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Loki: spiegazione e riferimenti della serie Marvel Disney+ e anticipazioni sul futuro del MCU [Multiverse of MadMass]

Loki: spiegazione e riferimenti della serie Marvel Disney+ e anticipazioni sul futuro del MCU nel nuovo numero della rubrica Multiverse of MadMass

Loki: spiegazione e riferimenti della serie Marvel Disney+
Loki e il Multiverso Marvel
Time Variance Authority, Colui che Rimane e Kang il Conquistatore

Fin dallo sbarco in forze dei Marvel Studios su Disney+, tra le serie originali Loki era probabilmente la più attesa, forse anche più della bellissima WandaVision.

E al netto di ogni critica da social (purtroppo oggi bisogna fare inesorabilmente i conti con tutta l’aria fritta che gira sui social network e che inquina l’essenza della critica), la serie creata da Michael Waldron e con la regia di Kate Herron non solo ha tenuto botta, ma anche ha continuato a dimostrare l’incredibile lungimiranza degli Studios, la loro sopraffina capacità creativa, e l’intelligenza con cui hanno messo in scena la cultura pop della Marvel Comics rendendola l’avanguardia dell’audiovisivo degli anni Venti.

Ormai è cosa risaputa la sapienza di Kevin Feige a selezionare il meglio della decennale storia cartacea di Captain America e soci, catturare l’essenza dei personaggi, il loro nucleo ribollente, e rimescolare le carte delle varie linee narrative che li hanno visti coinvolti sui mensili da edicola.

Loki: spiegazione e riferimenti della serie Marvel Disney+ (Credits: Marvel Studios/Disney+)
Sophia Di Martino e Tom Hiddleston (Credits: Marvel Studios/Disney+)

Loki: spiegazione e riferimenti della serie Marvel Disney+

LEGGI ANCORA: Loki, la recensione della serie TV Marvel Disney+

Loki, così come Wanda Maximoff e Visione (e come Falcon e il Winter Soldier), sono sempre stati character importanti per le storie Marvel, ma mai veramente centrali e titolari di testata. Forse proprio per questo, negli anni gli autori che ne hanno scritto le storie hanno potuto giostrare meglio i loro caratteri e le svolte delle loro vite, stravolgendoli magari ma rendendoli sempre avvincenti e spettacolari nella loro intensità tridimensionale.

Stesso discorso per il Loki di Waldron: un passo indietro.

Nella mitologia norrena, Loki o Loptr è il dio degli inganni e dell’astuzia, nonché della distruzione.

La sua figura è ambivalente (e anche, come si dice oggi, fluid gender): lo stesso etimo del nome riporta al fuoco, simbolo sia di civilizzazione che di distruzione. Loki Laufeyson appare nei fumetti nel 1962, su Journey into Mystery #85, ad opera dei soliti Stan Lee e Jack Kirby.

La sua figura è cambiata molto negli anni, addirittura stravolta in tempi recenti: nell’evento Avengers Disassembled, ad opera di Brian Michael Bendis, Thor e gli altri dei di Asgard scompaiono con l’avvento del Ragnarok.

Sylvie e Loki (Credits: Marvel Studios/Disney+)
Tom Hiddleston, Gugu Mbatha-Raw e Sophia Di Martino (Credits: Marvel Studios/Disney+)

Nell’oblio per diversi mesi, al loro ritorno sarà Thor a recuperarli, e ognuno di loro avrà un corpo “nuovo”: a Loki tocca quello della dea Sif. In questa nuova forma femminina, Loki si accorda con il dottor Destino e con altri villain sotto la guida del mefistofelico Norman Osborn, formando l’oscura Cabala durante l’evento Dark Reign della Marvel.

Da qua partono una serie di trasformazioni fisiche per il figlio dei Giganti del Ghiaccio: dopo Lady Loki, torna in possesso del suo corpo originario per essere ucciso dal dio della Guerra Ares durante il crossover Assedio.

Ovviamente il fratellastro del dio del tuono non poteva restare morto: ed eccolo tornare per le strade di Parigi con le fattezze di un giovanotto adolescente di nome Serrure. È in questo modo che torna ad Asgard, dove una gazza lo porterà attraverso un viaggio mistico incontrando la sua “vecchia versione”, che si riversa proprio nell’uccello nero diventando la guida spirituale di Serrure, con il nome di Ikol.

Sophia Di Martino (Credits: Marvel Studios/Disney+)
Loki e Sif (Credits: Marvel Studios/Disney+)

Il giovane Loki scopre in seguito che parte della sua essenza è rimasta legata ad un artefatto che avrebbe consentito a Mefisto di dominare il mondo: in realtà è tutta una macchinazione di Ikol per riavere il controllo di un corpo, cancellando la coscienza della sua versione giovane.

