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Gli Irregolari di Baker Street recensione serie TV con Thaddea Graham e Darci Shaw [Netflix Anteprima]

Gli Irregolari di Baker Street recensione serie TV Netflix di Tom Bidwell con Thaddea Graham, Darci Shaw, Mckell David, Harrison Osterfield, Jojo Macari, Royce Pierreson e Henry Lloyd-Hughes

Credimi, quando si tratta di John Watson ci sono solo difetti!
(Mycroft Holmes (Aidan McArdle) su John Watson (Royce Pierreson) in Gli Irregolari di Baker Street)

Netflix continua ad esplorare il mondo di Sherlock Holmes ed il suo universo di personaggi ispirati alle opere letterarie di sir Arthur Conan Doyle: dopo Enola Holmes e in attesa di Sherlock Junior, tocca alla serialità con la sfrenata fantasia di Tom Bidwell, creatore e produttore della serie Gli Irregolari di Baker Street, che reinterpreta John Watson e Sherlock Holmes in modo assai lontano dall’immaginario collettivo: cinico, subdolo e approfittatore il primo, spregevole, spiantato e drogato il secondo.

Come da titolo, gli eroi della serie non sono più il saggio dottore ed il geniale investigatore, ma un gruppo di orfani senzatetto di Baker Street, i cosiddetti Irregolari che compaiono nelle opere di Arthur Conan Doyle come ragazzi di strada occasionalmente ingaggiati da Sherlock Holmes per investigare senza dare nell’occhio e raccogliere indizi nei luoghi più malfamati della città. Nel tempo, Gli Irregolari di Baker Street è diventata la denominazione di diverse società letterarie ed organizzazioni, su tutte quella di Christopher Morley fondata nel 1934, anche in opere di finzione come il romanzo Nel fuoco dei celebre duo letterario formato da Douglas Preston e Lincoln Child che hanno citato Gli Irregolari nel loro acclamato ciclo dedicato all’agente Pendergast.

Thaddea Graham e Darci Shaw (Credits: Matt Squire/Netflix)

I mostri generano mostri
(Gli Irregolari di Baker Street)

Gli Irregolari di Baker Street non esordisce nel migliore dei modi nella prima metà del suo arco narrativo, apparendo una serie sin troppo teen nei dialoghi e nelle dinamiche, tra riprese accelerate, musicalità moderne poco coerenti ed il classico canovaccio autoconclusivo della caccia al mostro, in una Londra infestata dal soprannaturale a causa di un varco interdimensionale che ha aperto una breccia nella barriera tra i mondi, il nostro e quello del Purgatorio dove gli spiriti inquieti, che non vogliono andare avanti verso la loro destinazione, sia essa il Paradiso o l’Inferno, rimangono in attesa.

Inevitabile il rimando al circolo della Golden Dawn, società segreta dedita all’occultismo e al paranormale realmente esistita alla fine del 19esimo secolo e che nella finzione trova tra i suoi membri più influenti il fratello di Sherlock, Mycroft Holmes (Aidan McArdle), al grimorio di Sherlock Holmes e al cosidetto Ipsissimus, colui che merita di stare ai vertici della Golden Dawn, l’essere privo di limitazioni e necessità che vive e percepisce in perfetto equilibrio la natura e tutto l’universo manifesto, ruolo che nella serie tocca suo malgrado a Jessie (Darci Shaw), che dovrà affrontare un doloroso viaggio solitario alla scoperta dei suoi poteri sovrannaturali.

Royce Pierreson, Henry Lloyd-Hughes e Eileen O’Higgins (Credits: Matt Squire/Netflix)

La paura attanaglia solo chi ha qualcosa da perdere.
(Sherlock Holmes (Henry Lloyd-Hughes) in Gli Irregolari di Baker Street)

Ma è nel dispiegarsi in crescendo del suo arco narrativo che Gli Irregolari di Baker Street mette a fuoco il suo potenziale, sia elevandosi a tematiche adulte – dalle crude immagini dei lazzaretti per i drogati d’oppio come Sherlock, spezzati dal dolore o dal cuore infranto che rubano e mentono per drogarsi ed alleviare la sofferenza, ad un linguaggio visivo decisamente più gore – sia portando in scena un inedito Sherlock Holmes con il suo carico di drammaticità.

