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COME UNA DONNA, COME UNA BAMBINA

COME UNA DONNA,
COME UNA BAMBINA

Taci, taci Sempre tu
Piangi e non dici,
non dici una parola una
che possa sciogliere
nel miele la notte di noi

Di me non sei gelosa mai
Mi porti via l’amore e ridi,
e il tuo ridere, cuore mio,
non lo so intendere io
A mani vuote mi lasci;
e l’universo, il suo infinito
non lavora a mio favore mai

Ho sognato a lungo
A occhi aperti o no,
lungamente ho sognato
per scoprirmi di nuovo qui,
nella solitudine ritratto
a decifrare delle carte da gioco
i volti oscuri forse segnati

Taci, taci sempre tu
Piangi lacrime di donna,
e la verità la taci bene,
e della gonna non ti spogli
A ogni minuto caparbia di più,
come una bambina
la verità la nascondi in seno,
così a me sol resta la poesia,
questa poesia nuda di gloria

DORMENDO DORMENDO

dormirò, come so
dormirò, lontano lontano
immaginando l’abbaglio
tornando sul mio sbaglio
dormirò, adesso lo so
che morirò

e questa sera che vengo qui
trovo sempre il tuo abbraccio
e il mio occhio fattosi di ghiaccio
mentre piano stringo il tuo polso
e con un anello di fuoco e di freddo ti lego
ma tu, con le tue parole, mi dici che,
che questo amore è iniziato da sé
e che il mondo di fuori è fuori di testa
e che sarebbe meglio per noi
se restassi intorno al fuoco con te
per sciogliermi il cuore almeno un poco
e dividere il poco che c’è
insieme un bicchiere di barbera
e un po’ di pane integrale

e questa sera che vengo qui
trovo sempre l’amore che so
dove dormirò, dove morirò
sempre sbagliando mai sbadigliando
anche se è un abbaglio nel fuoco
anche se è un’ombra che muove nebbia

e questa sera
e questa cera sui nostri visi
si scioglie piano
così adesso lo so, adesso lo so
che per te sempre morirò
di freddo e di fiamme

e sì che lo so
che sempre ti…

LONTANO, VIA

alla fine
sempre finiamo
col mischiare l’orrore
che ci porta di notte il sangue
con quello più terreno
che scivola di giorno in strada

svegliandoci poi
sempre in pigiama indaghiamo
della nostra identità i vicoli ciechi
come fossero della verità le vene

nell’ombra delle braccia
sopra alla testa incatenate
ci nascondiamo
quasi volessimo proteggerci
come uccellini

… come uccellini
che sotto le loro stesse ali riposano
quando le brune foglie le scuote l’autunno
perché sia il vento a spazzarle via, lontano

ANGELO, ANGELA MIA

L’avevo intuito
che saresti andata via
L’avevo previsto
che saresti sfumata via

Nei lunghi silenzi
– interminabili -,
sapevo e tacevo

Farai oggi un pacco
di tutte le tue cose
e dentro a una valigia
stretta stretta
le costringerai
Con un nastro rosa
ogni cosa legherai
e il cuore lo affiderai
a un trenino spento
– sulle rotaie fermo
E io solo potrò osservare
il cuore tuo che se ne va
e che mai più tornerà
qui da me, dove io sono
da solo insieme
allo stupido mio egoismo

L’avevo intuito
che mai saresti stata mia
L’avevo previsto
che il tempo t’avrebbe giocata
e con sé presa,  
perché eri troppo bella,
troppo davvero

Nei lunghi silenzi
– interminabili –,
sapevo e tacevo

Speravo però che una poesia
ci sarebbe stata ancora sulla mia via
Speravo che un ultimo bacio
ci sarebbe stato prima dell’addio
Perché lo so che questo non è un
Arrivederci, Angelo, Angela mia

SOGNI DI CRISTALLO

così è il mondo dei lettori
e degli autori
un giro di solitudine
uno di ingratitudine
e un altro e un altro ancora
e un bicchiere infranto…

un bicchiere di cattivo cristallo
ch’era colmo se non di speranza
almeno d’una buona dose di gioia
infantile e un poco crudele

SILENZIO DI RASOIO

Vivo anch’io
il bisogno
di parole dolci
che mi facciano
cadere in ginocchio
con la faccia
spremuta
sul pavimento

Più non reggo
il lamento mio
e quello più lungo
degli stranieri
A lungo
dai miei occhi
le cascate del Niagara,
e il deserto
dell’anima mia
non è mutato

Più non ho parole
che siano di giustizia
Se i giorni ancora così
le labbra taglio via
con un colpo di rasoio
E in silenzio
il mio amen

MIA POESIA

Ma io che mai ho censurato
la misura del sentimento mio,
non lo puoi tu sapere quanto,
quanto a lungo ho sognato
di stringerti per la vita,
di coccolarti sull’adulta mia vita

A mani nude
dal collo strappato
quel crocefisso tuo d’oro
or cadente
dentro ai bianchi tuoi seni,
l’ho per te baciato e adorato
la prima vergine lacrima
nascondendo
allo sguardo tuo sì severo
già perso altrove
forse per altro amore

Ma non c’è che questa strada
fra silenzi e bassi casamenti,
e all’opposto lato
scheletri di sinistri rami
tesi all’infinito, sì tesi al domai
E non c’è che quest’amore
così presto rinnegato,
quest’amore fra noi, Mia Poesia

VIA PER SEMPRE

Penso, io penso debba esserci anche per noi un posto
che non sia la solita abitudine di fare le valigie
e partire via per sempre – per sempre dimenticati
e assassinati nel buio di un angolo e di un silenzio


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