Successivamente, si allea con un parassita alieno interdimensionale che attacca i Young Avengers: anche questo è però un macchinoso piano per riavere il suo corpo adulto uccidendo il sé bambino.

La storia del Loki cartaceo è insomma labirintica, da far perdere il sonno: inevitabile allora la scelta dei Marvel Studios di semplificare tutto, affidando in buona parte la riuscita del personaggio su grande schermo ad un attore di stampo teatrale come Tom Hiddleston, dotato anche di un notevole carisma.

Tom Hiddleston (Credits: Marvel Studios/Disney+)
Loki:  anticipazioni sul futuro del MCU (Credits: Marvel Studios/Disney+)

Con lui, il dio degli inganni prende il meglio di ogni sua versione diventando beffardo e scivoloso nelle intenzioni, capace anche di rubare la scena al protagonista dei film Chris Hemsworth (aka Thor).

Una versione che ha preso forma pian piano e che proprio nei sei episodi della serie Disney+ ha raggiunto il suo apice, mostrando lati nascosti del carattere e un approfondimento emotivamente coinvolgente.

È infatti nei sei episodi che il Loki di Hiddleston è stato messo di fronte ai suoi misfatti dalla TVA, costretto a guardare e riflettere su alcune azioni disumane (come l’omicidio della madre), e quindi portato ad un’ulteriore progressione psicologica, diventando ancora più sfccettato e quindi affascinante.

Non poco ha giovato l’aggiunta nella storia delle ormai celebri “varianti”: fondamentalmente, versioni di Loki che nei fumetti erano proprio lui, e che in tv sono diventati le varianti dimensionali in un gioco di scatole cinesi che ha tenuto banco per tutta la durata della prima stagione.

Richard E. Grant è Loki Classico (Credits: Marvel Studios/Disney+)
DeObia Oparei è Boastful Loki (Credits: Marvel Studios/Disney+)

Da Lady Loki – poi Sylvie – al Loki Classico (uno straordinario Richard E. Grant, per alcuni, a ragione, la perfetta incarnazione del Loki di Kirby) fino alla Rana del Tuono (sic!!!), le varie declinazioni possibili del personaggio hanno permesso di mettere a fuoco il protagonista. Che alla fine è uscito come uno dei personaggi più ricchi e interessanti del MCU.

Dal punto di vista narrativo, i Marvel Studios hanno invece quasi totalmente stravolto la storia conosciuta dai fumetti: ma anche qua sono riusciti a restituire una storyline coerente e profondamente marveliana, ovvero con uno sviluppo psicologico sempre centrato e colpi di scena ad ogni svolta.

Senza dimenticare la cosa più importante: ovvero che Loki è stata in assoluto la prima serie pensata per la televisione con un’importanza fondamentale per il futuro dei film e dell’intera produzione del MCU.

Cronologicamente, Loki si svolge subito dopo gli eventi del film Avengers: Endgame e subito prima delle serie WandaVision e The Falcon & The Winter Soldier.

Le novità fondamentali che Loki porta all’interno del Marvel Cinematic Universe sono comunque due: la certezza circa l’esistenza del Multiverso e l’arrivo di un personaggio centrale come Kang il Conquistatore.

Loki e le sue varianti (Credits: Marvel Studios/Disney+)
DeObia Oparei, Jack Veal e Richard E. Grant (Credits: Marvel Studios/Disney+)

Loki e il Multiverso Marvel

Quello del Multiverso è un concetto di fisica teorica che postula l’esistenza di universi coesistenti fuori dal nostro spaziotempo, denominati anche dimensioni parallele, proposto la prima volta nel 1957 da Hugh Everett III.

In Marvel, il Multiverso è invece l’intuizione che ha permesso agli autori di scrivere e creare diverse versioni dello stesso personaggio senza rinnegarne quindi passato o continuità narrativa: quella dove sono ambientate le avventure della continuity ufficiale dei fumetti è denominata Terra-616, mentre i film dei Marvel Studios avvengono su Terra-199999.

Ad esempio, nasce da questi presupposti, lo Spider-Man ispanico Miles Morales, vero best seller moderno nonché protagonista di quel gioiello che è Spider-Man: Un nuovo universo (Spider-Man: Into the Spider-Verse), con la regia di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman, vincitore nella sezione miglior film d’animazione ai Golden Globe e agli Oscar del 2019.

Sul grande schermo, il Multiverso non era ancora arrivato: le avvisaglie erano soltanto i rumors intorno all’attesissimo Doctor Strange in the Multiverse of Madness e soprattutto Spider-Man: No Way Home, terzo film dedicato all’arrampicamuri sotto la guida di Feige e dopo la condivisione dei diritti con la Sony.

