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[Trip mentali] Dove stiamo andando?

                 Dopo un indefinito numero di birre e Jack, scatta uno strano meccanismo salvavita (frutto del calo di zuccheri, della calura per vasodiltazione, non è dato saperlo) che porta gli interessati da uno stato A, allegria generalizzata, ad uno B, ovvero: clima da salotto parigino di metà '700. E, tra sguardi che sanno di "io ho visto cose...", ci si interroga sui Grandi Quesiti: chi siamo? dove andiamo? che fine farà il Metal?

                 Lasciando i primi due interrogativi a chi di dovere, proviamo a dare una risposta al terzo, integrando ciò che di più o meno lucido è emerso Venerdì sera. E per farlo useremo il Metodo Scientifico (mica bacarospi). O almeno nei suoi 3/5, visto che non siamo in grado di verificare sperimentalmente il futuro. Ci limiteremo quindi a osservare e descrivere, formulare un'ipotesi, prevedere le conseguenze dell'ipotesi.

E una fetta di culo al pepe nero?

Osserviamo e descriviamo
                 Per prima cosa decidiamo cosa si intende per "Metal". Non è facile, anzi, forse non è possibile farlo, ma in questo caso è necessario. Stasera il Metal sarà quel genere di musica nato da un ibrido di Blues e Rock chiamato Hard Rock, che si è differenziato nel corso degli anni Ottanta in un certo numero di sottogeneri. Detto questo, concentriamoci sul problema: che fine farà il Metal? La domanda è abbastanza ricorrente e, se lo è, un motivo, un qualche tipo di problema, ci sarà. La prima cosa che mi viene in mente è l'assenza del "ricambio generazionale".
                 Spesso e volentieri (soprattutto in Italia - dove si tende a rischiare poco - ma non solo) come headliner dei grandi festival vengono chiamate vecchie glorie che calcavano i palchi già tre, se non quattro, decenni fa. Ad esempio, diamo uno sguardo alle test di serie del WOA degli ultimi sei anni: Thin Lizzy e Venom, Saxon e Motörhead, Dickinson e Halford prima dei Blind Guardian, Slayer e Twisted Sister, Saxon e Warlock, Accept e Nightwish, Def Leppard e Whitesnake. Eccezion fatta per i Nightwish (peraltro ora privi della loro icona, Tarja) tutti gli altri elementi erano nel giro minimo dal 1985 (primo demo dei Blind Guardian).                  
                Se consideriamo l'epoca delle "rock star" definitavamente tramontata con la morte musicale dei vecchi Guns'n'Roses, non possiamo fare affidamento nemmeno su quel piccolo esercito di ventenni che negli Ottanta spopolava fra le ragazzine e faceva la gioia dei promoter. Tra le nuove leve chi ha il carisma di 'mostri sacri' come Halford, Harris, Lemmy (che suona rock'n'roll, per carità degli Dei)? Chi potrebbe, dunque, guardarli negli occhi e non sfigurare? Il primo nome che mi viene in mente è Zakk Wylde. Alla fin fine è ancora negli "enta" e possiamo considerarlo tra i musicisti della "nuova generazione". Idem Sebastian Bach. Uno che di carisma ne ha da vendere e che, tutto sommato, non ha mai abbandonato la sua Musica. Sono sulla buona strada Tobias Sammet (Edguy) e Devin Towsend (Strapping Young Lad), entrambi brillantissimi e carismatici polistrumentisti. Il futuro parlerà per loro.
               Ma non solo. Se veramente questo ricambio generazionale non dovesse esserci, di chi o cosa sarà la colpa?

Formuliamo un'ipotesi
               Il Metal, seppur in un lasso di tempo molto più dilatato e con altre dovute proporzioni, sta seguendo la stessa parabola discendente del Punk77. Come quest ultimo, anche il Metal è nato in un contesto 'underground' e si è diffuso portando con se quella specie di "energia mistica generata da tutti gli esseri viventi che pervade l'universo e tutto ciò che esso contiene" (cit.). Ed essa, a poco a poco, sta svanendo.
               Per questo che i 'mostri sacri' sono ancora sulle scene e non intendono cedere il posto ai nuovi arrivati che, in ogni caso, anche volendo, difficilmente ci riuscirebbero. Essi non c'erano quando il Metal è nato, ma c'erano i 'mostri sacri', testimonianze viventi di quel periodo che potremmo definire, forse esagerando, leggendario. E c'era la prima generazione di metallari, che ha tramandato i suoi ricordi alle nuove generazioni che, inevitabilmente, ne sono rimaste affascinate.
              Altrettanto complice è la saturazione della Musica. Come disse Keith Richards: "le note sono sette, cosa pretendono da noi?". Ok, in realtà le note non sono sette, però, dopo trent'anni, è inevitabile che quasi tutto il grano sia stato mietuto e che le spieghe migliori siano già stata colte. L'unica alternativa è rappresentata da una nuova semina che porterà con sè nuove varietà.

Prevedere le conseguenze dell'ipotesi
              Quell'"energia mistica", quei ricordi, a poco a poco diventeranno sempre più eterei. Com'è stato per tutti gli eventi storici, la mancanza di testimonianze dirette (sebbene sia difficile crederlo, Lemmy & co. non sonocreature immortali) è il primo passo per archiviare definitivamente un periodo. Così nasceranno nuove generazioni di "metalhead" sempre più distanti, attitudinalmente e musicalmente, da ciò che è stato il Metal originario.
              La saturazione della Musica costringerà gli artisti ad evolvere il proprio genere per proporre qualcosa di nuovo e vendibile al mercato. O forse, fra qualche decennio, esploderà una moda retrò che porterà i futuri gruppi a riscoprire e sciommiottare ciò che è stato e che non è più. Nessuno può dirlo. Mai come in questo caso il detto "chi vivrà, vedrà" è d'obbligo.
              Lunga vita ai supporti audio.



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