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Maria, chi si nasconde è perduto

Ciao mamme, ben ritrovate nella rubrica “Le vostre storie”.
Oggi incontriamo Maria di Cucina Serafina. Ho conosciuto Maria attraverso il gruppo “progetto blog” e piano piano la nostra conoscenza si è trasformata in una vera amicizia a distanza. Maria è una persona discreta che lotta ogni giorno contro l’ipocrisia del mondo. 
Benvenuti nel mondo di Cucina Serafina.
Ricordi cosa hai provato quando hai scoperto che saresti diventata mamma?
 
Si, perfettamente. Ho provato una grandissima Paura, non solo per la responsabilità di genitore che stavo per ricevere, ma proprio una paura fisica di affrontare il parto. Paura che ho avuto in entrambe le mie gravidanze. Poi naturalmente a questa paura si affiancava la gioia e la curiosità di conoscere i miei figli.
Maria sente fortemente la responsabilità del suo ruolo, infatti, per lei essere mamma significa:- Responsabilità, vincoli ma sopratutto risate. Significa sacrifici nel crescere i propri figli. Nottate insonni, ansie, ma anche emozioni che nessuna cosa al mondo può regalarti di più.
Come in tutte le vostre storie, anche in quella di Maria non possono mancare i consigli non richiesti e le frasi inopportune, lei stessa dice:- Ho avuto tanti avvisi del tipo che la vita sarebbe cambiata, un po’ come quando ti mettono in guardia dal matrimonio. Ma non ci credi mai fino a quando una cosa non la provi in prima persona
La bellezza di Maria sta nel suo essere senza filtro, come i bambini. Non nasconde quello che prova, nel bene e nel male racconta quello che ha dentro e di cose dentro Maria ne ha tante, Primo Fra Tutti la mancanza della sua mamma. Il suo primo ricordo è riferito proprio a lei, infatti, quando le chiedo cosa le fa venire in mente il termine mamma, lei non ci pensa due volte e in maniera candida mi risponde:-
 
Io penso alla mia mamma che non c’è più.
Maria è dolce, sensibile e per certi versi infantile, ma come dicevo prima, il suo infantilismo non significa immaturità, ma purezza d’animo. E’ così cara quando mi dice che prendendo il suo bimbo in braccio ha provato un’emozione indescrivibile mista a un senso di rilassamento nel constatare che tutto era andato bene. Fra le sue paure vi è quella delle malattie, sono il suo incubo peggiore, fra le sue speranze la felicità dei suoi figli, fra le sue difficoltà, l’educazione nel suo insieme.
La sincerità di Maria è disarmante e non ha paura di dichiarare che educare è difficile, soprattutto, quando si ha un figlio autistico. Non teme di dire che ha avuto paura anche nella seconda gravidanza e che la maturità  dell’esperienza già vissuta l’ha aiutata tanto. C’è tanto da imparare da Maria, primo fra tutti il non nascondersi. Alla prossima!

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