I fan stanno letteralmente smaniando nell’attesa di vedere l’introduzione degli universi paralleli, in quanto questo comporterebbe integrare nell’attuale progetto di Kevin Feige personaggi e attori visti nei film pre MCU dedicati agli eroi Marvel (come sembra proprio accadrà con Spider-Man 3, dove dovrebbero tornare Alfred Molina da Spider-Man 2 di Sam Raimi e Jamie Foxx da The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro di Marc Webb).

Jack Veal è Kid Loki (Credits: Marvel Studios/Disney+)
Loki e le sue varianti (Credits: Marvel Studios/Disney+)
Gugu Mbatha-Raw (Credits: Marvel Studios/Disney+)

Time Variance Authority, Colui che Rimane e Kang il Conquistatore

La Time Variance Authority è l’organismo tecnocrate che, in Loki, supervisionava il corretto svolgimento delle linee temporali: di fatto, linee temporali appartenenti a diversi universi. Non per niente, dietro di essa all’inizio si pensava ci fossero i Custodi del Tempo, inventati da Ralph Macchio e Mark Gruenwald nel numero 282 di Mighty Thor, nel 1979: sulle pagine del fumetto, questi tre potenti personaggi chiamati originariamente Time Keeper venivano creati da Colui che Rimane e posti a capo della TVA – ideata da Walter Simonson, sempre sulla testata del Tonante, nel 1983.

Nel passaggio dalla carta stampata alla tv, qualcosa è cambiato e qualcosa è rimasto: sempre Colui che Rimane “crea” i Custodi del Tempo, ma la sua vera identità è quella di Kang, personaggio che nella controparte cartacea ha una storia lunga e tortuosa.

In giro dal 1963 (fa la sua prima apparizione su Fantastic Four #19), il suo nome è Nathaniel Richards e viene dal Trentesimo secolo, ed è il figlio dell’omonimo Richards padre del più celebre Reed dei Fantastici Quattro – si, Kang e Mr. Fantastic sono fratellastri! – nato però nel futuro.

Viaggiando nel tempo, nell’Antico Egitto viene chiamato Rama-Tut, nel nostro presente Kang il Conquistatore, in una dimensione alternativa Immortus, in un altro futuro il Centurione Scarlatto: tra le ultime apparizioni fumettistiche di Kang e i Custodi del Tempo, la bellissima miniserie di dodici Avengers Forever di Kurt Busiek e Carlos Pacheco.

Sophia Di Martino alle prese con il mistero dei Custodi del Tempo (Credits: Marvel Studios/Disney+)
Jonathan Majors è Kang il Conquistatore (Credits: Marvel Studios/Disney+)

Kang era annunciato da tempo come prossimo villain principale delle future fasi MCU: e quando l’interprete Jonathan Majors aveva smentito la sua presenza come Kang dietro le strategie della TVA in Loki, tecnicamente non aveva mentito.

Eppure tutti gli indizi portavano lì: nel quinto episodio, nel Vuoto sorvegliato da Alioth, tra i ruderi dei luoghi “gettati” nella dimensione si era vista una sfinge egizia (che riportava a Rama-Tut, il faraone che viaggia nel tempo su una macchina proprio a forma di sfinge); uno dei personaggi femminili della serie si chiamava Ravonna, proprio come la donna amata da Immortus; la cittadella intravista nel Limbo dietro Alioth aveva la struttura proprio di Chronopolis, dimora di Kang; e proprio Alioth compare per la prima volta nella miniserie Avengers: The Terminatrix Objective, dove si parlava dell’espansione del dominio del villain viola.

Nella serie, infatti, Majors intepreta Colui che Rimane, e non viene mai chiamato Kang. È pero lui stesso a dire che le sue varianti sono molto più malvagie di lui, e quando Sylvie lo uccide non fa altro che far avverare i moniti dell’avversario, che prevedevano l’arrivo di tutte le varianti.

Ma quando poi Loki dal Limbo fuori dal tempo dove dimorava l’avversario torna negli uffici della TVA, trova tutto cambiato: come anche la statua dei Custodi, ora improvvisamente sostituita dalla statua (stavolta si) di Kang.

Insomma, dal finale di Per tutti i tempi. Sempre, non si torna più indietro.

Come ampiamente dimostrato, le novità che la serie Loki ha portato sono destinate a fare storia: da ora in avanti, ogni film o serial dell’MCU non potrà prescindere da quanto successo qui. A cominciare probabilmente dai citati film prossimi venturi di Spider-Man e Doctor Strange.

Come se di hype non ne avessimo già abbastanza.

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