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L'UNICO PAESE 'CIVILIZZATO' CHE HA FAVORITO L'OMICIDIO DI UN'INFINITA' DI GIUDICI

Falcone e Borsellino trasferiti all'Asinara

Nell’agosto del 1985 Falcone e Borsellino, minacciati dalla mafia, vennero costretti all’esilio con le famiglie sull’isola del Diavolo. E anche per loro quel paradiso fu un inferno.
È la seconda settimana di agosto del 1985, sette anni prima. Sette anni prima delle bombe di Capaci e di via D’Amelio. I due giudici sono in pericolo. Con le loro famiglie, «per motivi di sicurezza», vengono deportati nel carcere dell’Asinara.
 Il 6 agosto i macellai di Totò Riina avevano ucciso a colpi di kalashnikov il vicequestore Ninni Cassarà e l’agente Roberto Antiochia, il 28 luglio era caduto sul molo di Porticello anche il commissario Beppe Montana
Come faranno a ultimare l’istruttoria? Quando potranno visionare tutti i documenti? Quando torneranno in Sicilia? È una corsa contro il tempo. Isolati, non possono comunicare con l’esterno. Vietato telefonare in Tribunale, vietato mettersi in contatto con il ministero. Troppe spie, troppi traditori.
 Alla fine di agosto un elicottero  scarica centinaia di faldoni con in evidenza una grande scritta: “Abbate Giovanni + 706”. Tutti esultano.
La foresteria dell’Asinara diventa una succursale dell’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo. Migliaia di fogli, la confessione di Tommaso Buscetta, la documentazione bancaria dei cugini Salvo di Salemi, le perizie balistiche sull’omicidio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Poi, una mattina, arriva la comunicazione ufficiale: «Potete tornare in Sicilia». Il maxi processo inizierà nel febbraio del 1986 e si concluderà nel dicembre del 1987 con 19 ergastoli e pene per 2665 anni di carcere. Il primo successo Dello Stato contro Cosa Nostra. Scritto da Manuela Ghizzoni


Nel frattempo a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sarà notificata in ufficio una fattura da saldare: 415.800 lire a testa per le bevande consumate durante i venticinque giorni all’Asinara. È il conto dell’amministrazione penitenziaria, uno dei tanti “regali” dello Stato italiano ai giudici del pool antimafia.  

E' l'ultimo insulto  al giudice Falcone?  No, nell'84 la mancata nomina al progetto di un gruppo di magistrati che si occupasse di una medesima indagine, diluendo i rischi e le responsabilità personali  sviluppato da Antonino Caponnetto (subentrato a Chinnici, ucciso il 29 luglio 1983) che, nel marzo 1984, avrebbe poi costituito un gruppo di lavoro composto da quattro magistrat Dopo l'abbandono dell'incarico di Caponnetto per ragioni di età e di salute, alla sua sostituzione vennero candidati Falcone, e Antonino Meli. Nel settembre 1987, dopo una discussa votazione, il Consiglio Superiore della Magistratura nominò Meli.[1] A favore di Falcone, votò anche il futuro Procuratore della Repubblica di Palermo, Gian Carlo Caselli,
Inoltre nell'89quando avvenne l'attentato aall'Addaura   vi  fu anche chi dise che era stato lo stesso Falcone a organizzare il tutto per farsi pubblicità     -Leoluca Orlando sindaco di Palermo-






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