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Quanto è nei guai Donald Trump (18/50)

Veniamo da giornate veramente assurde, quindi è il caso di fermarsi un momento e cercare di capire cosa sta succedendo tirandosi fuori dal ciclo forsennato delle notizie. Anche perché è stata anche la settimana più difficile per Trump da quando è alla Casa Bianca, e quella che nel lungo termine potrebbe segnare la sua presidenza.

La storia delle informazioni riservate rivelate alla Russia ha messo di nuovo in dubbio le sue capacità di giudizio, mentre il licenziamento di James Comey da capo dell’FBI ha portato all’accusa pesante di aver cercato di condizionare le indagini sulle interferenze russe nella campagna elettorale. Quando la puntata del podcast di questa settimana era già stata registrata e montata, poi, è venuto fuori che Trump ha dato del «fuori di testa» a Comey davanti ai russi proprio per l’inchiesta sulla Russia; e il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha confermato che la decisione di licenziare Comey ha avuto molto a che fare con l’inchiesta sulla Russia e l’alleggerimento delle pressioni sull’amministrazione. Comey testimonierà davanti al Senato nel prossimo futuro, in un’audizione pubblica: sarà una roba da pop-corn, per noi che osserviamo da fuori e da abbastanza lontano. In tutto questo non sappiamo ancora cosa verrà fuori oggi, cosa verrà fuori domani, eccetera: e soprattutto non sappiamo come dovremo leggere e interpretare tutte queste cose, in un contesto in cui sono cambiati il linguaggio e le prassi della politica statunitense.

Fermiamoci un attimo, quindi: mettiamo in ordine i fatti e soprattutto facciamo un passo indietro, per allargare lo sguardo. Bisogna conoscere la storia dello scandalo Watergate, secondo me, per capire la vera portata di questi guai. Molti non sanno infatti che Richard Nixon si dimise per aver cercato di ostacolare le indagini, e non per l’episodio da cui cominciò lo scandalo – l’effrazione nel Watergate a Washington – del quale non conosciamo ancora con certezza i veri mandanti. Quante sono le cose in comune con la storia di questi giorni? Cosa rischia davvero Donald Trump? Cosa è cambiato dal 1974 al 2017 nel modo in cui ragionano gli elettori e si comportano i giornali? Ne parliamo nella puntata del podcast di questa settimana.

Se avete un iPhone, per ascoltare la puntata cercate “Da Costa a Costa” nell’app “Podcast”; altrimenti cliccate play qui sotto per ascoltarla su Spreaker. Se volete, dopo aver ascoltato la puntata lasciate una recensione su iTunes e parlatene sui social network o a chi pensate possa essere interessato a queste storie come voi. Sul sito di Piano P trovate la traduzione integrale delle parti in inglese.

Ascolta “Da Costa a Costa” su Spreaker.

Avete ricevuto questo podcast gratis, come la newsletter che riceverete la settimana prossima, ma realizzarli non è gratis: servono aerei, macchine, camere d’albergo, attrezzature, telefonate, connessioni internet, abbonamenti a servizi e giornali, e serve soprattutto tempo e lavoro. Dopo un anno e mezzo a seguire la campagna elettorale, “Da Costa a Costa” è ripartito il 21 gennaio e andrà avanti per tutto il 2017: ogni sabato si alterneranno una puntata della newsletter e una puntata del podcast, e vorrei tornare di nuovo Negli Stati Uniti nei prossimi mesi, per raccontarvi un altro pezzo di America, per cercare di capire come sta cambiando e perché ha scelto Donald Trump come suo presidente.

Se non lo avete già fatto – e centinaia di voi lo hanno già fatto: grazie di cuore! – vi chiedo quindi di valutare la possibilità di fare una donazione ricorrente da pochi euro al mese per pagare le spese di questo progetto e il mio lavoro. Due euro al mese vanno benissimo (a questo punto sono meno di 15 euro per tutto il 2017) ma se vorrete essere più generosi non ve lo impedirò, così come se vorrete fare una donazione una tantum. Più fondi raccoglierò, più viaggi potrò fare negli Stati Uniti, più posti potrò visitare e più cose potrò raccontarvi come ho fatto fin qui. Se vi interessa, qui trovate le istruzioni per fare una donazione in completa sicurezza, usando la vostra carta di credito o il vostro conto Paypal. Grazie, come sempre. Ciao!

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