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L’antropologia nel dopoguerra e in Italia




Negli anni 1950 e 1960, l’antropologia si rivolge verso una sempre maggiore integrazione con le scienze naturali. I maggiori campi di interesse furono i processi di modernizzazione per lo sviluppo degli stati indipendenti (Lloyd Fallers e Clifford Geertz), lo sviluppo delle società e la loro occupazione della propria nicchia ecologica (Julian Steward e Lesile White) e studi di economia influenzati da Karl Polanyi (Marshall Sahlins e Greg Dalton). In Gran Bretagna nacquero scuole influenzate dal marxismo o dallo strutturalismo. Uno dei nomi più importanti nell'antropologia italiana è sicuramente quello di Ernesto de Martino, con i lavori sul tarantismo e sul lutto, con approccio derivato da quello gramsciano. Un esempio tutto italiano di approccio etnografico utilizzato per studiare fenomeni culturali della società contemporanea, è lo studio del tifo calcistico attraverso lo schema del ‘gioco profondo’, ideato da Clifford Geertz per analizzare la tradizione culturale del ‘combattimento dei galli’ nelle popolazioni balinesi. APPROFONDISCI.



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