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The Batman recensione film di Matt Reeves con Robert Pattinson e Zoë Kravitz [Anteprima]

The Batman recensione film di Matt Reeves con Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Paul Dano, Colin Farrell, Jeffrey Wright, Peter Sarsgaard e Jayme Lawson

Girato in piena pandemia con tanto di positività del protagonista Robert Pattinson nel bel mezzo delle riprese, arriva finalmente nelle sale l’atteso reboot di The Batman. Le vicende che hanno avvolto ormai da anni i film basati sui personaggi della DC Comics sono arcinote, e sono giunte al culmine con l’annosa vicenda della Zack Snyder’s Justice League; ma la scelta di affidare la rinascita del franchise di Batman a un regista del calibro di Matt Reeves, che già si era fatto notare con gli ultimi due capitoli de Il pianeta delle scimmie, è stata assolutamente vincente.

Presentandoci un Batman nei primi anni della sua carriera di vigilante, ancora vendicativo e pronto agli scatti di ira nel dare la caccia ai criminali, questo Batman ci dà una figura di supereroe molto più umana e vulnerabile, rispetto al pur indimenticabile Uomo Pipistrello di Christopher Nolan e Christian Bale. Già anticipato dal suo ruolo di co-protagonista in Tenet dello stesso Nolan, Batman segna il ritorno definitivo ai blockbuster di Robert Pattinson che, dopo le esperienze in parte deludenti di Harry Potter e Twilight, si era ritagliato una lunga parentesi nel cinema indie americano che aveva fatto spiccare maggiormente le sue doti recitative.

Robert Pattinson è Batman (Credits: Warner Bros. Pictures & © DC Comics)
Paul Dano è l’Enigmista (Credits: Warner Bros. Pictures & © DC Comics)

Per plasmare il suo Batman, Reeves è stato bene attento a tenersi per quanto possibile lontano dai due precedenti modelli incarnati da Burton e da Nolan. Più che alle precedenti versioni cinematografiche del personaggio, Reeves sembra aver guardato a Blade Runner, a Seven e in generale alla tradizione delle detective stories.

Questo nuovo Batman è infatti concepito come una lunga indagine che porta il protagonista e gli altri personaggi del film faccia a faccia con il lato oscuro di Gotham: seguendo gli indovinelli e li indizi che lascia dietro di sé l’inafferrabile Enigmista (Paul Dano) nella sua crociata omicida contro i corrotti della città, Batman e i suoi alleati si trovano a dover al tempo stesso combattere e dialogare con una serie di pericolosi criminali, dal Pinguino (un irriconoscibile Colin Farrell) a Carmine Falcone (John Turturro), fino ad un’ultima, gradevole sorpresa finale. In questo Batman cambia anche il ruolo del maggiordomo Alfred che, dopo Michael Caine e Jeremy Irons, viene qui interpretato dall’iconico Andy Seriks, che già aveva collaborato con Reeves per Il pianeta delle Scimmie: Alfred però non è più una figura paterna per l’orfano Bruce Wayne, è un ex agente dei servizi segreti che, passato al servizio della famiglia Wayne, deve innanzitutto proteggere Bruce dal passato della sua famiglia, dopo l’omicidio dei genitori.

Colin Farrell è Pinguino (Credits: Warner Bros. Pictures & © DC Comics)
Sulle tracce dell’Enigmista (Credits: Warner Bros. Pictures & © DC Comics)

Uno dei punti forse più problematici di questo nuovo Batman è la sua fotografia: per quanto coerente con la scelta di mostrare il supereroe secondo un’ottica ancora più dark e cupa del solito, la fotografia del cinecomic alterna momenti da antologia ad altri in cui il buio fa fin troppo da padrone, rendendo alcune inquadrature non sufficientemente visibili.

Poco convincenti risultano anche i voice over, che nulla hanno a che spartire quanto capacità di riflessione rispetto alla trilogia di Nolan, che era una vera e propria riflessione sul potere taumaturgico del simbolo, sulle ambiguità dello stato d’eccezione, sulla crisi di sfiducia nei confronti delle istituzioni che aveva colto gli Stati Uniti all’indomani del’11 settembre. Nondimeno, pure è interessante rilevare, nel confronto con la trilogia di Nolan, come da un lato la collaborazione tra Batman e la polizia sia più salda, con il vigilante apertamente coinvolto da Gordon nelle indagini nonostante le resistenze di alcuni suoi superiori; dall’altro lato, via via che l’investigazione del supereroe e di Gordon avanza, emerge in maniera sempre più nitida una totale e reciproca infiltrazione, quasi un’equivalenza, tra la criminalità e le istituzioni.

Robert Pattinson è Bruce Wayne (Credits: Warner Bros. Pictures & © DC Comics)
La nuova Batmobile in The Batman di Matt Reeves (Credits: Warner Bros. Pictures & © DC Comics)

Alla fine, come inevitabile dopo l’esempio del Joker di Todd Phillips, lo stesso mito di Thomas Wayne, l’eroico padre idealizzato di Bruce, decade.

Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi“, scrisse Brecht nel suo Galileo, concepito negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Sentenza inappellabile che riguarda anche il nostro tempo: dopo l’11 settembre, tutto il cinema hollywoodiano degli ultimi venti anni è stato occupato dal proliferare di narrazioni supereroistiche, che hanno via via occupato sempre più spazio nell’immaginario collettivo fino a mettere in ombra quasi tutti gli altri franchise. Ma – preceduto in questo dal grandioso Logan di Mangold, dal già citato Joker, anche dai finali di Avengers: Infinity War ed Endgame se vogliamo – il nuovo Batman di Matt Reeves si inserisce al meglio nel sempre più nutrito filone “decostruzionista” dei supereroi. Forse non si avvertiva il bisogno stringente di un nuovo Batman, con il ricordo ancora fresco del “Batfleck” di Zack Snyder e l’annunciato ritorno in tuta di Michael Keaton nel prossimo The Flash; ma senza dubbio questo reboot sa al tempo stesso rispettare la tradizione e rinnovare la narrazione del personaggio, e sa piantare bene le radici per una nuova trilogia.

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