho potuto passeggiare tranquillamente, godendomi il caldo sole autunnale della Costa Azzurra.

  • Casinò di Monte Carlo → non sono una giocatrice d’azzardo, non ne conosco nemmeno le regole, eppure, visitando i magnifici saloni del Casinò, devo ammettere di aver preso in considerazione l’idea di tentare la sorte sedendomi al tavolo da gioco.
    Battute a parte, ciò che maggiormente colpisce di questo luogo, almeno secondo me, è l’ambiente in generale: nonostante la continua innovazione del settore, l’atmosfera che si respira qui è rimasta, per alcuni aspetti, quella di fine Ottocento, quando Principe Carlo III decise di fondare un casinò nel tentativo di risollevare l’economia del Paese. Bastano davvero pochi passi nell’atrio per capire perché Hollywood abbia poi scelto così spesso questo luogo come ambientazione di alcuni tra i suoi film più celebri, James Bond in primis.
    Inaugurato nel 1865, l’edificio fu progettato dall’architetto Charles Garnier, famoso per aver dato forma anche all’Opéra di Parigi, e lo stile da Belle Époque ne pervade sia i sontuosi interni che la facciata esterna. L’omonima piazza su cui si affaccia è ornata da una fontana e il tutto è incorniciato dal Carré d’Or e dalla Galerie des Allées Lumières, rispettivamente il quadrilatero e la galleria dello shopping di lusso.
    Il Casinò è visitabile tutti i giorni dalle 10 all’1 di notte (le sale gioco aprono alle ore 14), l’abbigliamento è da adattarsi in base alla fascia oraria e l’ingresso costa €17. L’Atrium, il Café de la Rotonde e la Boutique, invece, si visitano liberamente.
  • Grand Théâtre de Monte Carlo → inaugurato nel 1879 e chiamato anche Salle Garnier, in onore del famoso architetto che lo progettò, Charles Garnier (sì, sempre lui), fu commissionato da Principe Carlo III per sopperire alla mancanza di intrattenimenti culturali disponibili nel suo regno. L’edificio è parte integrante del Casinò.
    Non è un caso, infatti, che il Grand Théâtre de Monte Carlo sia una copia in miniatura della celebre Opéra di Parigi. Va detto, però, che questo non bastò a garantirne l’immediato successo e che i primi anni di attività non registrarono nulla di significativo dal punto di vista artistico. Fu solo dopo il 1892 che, sotto la direzione di Raoul Gunsbourg, il Grand Théâtre de Monte Carlo passò da una logica di prevalente intrattenimento per i giocatori d’azzardo a una programmazione sempre più attenta al valore artistico delle opere portate in scena.
    Tutto qui richiama i fasti della Belle Époque: stucchi, addobbi d’oro, luci e una vetrata mozzafiato affacciata sul blu del Mediterraneo.
    Una curiosità: quello di Garnier non è l’unico nome di prestigio legato a questo teatro. Le colonne che sorreggono il palazzo, infatti, furono progettate da Gustave Eiffel, l’artefice dell’omonima torre parigina.
  • Monaco-Ville → spostandosi da Monte Carlo (sebbene la passeggiata sia molto gradevole, è disponibile anche un servizio navetta gratuito per coprire la distanza), si entra in un altro grazioso quartiere della capitale: Monaco-Ville, la Città Vecchia.
    Questa zona ha conservato pressoché intatto il fascino di borgo medioevale tant’è ricca di vicoletti, piazze e scale. Secondo me, però, c’è almeno una differenza sostanziale rispetto ad altre città risalenti a quell’epoca: qui regna un assoluto senso di ordine e pulizia! Inoltre, qua e là si trovano le toilette pubbliche gratuite e costantemente pulite dal personale di servizio, una rarità!
    Passeggiare per il centro storico di Monaco significa scoprire una zona quasi completamente pedonale, curatissima, ricca di storia e di scorci affascinanti. Il centro si stende in cima a Le Rocher (“La Rocca”), dove sorge il Palazzo dei Principi, residenza ufficiale della famiglia reale, ed è raggiungibile tramite diverse scalinate sceniche. La più famosa, tanto da essere considerata essa stessa un’attrazione, è la Ramp Maior che parte da Place d’Armes.
    È evidente: il volto tradizionale della città si trova tra queste vie!
  • Cathédrale Notre-Dame-Immaculée → la Cattedrale dell’Immacolata Concezione si trova in centro a Monaco-Ville ed è l’edificio di culto più importante della città. I blocchi di marmo bianco utilizzati per la sua realizzazione, la fanno apparire come un gioiellino puro e austero. In stile neo-romanico e consacrata nel 1911, sorse sui resti di una precedente chiesa risalente al 1252. Al suo interno, si può ammirare anche una pala d’altare dedicata a San Nicola, magnificamente conservata e risalente addirittura al 1500!

Oltre alla funzione liturgica e alla bellezza architettonica, la fama della Cattedrale deriva dalla presenza delle tombe dei principi e principesse monegaschi qui sepolti. In particolare, giacciono qui anche il Principe Ranieri III e la consorte Grace Kelly: la loro storia d’amore infiammò i rotocalchi di tutto il mondo negli anni Cinquanta tanto da non smettere di affascinare nemmeno le generazioni successive.