Ritroviamo infatti uno Sherlock Holmes drogato, spiantato, ricoperto di urina e vomito, un uomo apparentemente spregevole, distrutto ed intrappolato nei suoi ricordi, un tempo ossessionato dall’alimentare il suo mito tra geniali deduzioni e brillanti spiegazioni che mal celavano il disperato bisogno di dare significato e ordine al caos.

Thaddea Graham e Royce Pierreson (Credits: Matt Squire/Netflix)

Sherlock, non devi dimostrare a nessuno quanto sei brillante, sei già eccezionale così come sei.
(Gli Irregolari di Baker Street)

Mentre Watson e Sherlock si incamminano con umiltà verso la redenzione, alla ricerca di quello che si rivela essere uno dei temi principali della serie, la brillantezza intesa come il ritrovare se stessi, l’importanza della famiglia, sia di sangue che acquisita, emerge come asse portante della narrazione: i muscoli di Billy (Jojo Macari), l’anima di Jessie (Darci Shaw), il cervello di Leo (Harrison Osterfield), il cuore di Bea (Thaddea Graham) e lo scheletro di Spike (Mckell David) che li tiene tutti insieme sono i protagonisti di una storia in bilico tra sofferenza dell’abbandono e felicità dello stare insieme, tristezza della morte e gioia della vita, dove l’una non può prescindere dall’altra perché eliminare la morte significa eliminare anche la vita e tutto quello che comporta.

La brillantezza, la famiglia ma anche la paura, l’arma del diavolo per controllarci e paralizzarci nelle nostre azioni rendendoci incapaci di andare avanti, laddove non serve essere incredibili per sentirsi accettati, ma bisogna accogliere la gioia della vita in tutti i suoi momenti, compresa l’elaborazione del lutto e del dolore, per evitare di cadere troppo a pezzi per poter far parte di qualcosa.

Darci Shaw e Mckell David (Credits: Matt Squire/Netflix)
Henry Lloyd-Hughes è Sherlock Holmes (Credits: Matt Squire/Netflix)

La vita non dev’essere indolore Beatrix.
Gioia e sofferenza danzano a braccetto fino a notte fonda, non nasconderti mai da loro.
Sherlock Holmes (Henry Lloyd-Hughes) in Gli Irregolari di Baker Street)

Gli Irregolari di Baker Street cancella l’aura di perfezione, l’eroismo e i connotati universalmente noti di Sherlock Holmes e John Watson sovvertendone i ruoli, da eroi ad aiuto più o meno edificante per una nuova schiera di giovani valorosi che si battono per la salvezza di una Londra cupa e dissoluta che per loro è sempre stata amara sin dalla nascita, contro le insidie dell’aldilà e le trame del dio degli incubi.

Tom Bidwell costruisce un’opera fortemente inclusiva, guidata dalla sorprendente Thaddea Graham a capo degli Irregolari e leader della storia, che mette a nudo le ambizioni e le emozioni più negative dell’animo umano, dai desideri proibiti alla gelosia e alla sete di grandezza, che trova il suo fulcro nei momenti più bui che formano i legami più profondi, parlando di dolore, rimorso, incompiutezza e senso di inadeguatezza, ma anche e soprattutto della vita che vale sempre la pena di essere vissuta e della luce dell’amore.

Gli Irregolari di Baker Street è stata già ufficiosamente rinnovata da Netflix per una seconda stagione, con le riprese previste la prossima estate a Liverpool, sempre sotto la guida di Tom Bidwell.

Mckell David, Jojo Macari e Darci Shaw (Credits: Matt Squire/Netflix)

Gli Irregolari di Baker Street: le frasi della serie TV

Se elimini la morte, elimini anche la vita e tutto ciò che comporta.
(Jessie (Darci Shaw) in Gli Irregolari di Baker Street)

Non è essere incredibile la cosa più importante. Per questo fai parte di noi.
(Spike (Mckell David) in Gli Irregolari di Baker Street)

Sono troppo a pezzi per far parte di qualcosa.
(Leo (Harrison Osterfield) in Gli Irregolari di Baker Street)

Se incuti paura a qualcuno, poi puoi controllarlo.
(L’uomo in bianco (Clarke Peters) in Gli Irregolari di Baker Street)

Non puoi causare dolore senza sentirne un po’.
(Jessie (Darci Shaw) in Gli Irregolari di Baker Street)

Il diavolo è arrivato a Londra.
(Sherlock Holmes (Henry Lloyd-Hughes) in Gli Irregolari di Baker Street)

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