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The danish girl firmato Tom Hooper

The Danish Girl Firmato Tom Hooper
Fermata Spettacolo

The danish girl, è un film del regista inglese Tom Hooper, già premio Oscar nel 2012 per Il discorso del re, adattamento cinematografico del libro La danese, scritto da David Ebershoff nel 2000.

La pellicola è uscita nelle sale italiane lo scorso 18 febbraio ed è stata candidata a numerosi premi tra cui quattro premi Oscar (Alicia Vikander vincitrice del premio Oscar 2016 come miglior attrice non protagonista) e tre Golden Globe.

La vicenda narrata è quella del pittore danese Einar Mogens Andreas Wegener, interpretato da Eddie Redmayne, uno dei primi transessuali della storia nonché la prima persona ad essersi sottoposta ad un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale, cambiando anche i suoi dati anagrafici per diventare Lili Elbe, e di sua moglie, l’illustratrice Gerda Wegener, interpretata da Alicia Vikander, che Einer sposò nel 1904 all’età di ventidue anni e che gli rimase accanto fino al 1930, anno dell’intervento.

All’inizio del film essi appaiono una coppia felice: due pittori innamorati che vivono un’esistenza simbiotica, l’uno ispirazione e sprone dell’altro. Un giorno però accade qualcosa di inaspettato: una modella che Gerda deve ritrarre per un suo dipinto non si presenta e la donna decide di servirsi del marito per completare il suo quadro facendolo vestire da donna, lì nasce Lili e Einer se ne accorge, consapevole che per lui da quel momento le cose andranno diversamente.

Eddie Redmayne, che grazie a questo ruolo ha ottenuto la candidatura all’Oscar come miglior attore, appare etereo e struggente nel rappresentare la sofferenza ma allo stesso tempo la determinazione di Einer/Lili, non scade nel melodrammatico o nella farsa e veste con disinvoltura i panni di questo personaggio in lotta prima contro se stesso nel tentativo di negare la propria natura e poi contro la moglie e la società in generale per farsi accettare.

Alicia Vikander dal suo canto dà energia e vigore a Gerda, una donna che seppur spaventata da quello che sta accadendo a suo marito non si tira indietro e, nonostante un’iniziale rifiuto della realtà, finisce non solo per accettare il cambio di sesso del marito ma anche per appoggiarlo facendo di Lili la principale modella dei suoi ritratti e accompagnandolo nella clinica in Germania dove si sottopone all’intervento.

Hooper schiva con estrema destrezza le trappole che un argomento del genere possono tendere a chi lo affronta: non c’è patetismo o propaganda nel suo film, il pathos è affidato alle sole interpretazioni degli attori senza caricare la scena di dialoghi strappalacrime.

Non si sofferma troppo nemmeno sull’ideologia dell’epoca che vedeva l’omosessualità come un reato o una malattia e tale visione emerge solo dai brevi colloqui che Einer ha con i medici nel tentativo di cercare una cura e da un pestaggio che subisce da due balordi mentre passeggia in un parco a Parigi.

Nel bilancio finale del film non vanno poi dimenticate le musiche, perfette nella loro delicatezza che non sovrasta mai la scena ma l’accompagna facendone da sottofondo, e i costumi colorati, eleganti, che ricordano la belle epoque e danno il meglio di sé nell’atmosfera parigina della seconda parte della pellicola, guadagnando la candidatura all’Oscar e ai British Academy Film Awards come migliori costumi.

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