La Cattedrale è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 18 e l’ingresso è gratuito. Essendo luogo di culto, vi è il divieto di entrare con spalle scoperte, minigonne e pantaloncini corti.

  • Jardin Exotique → inaugurato nel 1933, il Giardino Esotico di Monaco offre una grandissima varietà di piante grasse provenienti da diverse parti del mondo e dislocate lungo un percorso ricco di scorci panoramici. Una sosta verde nel cuore della città, insomma, ma non è finita qui. Al suo interno si trova anche la Grotte de l’Observatoire, una grotta di pietra calcarea a circa 100 metri s.l.m. abitata dall’uomo già in epoca preistorica e ricca di stalattiti e stalagmiti. Purtroppo, durante la mia visita, il Giardino era chiuso al pubblico a causa dei lunghi lavori di ristrutturazione. Peccato, perché le piantine grasse mi sono molto simpatiche!
  • Palais Princier de Monaco → una visita a Monaco-Ville non può considerarsi conclusa senza passare dal Palazzo dei Principi, residenza privata dei Grimaldi, la famiglia regnante.
    Arroccato al centro della città, l’edificio domina il mare e il territorio dal 1191. Si tratta, infatti, di un’antica fortezza genovese che, durante la sua lunga e impervia storia, fu più volte bombardata e assediata nel tentativo, da parte di alcune potenze straniere, di impadronirsi del piccolo Principato. Dal 1297 l’edificio è residenza ancestrale della famiglia Grimaldi, prima signori feudali di questo territorio e, a partire dal XVII secolo, principi sovrani.
    Su come il palazzo sia divenuto proprietà della famiglia Grimaldi vige una leggenda: si narra che il capo dei Guelfi genovesi, Francesco Grimaldi, insieme al cugino Ranieri I, riuscì a infiltrarsi nel palazzo travestito da monaco, uccidendo le guardie della Repubblica di Genova e prendendone il potere. Questo episodio gli valse il soprannome di Malizia.
    Oggi il Palazzo e i suoi interni si visitano soltanto in estate (dal 1 luglio al 15 ottobre), ma ogni mattina alle ore 11.55 è possibile assistere al cerimoniale del Cambio della Guardia effettuato dai Carabiniers du Prince.

Ultimo consiglio:
È vero, il lusso a Monte Carlo è ovunque, ma a ostentare di essere qualcosa di diverso da sé stessi si rischia di esagerare e sembrare semplicemente parvenu. Dopotutto, lo scopo è quello di visitare la città, no? Abbigliamento casual e scarpe comode sono l’ideale
😉

Le tradizioni culinarie sono il riflesso del modo di vivere e della cultura di una comunità, a questo titolo è importante trasmetterle alle generazioni che vengono dopo di noi”.

Così scriveva nel 2009 il Principe Ranieri III nell’introduzione al libro “Saveurs de Monaco” di Paul Mullot dedicato all’enogastronomia del Principato.

Stretto tra due delle tradizioni culinarie più radicate e rinomate al mondo, quella francese e quella italiana, si potrebbe pensare che la cucina monegasca non abbia avuto modo di coltivare delle ricette proprie, ma non è così. L’influenza di Francia e Italia naturalmente è presente, ma il Principato di Monaco vanta anche delle ricette locali a cui la popolazione è particolarmente affezionata.

  • Barbagiuan → sfizioso antipasto consistente in uno o più ravioli fritti e farciti con ricotta, zucca o affettati. Il nome sembrerebbe derivare dal suo inventore ligure, un certo Zio Giovanni (Barba Giuan per l’appunto nella variante dialettale) e, sebbene la ricetta abbia quindi origini italiane, è ormai parte della tradizione culinaria di Monaco. Si dice che anche la famiglia reale ne vada matta!
  • Stocafi → stoccafisso bagnato in salsa di pomodoro, insaporito con diverse erbe aromatiche, aglio, cipolla, e olive nere, il tutto poi sfumato con vino bianco o cognac. Un piatto semplice, ma sicuramente gustoso!
  • Fougasse → pane dolce aromatizzato all’arancia e servito con nocciole, mandorle e semi d’anice, molto diffuso in tutta la Provenza, ma qui per tradizione lo si decora con i colori della bandiera del Principato, rosso e bianco, ottenuti con i grani di anice rivestiti.
  • Crêpe Suzette → le famose crespelle cotte a flambé così largamente diffuse in Francia nascono in realtà per errore al Café de Paris di Montecarlo nel 1895.
    Secondo alcune testimonianze, infatti, un emozionato cameriere quattordicenne, Henri Charpentier, incaricato di servire delle crêpe all’allora principe di Galles e futuro re inglese Edoardo VII, aggiunse sbadatamente troppo liquore alle crespelle che presero inevitabilmente fuoco nel tegame. La comanda fu comunque servita e il sovrano rimase talmente entusiasta da non esitare a prendere il bis, chiamando la ricetta in onore di un’avvenente ospite che in quel momento si trovava seduta al suo tavolo.
  • Il dolce tipico → in occasione del 25° compleanno del Principe Ranieri III, nel 1974 fu indetto un concorso rivolto a tutti i pasticceri del Paese, ai quali fu chiesto di realizzare un dolce originale. Il premio venne assegnato alla Maison Mullot per la creazione dei Pavés du Rocher, dolcini a base di miele, arancia e marzapane, che oggi si sono ormai affermati come prodotti iconici della cucina monegasca.


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