Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Vegana dal 1991

Oggi voglio raccontarvi come sono diventata vegana, una storia lunga che parte da lontano e che spero possa offrire spunti a chi sente qualcosa dentro ma non sa dargli un nome.

Parole crude vs carne morta

A 15 anni di fronte a un piatto di Carne servito a tavola sentivo dire a mio fratello, vegetariano, frasi del tipo “c’è puzzo di morte” o “mangialo tu un cadavere!” e devo dire che le sue parole mi ghiacciavano non poco! Un po’ perché in effetti diceva il vero, così, senza filtri, senza tanti rigiri di parole. Un po’ perché comunque era mio fratello a pensarla così, un po’ perché a 15 anni sei sensibile come una bambina ma abbastanza grande per fare delle riflessioni… e così ho cominciato a ragionarci: un po’ con la testa e un po’ col cuore.

 La difficoltà di privarsi della carne con il mero ragionamento

Ma se tolgo la carne cosa mangio che non mi piace niente e non mangio le verdure (da brava bambina viziata, terza di tre fratelli che-la-mia-mamma-non-ne-poteva-più-e-ha-gettato-la-spugna)?!

Che poi forse anche le piante hanno un’anima, forse anche loro soffrono.

Sì va be’ ma certamente meno di un animale.

E qualcosa dovrei mangiare… Forse potrei mangiare meno carne.

Ma non si tratta solo della cotoletta o della fettina: c’è il ragout, il prosciutto, la mortadella, il tonno, il pollo, le lasagne (cioè quelle poche cose che mi piacevano!!!).

Così intanto, pensa che ti ripensa, ho deciso di togliere il superfluo: non ho più comprato scarpe in cuoio, borse o cinture in pelle o foulard di seta (non che a 15 anni ne portassi in realtà).

Dipende tutto dall’importanza che noi diamo alla vita dell’uno o dell’altro animale

Qualcosa era scattato in me: complice l’educazione ad osservarmi intorno e ad apprezzare la natura, ricevuta da mio padre, tutto a un tratto ho cominciato a soffermarmi su stormi di uccelli, ad incantarmi di fronte ad un branco di pesci, a sognare animali di ogni tipo. Ricordo una sensibilità nuova verso gli animali che trovavo per strada (un gattino che ogni volta mi accoglieva in piazza quando andavo a scuola, aspettando poi qualcosina da mangiare, finché una mattina non c’era più… disperazione). Poi ho letto l’Anello di Re Salomone dell’etologo Konrad Lorenz con il suo brano sull’imprinting e lì ho capito: ho capito che è tutta una questione di cultura, di una diversa considerazione da parte nostra del diritto alla vita dell’uno o dell’altro animale semplicemente per quanto ci fa tenerezza! Sì perché cane e gatto sono nostri compagni di vita e non si mangiano, per alcuni anche coniglio e cavallo sono parte della famiglia e quindi non si mangiano. Mentre la mucca è nata per essere mangiata (mi è stato detto pure questo…!), così il maiale o la gallina.

Ebbene e se tu crescessi in casa con un’ochetta, un agnellino o un maialino senza mamma al quale dai il biberon?

Che differenza ci sarà mai con un gatto?! Cosa vi unirebbe se non l’amore?!

E a quel punto lo mangeresti? Probabilmente no.

(to be continued…)

L'articolo Vegana dal 1991 proviene da mi sento fortunata.



This post first appeared on Mi Sento Fortunata, please read the originial post: here

Share the post

Vegana dal 1991

×

Subscribe to Mi Sento Fortunata

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×