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Internazionalizzarsi grazie all’ecommerce

Le esportazioni sono sempre più importanti per l’economia italiana: oltre un quarto della domanda finale proviene da mercati esteri.

L’export italiano continua infatti a crescere (nel 2017 sono stati esportati beni per un valore di 448,1 miliardi di euro (+ 7.4 rispetto al 2016, Fonte: Reuters.com), ma deve tenere il passo con i tempi puntando sul commercio online che nel mondo vale oltre duemila miliardi di dollari per il Business to Consumer (B2C) e oltre 22mila miliardi per gli scambi tra imprese (B2C) (Fonte: Sole24Ore).

L’export che passa attraverso i canali digitali nel 2017 ha raggiunto un valore di mercato di 9,2 miliardi di euro (+23% rispetto al 2016, Fonte Sole24Ore). I principali mercati di sbocco per le vendite online italiane sono l’Europa e gli Stati Uniti; si rafforza inoltre nel tempo la presenza di Russia, Sud-Est asiatico, Cina e Giappone.

Ecommerce mondiale B2B e B2C: Cina, Russia, USA

L’ecommerce mondiale (448 miliardi di euro nel 2017), interessa attualmente circa 2 miliardi di consumatori, numero che, secondo alcune stime, potrebbe raddoppiare in tempi rapidi e i prossimi 2 miliardi arriveranno principalmente dai Paesi in via di sviluppo.

Le potenzialità di crescita sono enormi e un segmento crescente e da non trascurare è quello del B2C. Nato dall’interesse primario dei consumatori, l’ecommerce sta infatti diventando interessante anche per il commercio tra aziende: l’ecommerce B2C cinese, con un valore di 752 miliardi di euro e un’incidenza del 35% sul mercato globale, è in questo momento il leader mondiale; quasi il 38% della popolazione cinese è un acquirente cross border, che compra cioè online prodotti o servizi offerti da siti stranieri o da apposite piattaforme cinesi. Nel 2017 le vendite online verso la Cina hanno continuato la crescita degli ultimi anni, superando il valore di circa 90 miliardi di euro (Fonte: osservatori.net).

Stati Uniti ed Europa continuano a crescere come mercati ecommerce ed entrambi offrono alle aziende italiane ottime opportunità. Infine, la Russia, con un mercato ecommerce B2C che è raddoppiato negli ultimi tre anni, è un’area promettente per lo sviluppo di una strategia di export online.

L’ecommerce come strategia di internazionalizzazione

Identificare il modello di export digitale più idoneo alle caratteristiche della propria azienda è fondamentale per avere successo.

Gli strumenti tradizionali a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese quali finanziamenti agevolati all’esportazione, assicurazione sui crediti, partecipazioni di Simest al capitale di imprese estere, non sono più sufficienti nel mercato globale, che necessita di nuove proposizioni commerciali, estremamente dinamiche per rispondere alle esigenze di immediatezza dei clienti.Senza dimenticare che il processo tradizionale di internazionalizzazione una PMI magari poco strutturata può essere lungo e complesso.

Per le imprese italiane l’ecommerce è un ottimo strumento di export perché fornisce in molti casi una soluzione ai possibili limiti strutturali delle Pmi.

L’ecommerce è senza dubbio uno dei canali che, più rapidamente, permette di approcciare i mercati esteri.

Uno dei motivi principali è che ormai l’abitudine dei consumatori stranieri all’acquisto online è più che consolidata, più di quanto non avvenga in Italia, mercato considerato ancora in via di sviluppo per quanto riguarda il commercio elettronico.

Questo vale soprattutto quando si opera nell’ambito di alcune specifiche categorie merceologiche, come moda, trasporti, prodotti tecnologici, libri etc.

La reticenza opposta da alcune aziende all’ecommerce è legata alla considerazione che esso risulta troppo complesso da gestire internamente. In particolare molte aziende considerano degli ostacoli nella:

  • regolamentazione del mercato,
  • negli aspetti fiscali che lo connaturano,
  • nella logistica.

Oggi tuttavia esiste un’ampia rosa di soluzioni dedicate alle diverse realtà aziendali, che permette di esternalizzare in toto, o parzialmente, le aree più critiche dei processi dell’ecommerce, per le quali le piccole realtà italiane non sono strutturate internamente: store management, gestione della logistica, magazzino dedicato, customer care ed altri aspetti performanti quali il digital marketing e le analisi CX/UX.

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