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Che fatica amare tra silenzi e attese!

Che fatica Amare Tra Silenzi e attese!
Fermata Spettacolo

Gli amori difficili”, lo spettacolo portato in scena all’Outoff dal regista Lorenzo Loris, riprende cinque storie di Italo Calvino, tratte dall’omonimo volume di racconti edito nel giugno del 1970. Le storie sono state scritte dallo scrittore nato a Cuba tra il 1949 e il 1967.

Lo scrittore non parla propriamente di amori quanto di avventure (questo sarà anche il titolo di un’edizione francese del volume); avventura intesa come rischio, come tentativo di superamento dei meccanismi imposti “da una natura e una società spietata”, perché il fine di Calvino è scoprire nella “meschina e trita assurdità del quotidiano” la fatica di amare ed essere amati.

Lorenzo Loris segue da vicino Calvino su questa strada, ricostruendo grazie anche a una scenografia essenziale ma efficace, e a un gioco di luci che sottolinea i momenti di maggiore introspezione dei personaggi, certe atmosfere, certi ambienti popolari: lo scompartimento di un treno di seconda classe, una casa di operai, l’abitazione di una prostituta, un bar alle prime luci dell’alba, un auto che viaggia sulla strada di notte. Il tutto in una città, fredda, distante che sembra non accorgersi della vita che pulsa al suo interno.

I racconti si incastrano l’uno nell’altro. A fare da filo conduttore, è “L’avventura di un viaggiatore” (1957) che deve raggiungere la sua amata a Roma e vive il viaggio, non certo agevole, con uno spirito gioioso in attesa dell’incontro con la donna, stringendo il gettone telefonico con il quale l’avvertirà del suo arrivo.

Gettone telefonico che ritorna anche nel racconto finale “L’avventura di un automobilista”, in cui i personaggi, indicati con le lettere delle incognite X,Y,Z delle equazioni e i luoghi, definiti come A e B, rappresentano in modo evidente l’impossibilità di risolvere certi problemi di comunicazione, molto più complessi di un’equazione. La telefonata senza risposta alla donna con cui aveva avuto un alterco, rimette in discussione tutte le sue certezze e la paura di venire abbandonato per un altro.

All’interno di questi due episodi, ve ne sono altri tre: quello della moglie – il titolo è appunto “L’avventura di una moglie” (1958) – che rientra a casa alle prime luci dell’alba, dopo aver trascorso la serata con un giovane amante, e scopre con stupore e piacere la città che si sveglia con i personaggi smarriti che le ruotano intorno,  e “L’avventura di due sposi” (1958), separati dai loro turni di lavoro in fabbrica e impossibilitati ad esprimere come vorrebbero i loro sentimenti.

L’unica storia che appare un po’ fuori registro è “L’avventura di un bandito” (1949) che risente molto di un certo stile hemingwayiano del Calvino prima maniera e si adatta meno facilmente ad essere inquadrato nel contesto più problematico che gli altri racconti sanno suscitare. In ogni caso, l’episodio viene riabilitato dalla capacità degli attori (soprattutto Gigio Alberti) di dare un tono grottesco e divertente alla situazione di scambi e sostituzioni nel letto della matura e disillusa prostituta.

Gli attori sulla scena sono tre: il già citato Gigio Alberti, Monica Bonomi e Nicola Ciammarughi, che si calano nei diversi ruoli con la capacità di entrare nei personaggi che interpretano ma anche di starne sulla soglia, descrivendo dall’esterno, con le parole e l’humour dello scrittore, i movimenti fisici e dell’animo che li muovono, mantenendo pur sempre una loro credibilità drammaturgica.

Sul palco, la colonna sonora dello spettacolo è affidata a Gemma Pedrini che, con il suo contrabbasso, oltre a seguire i ricordi musicali del viaggiatore ed eseguire vari altri brani di sua produzione, mima anche i rumori di scena: il ronzio del condizionatore, il finestrino che si apre, ecc.

Uno spettacolo che aiuta a conoscere Italo Calvino e la sua ironica e tagliente capacità di vivisezionare i sentimenti, le emozioni delle persone comuni,  di cogliere con un certo distacco, quasi sociologico, gli aspetti più contraddittori dell’animo umano. Con esiti poetici significativi: il letto caldo solo da una parte dei coniugi divisi dai loro obblighi di lavoro (Monicelli ne prese spunto per un suo film); l’attesa del viaggiatore, la cui notte passata in treno, diventa una vera notte d’amore, “una perfetta notte d’amore al dirompere crudele dei giorni”; alla notte “brava” della moglie alla quale, più che il tradimento in sé, conta l’essere “uscita da una minorità”, di essere alla pari alla faccia del mondo.

Lo spettacolo resterà in cartellone fino al 9 aprile con una ripresa dal 18 al 30 aprile.

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