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Francis Ford Coppola tra polemica ai film Marvel e Megalopolis con Oscar Isaac, Zendaya e Michelle Pfeiffer

Francis Ford Coppola tra la polemica ai film Marvel ed il suo dream project Megalopolis con Oscar Isaac, Zendaya, Michelle Pfeiffer e Cate Blanchett

Il maestro Francis Ford Coppola, che si appresta a celebrare il 50esimo anniversario de Il Padrino, in una lunga intervista a GQ si aggiunge al lungo filone di critici del divampante genere dei film sui supereroi – in Italia chiamati “cinecomics” – definendoli i film degli Studios, ossia film commerciali supportati dal sistema Hollywoodiano che adesso stravede per i film Marvel, che altro non sono secondo il celeberrimo cineasta che una sorta di film prototipo o canovaccio – la famosa serie finita di temi e situazioni ripetuti all’infinito a cui si riferì Martin Scorsese parlando dei film theme park, proprio davanti ai nostri occhi durante il BFI London Film Festival del 2019 – che viene ripetuto ancora ed ancora secondo una formula prestabilita, sembrando di cercare ogni volta diverso.

Il riferimento al sistema Hollywood nasce sia dai trascorsi del maestro, che ha dovuto autofinanziare Apocalypse Now perché nessuno Studio credette in lui, sia al suo prossimo progetto, l’ambiziosissimo Megalopolis con un potenziale cast incredibile costituito da Oscar Isaac, Zendaya, James Caan, Cate Blanchett, Michelle Pfeiffer, Forest Whitaker, Jon Voight e Jessica Lange. Anche Megalopolis corre il rischio di non trovare alcun supporto economico da parte di Hollywood, con l’intero budget di 120 milioni di dollari che potrebbe essere coperto interamente da Coppola, pur di realizzare il suo dream project scritto agli inizi degli Anni ’80.

Apocalypse Now

Francis Ford Coppola ne ha anche per Denis Villeneuve e Cary Fukunaga, registi che considera talentuosi ed artisticamente dotati, autori di film definiti buoni come Dune e No Time to Die che tuttavia sono per il maestro interscambiabili sequenza per sequenza, in quanto Hollywood richiede quelle scene e quelle situazioni sullo schermo, sempre con la “stessa roba” dentro che serva anche a giustificare gli altissimi budget dei blockbuster.

Il regista di capolavori come La conversazione e cult come I ragazzi della 56ª strada e Dracula di Bram Stoker, esorta il cinema moderno a parlare davvero ai giovani – anziché riempirli di formule come quella Marvel – in toni positivi e per trasmettere loro speranza, indicando una strada per impegnarsi a migliorare i problemi della società in cui viviamo, perché un’alternativa è sempre possibile e nasce dal confronto costruttivo tra le persone, interrogandosi se ci siano soluzioni migliori che andrebbero intraprese per il benessere comune. Un’utopia forse, ma è l’utopia che Francis Ford Coppola sogna per l’influenza che il cinema può davvero avere nei confronti delle nuove generazioni. Cinema che deve tornare ad essere arte personale ed individuale scevra da formule prestabilite.

Il Padrino, epilogo: La morte di Michael Corleone di Francis Ford Coppola con Al Pacino (Credits: Paramount Pictures)

Tornando a Megalopolis, i sopra menzionati concetti di utopia, arte personale, dialogo con le generazioni e benessere comune si fondono in una storia d’amore, lotta di classe e libertà che è anche un’indagine filosofica sulla natura dell’uomo. Ambientata in una New York intrisa di echi dell’antica Roma che potrebbe chiamarsi New Rome ed ispirata a La congiura di Catilina, questa storia d’amore vede al centro una donna divisa tra la fedeltà a due uomini che rappresentano essi stessi un differente principio filosofico: il padre, che l’ha cresciuta ed educata agli scritti latini, devoto alla società classica di Marco Aurelio; l’amante, nemico del padre e fiero progressista, che vorrebbe fare tabula rasa e portare la società a saltare nel futuro per riscoprirsi illuminata, amichevole e gioiosa.
I due protagonisti maschili, ispirati a Catilina e Cicerone, dovrebbero essere interpretati rispettivamente da Oscar Isaac e Forest Whitaker, con Zendaya al centro della storia.

Il desiderio di Francis Ford Coppola è che Megalopolis anzitutto veda la luce, e che possa diventare una visione classica per le presenti e future generazioni, spinte a chiedersi se la società in cui viviamo sia davvero l’unica a nostra disposizione, e discuterne insieme.

Utopia è probabilmente il termine appropriato per definire Megalopolis, che non ha ancora una data di inizio produzione né un budget stanziato, anche se Coppola ribadisce che è pronto a rischiare anche il suo patrimonio personale affinché il suo sogno divenga realtà e possa arrivare sul grande schermo, senza temerne l’eventuale impatto finanziario negativo.

Da parte nostra, anche noi speriamo che Megalopolis possa aggiungersi alla filmografia del maestro di Apocalypse Now e Il padrino.

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