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È ORA DI CHIUDERE – 3 poesie da “Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen” e la traduzione di “Closing Time”

È ORA DI CHIUDERE

3 poesie da “Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen”

Iannozzi Giuseppe

Donne e parole – Iannozzi Giuseppe – Il Foglio letterario

Donne e ParoleIannozzi GiuseppeIl Foglio letterario – ISBN 9788876066450 – pagine: 640 – © 2016 – prezzo: € 18,00

L’ULTIMO PASSO

Ho camminato la via,
e non è una poesia
Ho camminato
Ho inseguito
e mi sono inseguito

Alla mia maniera
ho cercato, ho cercato di dare
un senso a tutto questo
sbagliando sbadigliando sbancando
Alla mia maniera, colpevole sì,
ma solo delle impronte lasciate
sul freddo assassinio della vita mia

Così oggi penso che sono stanco
Tutto deve avere senza fiato una fine
perché ho camminato fino in fondo
Bene o male, l’ho fatto alla mia maniera
perché ho legato le stringhe delle scarpe
camminando sempre verso il sole o la luna
Per dio! L’ho fatto, sì che l’ho fatto,
fino a che le ginocchia han retto il peso

Non posso più sbagliare:
non è mio desiderio desiderare
né ho bisogno di sapere
che fine hanno fatto
gli amori miei giovanili
Ho camminato la via,
e non è stato per poesia
Mi sono inseguito
e ho inseguito senza risparmiare
il fiato per il domani
Così, lo capisci da te
che ora non posso più sbagliare

Ho perdonato e perduto lungo la via,
e il contrario, così oggi sono arrivato

Non posso più sbagliare
Alla mia maniera farò l’ultimo passo
per dare giusta sepoltura al mio assassinio

Non posso più esser perdonato
né lo desidero, come uomo
Così penso solo all’ultimo passo

Alla mia maniera sono arrivato

NESSUN ROSSORE

una andrà via col cuore spezzato
un’altra solo sarà impacciata
quando l’amore finito o iniziato

e nessun rossore per le mie rose

NUDI SOGNI SULLE TOMBE

A occhi aperti sogno
i sogni di coloro
che sognano le tombe
aperte
al cielo date scoperte

Profuma la Morte l’aria
di rame di carne, di vita
andata a male
pria del tempo
o per giusto completamento
Quanti fragili così esposti!
Destino li ha consumati
ben pria che avessero gioia
o nudo dolore da spargere
per la Terra col seme loro,
numero spropositato
per tentare l’azzardo di dirlo
alla Bestia

Scava profondo il becchino
la rugosa fronte nettandosi
di tanto in tanto
le tormentate budella sputando
nella fredda terra:
solo il bronzo delle campane
gli tiene compagnia da mane
a sera, e quando l’ufficio
del prete s’alza al cielo funesto
ecco le grida straziate di chi
l’amato ha perduto

Foglie cadono leggere,
per intero si spogliano
sotto la sferza del vento
che frusta i volti piangenti
e quelli dei bravi ridenti
– che nascosti assistono
alla sepoltura di chi
per una vita intera
hanno amato portar in odio

Sol resta nell’aria debole la scia
d’un pretesto per voltare la pagina
al domani in nera attesa

È ORA DI CHIUDERE

(Leonard Cohen – traduzione di Iannozzi Giuseppe)

Beviamo e balliamo,
la band suona da delirio
e la saggezza nel Johnny Walker è alle stelle
La Dolce Mia Compagna
è l’Angelo della Compassione,
struscia la gamba addosso a mezzo mondo
E ogni bevitore e ballerino
a lei guarda con il volto in allegria per ringraziarla
I violinisti suonano una melodia davvero sublime
E tutte le donne si spogliano della camicetta
E gli uomini ballano sul tappeto a pois
e ci si ritrova con un amante e subito dopo con nessuno
Sarà un casino quando i violinisti smetteranno di suonare
E’ ora di chiudere

E le donne si spogliano della camicetta,
e gli uomini danzano sul tappeto a pois
e ci si ritrova con un amante e subito dopo con nessuno
Sarà un casino quando i violinisti smetteranno di suonare
E’ ora di chiudere

Ah, siamo soli, siamo romantici
Il succo di mela corretto con l’acido
e lo Spirito Santo grida: “Dov’è il manzo?”
E la Luna danza nuda
e la notte d’estate è fragrante
di una prospettiva di sollievo
E così combattiamo e barcolliamo noi
sotto i serpenti e sopra la scala
fino alla Torre dove l’ora benedetta risuona

Giuro che è andata proprio così:
un sospiro, un lamento, un bacio affamato,
e i Cancelli dell’Amore si sono spostati di poco
Non posso dire sia successo molto altro da allora
a parte l’arrivo dell’ora di chiudere

Ti ho amata per la tua bellezza,
ma questo non mi fa sentire uno stupido:
anche tu eri lì per via della tua bellezza
e ti ho amata per il tuo corpo
C’è una voce che mi suona come quella di Dio
Dichiara, dichiara, dichiara che il tuo corpo sei proprio tu
E ti ho amata quando il nostro amore era benedetto
E ti amo anche adesso che non è rimasto nulla di più
della tristezza,
della sensazione che scaduto è il tempo
Sento la tua mancanza da quando
questo posto è andato distrutto,
e non m’importa di quello che è successo dopo
Sembra libertà, ma il sapore è di morte
Suppongo sia una via di mezzo
E’ ora di chiudere

E avverto la tua mancanza
da quando questo posto è andato distrutto,
e non m’importa di quello che è successo dopo
Sembra libertà, ma il sapore è di morte
Suppongo sia una via di mezzo
E’ ora di chiudere

Ah, beviamo e danziamo,
ma non sta accadendo niente di particolare,
e questo posto è morto come il Paradiso il sabato sera
E la compagna a me più prossima
mi fa annaspare e ridere:
deve avere almeno cent’anni,
ma indossa qualcosa di attillato
Tiro su gli occhiali davanti alla Tremenda Verità
che non può essere rivelata alle Orecchie della Gioventù
a parte dire che non vale granché
E questo fottuto posto impazzisce di nuovo,
una volta per il Diavolo e una per Cristo,
ma al Capo non piacciono questi eccessi
Veniamo colpiti da queste luci accecanti,
colti in flagrante da queste luci accecanti
E’ ora di chiudere

E questo fottuto posto impazzisce di nuovo,
una volta per il Diavolo e una per Cristo,
ma al Capo non piacciono questi eccessi
Veniamo colpiti da queste luci accecanti,
colti in flagrante da queste luci accecanti
E’ ora di chiudere

Ti ho amata quando il nostro amore era benedetto
e ti amo anche adesso che non ne rimane niente
Ma è già l’ora di chiudere
E mi manchi da quando questo posto è stato distrutto
dai venti del cambiamento e dalle droghe del sesso

Iannozzi Giuseppe intervistato da Isabella Difronzo

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