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“Che vuoi che sia” … (è il web, bellezza !) – l’ultimo film di Edoardo Leo

“Che vuoi che sia” … (è il web, bellezza !) – l’ultimo film di Edoardo Leo
Fermata Spettacolo

Una società nella vetrina del web, all’inizio era solo il “Grande Fratello” poi, dallo schermo ai social network, il privato che diventa troppo pubblico, e quello che facevano gente comune sotto i riflettori al chiuso di una casa a Cinecittà è divenuto “ordinario” anche per i non vip. L’ultimo film di Edoardo Leo è un “gioiellino” culturale. Ha saputo racchiudere in un solo film i “drammi” del lavoro con le psicosi digitali. Siamo come appariamo, più ci mostriamo, più alto si fa il gioco, aumentano i follower, i mi piace si perdono, è adrenalina nel linguaggio del web, e, per questo “gioco”, fino a che punto ci spingeremmo? Leo, a ragione, può essere considerato oggi tra i migliori registi ed attori italiani, profondo, concreto, lontano dalla politica, inquadra ogni volta uno spicchio della società e te lo fa “masticare” seduto comodamente al cinema. Ogni volta un messaggio forte, ridi ma non solo per ridere, pure per rivederti, capire, indignarti, interpretare quello che ti accade intorno, velocemente. Quella società definita “liquida” da Bauman. Visione assolutamente consigliata ai non nativi digitali ed a quelli che hanno rinunciato alla privacy per non rimanere indietro. Quanto costa, però, stare avanti !

Nel cast, anche Rocco Papaleo, nel ruolo dello “Zio Franco” che va a stare con Claudio ed Anna

“Che vuoi che sia” è davvero bello, ridi continuamente, ti immedesimi e ti domandi: “Io lo farei al loro posto?” Naturalmente a quelle condizioni proprio. Quali? Lui, Claudio (Edoardo Leo), è un ingegnere informatico precario, vive di lavoretti saltuari, potrebbe lavorare in un colosso informatico, ma deve accontentarsi di togliere virus dai pc degli amici (e cosa non trova in quei computer!). Lei, Anna, è una docente non di ruolo (Anna Foglietta), se rimanesse incinta resterebbe a casa senza certezze, corregge compiti fino a mezzanotte, soddisfazione zero. La voglia di diventare madre, però, è grande. Quante rinunce… Come si fa allora? Pochi soldi, nessuno dei due ha un’entrata sicura. Claudio ha un’idea che reputa buona, caricandola su un portale dedito al crowdfunding ovvero una raccolta fondi tramite degli sconosciuti benefattori che finanzierebbero il progetto da mettere all’opera. Tuttavia, la rete non la pensa come lui. I gusti vanno in tutt’altra direzione. I fondi che arrivano dalle donazioni sono scarsi. La gente vuole ben altro! Lo sperimenteranno quando una sera, tornando a casa ubriachi, Claudio lancia una sfida a quella rete che non gli ha teso la mano per il suo progetto. Comincerà un braccio di ferro che non risparmierà nulla dei due, di privato o di pubblico. Una trama che scorrerà in modo esilarante ma pure penosamente realistica.

Edoardo Leo (anche qui con Anna Foglietta) lo avevamo visto la scorso inverno in “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese e prima ancora nel dirigere “Noi e la Giulia”, lo ritroviamo in una nuova e fresca regia dove si coniugano più temi insieme in una miscela di gradevole e strepitosa attualità. Il web come gabbia, la precarietà come limite. Comodi, Edoardo Leo vi erudisce su fin dove l’uomo si è spinto, su questo cappio al collo che volontariamente si mette con tutti i social di oggi “quando basterebbe una chiamata…” dice “sbroccando” nel film. Ogni attore nel proprio ruolo è stato collocato ad arte. Lo zio Franco non poteva avere interprete migliore di Rocco Papaleo ed il papà di Claudio è Massimo Wertmuller, che vive alla giornata, senza troppi programmi e senza rinunciare a nulla. Per i figli, se arrivano? “In qualche modo faremo” si era detto prima della nascita di Claudio ripetendolo ora a loro, su come potrebbero tirare avanti. Il papà di Claudia è invece Bebo Storti, la moglie dello Zio Franco (Papaleo) è Marina Massironi.

In soli tre settimane di programmazione “Che vuoi che sia” ha già incassato al botteghino 1.631,787 euro. Parliamo di un film italiano !

Ed in tutto questo, da segnalare le scenografie di Paki Meduri, premiato di recente a Roma con ben due statuette, alla XVIII edizione del Premio “Chioma di Berenice” (leggi tutto sulla premiazione) per “Suburra” tratto dal romanzo di Carlo Bonini e di Giancarlo De Cataldo, e per “Gomorra la serie II”. Per Leo ha curato le scene di tutti i suoi film e lavori. “Con Edoardo – spiega l’architetto Meduri – hai la sensazione di essere ad una scampagnata tra amici, però, nello stesso tempo scopri di lavorare con un grandissimo professionista preparato su ogni scena da girare”. Dopo “Che vuoi che sia” per il noto ed apprezzato scenografo altri ambiziosi progetti lo attendono, lavora a “Suburra” la prima serie su Netflix ed a “Gomorra 3”, in uscita anche “Tito il piccolo” di Paola Randi.

Una commedia italiana interpretata da Edoardo Leo ed Anna Foglietta

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