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Il manager di Huawei arrestato ieri a Vancouver

Vancouver, Canada.

Poche ore fa, la figlia del fondatore di Huawei, Meng Wanzhou, attuale vicepresidente e direttore finanziario della società cinese impegnata nello sviluppo e commercializzazione di sistemi telecomunicazioni, è stata arrestata dal governo canadese su richiesta degli Stati Uniti.

L’accusa è di aver eluso le sanzioni americane imposte all’Iran.

L’arresto del CFO di Huawei non ha tardato a far sentire le proprie conseguenze: nel giro di poco i mercati orientali, da Hong Kong (-2.9%) a Tokyo e Shanghai (-1.9%), hanno accusato perdite pesanti.

Arresto Huawei: i fatti

Per comprendere l’estensione della vicenda è necessario tornare indietro di qualche anno.

Nel 2015 il governo degli Stati Uniti di Obama firma l’accordo nucleare tra l’Iran e i paesi del cosiddetto “5+1”, cioè i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con potere di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina più la Germania).

L’accordo prevedeva di eliminare progressivamente le sanzioni economiche imposte all’Iran negli ultimi anni, in cambio di una limitazione al programma nucleare da parte dell’Iran, il quale avrebbe permesso periodici controlli da parte dell’ONU alle installazioni nucleari (ad uso civile non militare sostiene il paese).

Passano 3 anni, cambia il governo e nell’agosto di quest’anno il presidente Trump elimina l’accordo nucleare e reintegra le sanzioni all’Iran per costringerlo ad abbandonare il programma nucleare e adottare un atteggiamento meno aggressivo in materia di politica estera.

Torniamo al presente.

Secondo le accuse statunitensi, Meng Wanzhou, avrebbe utilizzato il sistema bancario mondiale per eludere le sanzioni americane imposte all’Iran. Lo avrebbe fatto attraverso la HSBC Holding Plc che, tuttavia, non risulta al momento indagata.

A seguito di questi fatti, il CFO di Huawei è stata arrestata dalle autorità canadesi.

L’ambasciata cinese in Canada ha protestato formalmente contro l’arresto di Meng Wenzhou, sostenendo una forte violazione dei diritti umani e chiedendone l’immediato rilascio.

Intanto Huawei, in una lettera aperta pubblicata sul China Daily, afferma che nonostante il comportamento “irragionevole” degli Stati Uniti, non cambierà le sue partnership globali. 

Ulteriori implicazioni della vicenda Huawei

L’arresto del dirigente di Huawei non è una storia isolata, ma giunge a poche settimane dall’invito del Presidente Trump a non utilizzare la compagnia cinese per “rischio spionaggio”.

L’attenzione maggiore tuttavia è indirizzata all’impatto che l’arresto del CFO di Huawei potrebbe avere sul delicato equilibrio appena trovato dal Presidente Trump e Xi Jinping, Segretario generale del Partito Comunista Cinese e attuale Presidente della Repubblica Popolare Cinese, durante il G20 a Buenos Aires.

Dopo l’arresto, Meng Wenzhou è in attesa dell’udienza, che si terrà nella giornata di oggi, per la sua (possibile) estradizione.

Il governo canadese ha infatti reso noto che il procedimento avverrà in modo completo e assolutamente regolare, e che il Canada non eseguirà l’estradizione solo perché la richiesta è pervenuta dalle autorità statunitensi.

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