“A Roma non si vince mai. Perché?”. Tra le tante motivazioni messe sul piatto dal cosiddetto “ambiente romano” c’è anche quella della mancanza di uno sponsor sulla maglia della Roma che manca ormai dalla stagione 2011/2012. Al di là di qualche sporadica partnership “una tantum” (Sky Sport o la onlus di casa “Roma Cares”), per la nuova società americana la valorizzazione del brand “A.S.Roma” è tanto importante quanto complicata e le indagini di mercato praticamente non si fermano mai.
Fatto sta che tra il giusto ritorno di immagine ma soprattutto i giusti introiti sono 5 anni che nelle casse della società giallorossa non entra nemmeno un euro.
Secondo le ultime informazioni pubbliche sarebbe una giovane manager, Kaitlyn Colligan, assunta da Pallotta anche per il fondo Raptors, la persona giusta per trovare una sponsorizzazione per la A.S. Roma, a patto però che il Presidente abbassi le richieste fin qui ritenute eccessive da tutti, dalla Cina al resto dell’est asiatico. E poi c’è da aggiungere anche lo sponsor per il nuovo Stadio, un main sponsor insomma che sia disposto a mettere il proprio nome sia sullo stadio sia, volendo, sulla maglia.
Niente a che vedere con quello che succede in Premier League dove ormai gli appassionati del settore si possono sbizzarrire nello scoprire ogni anno le nuove aziende che mettono il proprio nome sulle maglie delle squadre inglesi. Da un estremo all’altro insomma, perché in Italia (chiedere al presidente FIGC Tavecchio) molti curiosi aspettano i cartelloni pubblicitari che campeggeranno durante la partita Italia-Germania il prossimo 15 novembre.
Tornando in Inghilterra, allora sembrano quantomeno antiche le immagini della maglia del Tottenham di qualche anno fa dove campeggiava il logo Mansion.com. Quest’ultimo, che è anche quello di Casino.com, è stato uno dei primi accordi di sponsorizzazione tra le squadre di Premier e le società di gioco online.
L’altro anno sempre la stessa “casa” ha annunciato un doppio investimento nella massima serie inglese con le due squadre neopromosse Crystal Palace e AFC Bournemouth.
Un mix di ritorno di immagine ed introiti che evidentemente ha fatto comodo a tutti. In Italia, invece, non sembra così.
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