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His Dark Materials – Queste oscure materie 2 recensione della serie TV con Dafne Keen [Sky Anteprima]

His Dark Materials 2 recensione della seconda stagione della serie TV ideata da Jack Thorne con Dafne Keen, Ruth Wilson, Lin-Manuel Miranda, Amir Wilson, Andrew Scott e James McAvoy

Era il 2007 quando Chris Weisz portò al cinema La bussola d’oro con Nicole Kidman e Daniel Craig. Opera decisamente infelice, uno dei più celebri flop di quell’annata formidabile, che spense immediatamente l’entusiasmo attorno a una consacrazione cinematografica dell’omonima saga letteraria di Philip Pullman. Dodici anni dopo ci riprova Jack Thorne con His Dark Materials – Queste oscure materie (2019 – in onda), con la percepibile sensazione che il terreno seriale sia il più adatto per un’opera così stratificata.

La produzione BBC/HBO è infatti il perfetto prodotto generalista, nella sua narrazione che avvolge valori familiari, elementi fantasy; nonché un presente alternativo dal forte carattere esperienziale. Eppure non ha ingranato immediatamente la prima stagione di His Dark Materials, registrando perfino un forte calo d’ascolti nelle prime tre puntate.

Dafne Keen in una scena de His Dark Materials 2 (Credits: Simon Ridgway/Bad Wolf Productions)

Questo per via della scelta d’impostarle come fossero un lungo prologo; ponendo così le basi del background caratteriale della giovane Lyra, e delle regole del contesto scenico per prendere il là soltanto dalla quinta puntata in poi. Qualcosa che sembrò mancare del tutto nell’adattamento cinematografico. L’opera di Weisz infatti, oltre a una regia approssimativa, non pose la giusta cura nella gestione della mitologia letteraria che – in tal senso – è decisamente complessa.

Philip Pullman e Paradiso Perduto di John Milton

L’opera letteraria di Pullman, che nei piani di HBO e BBC, verrà trasposta integralmente da Jack Thorne, ha preso vita tra la metà degli anni novanta e l’inizio degli anni duemila. È una trilogia quella de Queste oscure materie, formata da La bussola d’oro (1995), La lama sottile (1997) e Il cannocchiale d’ambra (2000); nonché i cosiddetti equel – storie parallele volte a creare un universo espanso: La Oxford di Lyra (2003), Once Upon a Time in the North (2008); La belle sauvage (2017), Il regno segreto (2020), Serpentine (2020).

Un’ingente mitologia in continuo mutamento quindi, di cui Pullman ha posto le basi tematiche e di alcune regole del contesto scenico, perfino del titolo, durante i suoi studi. È partito infatti da un verso di Paradiso Perduto (1667) di John Milton; poema epico in versi sciolti che racconta della caduta dell’uomo dal punto di vista di Satana:

His dark materials to create more worlds.

Nel cast della seconda stagione in onda su Sky Atlantic dal 21 dicembre figurano Dafne Keen, Ruth Wilson, Lin-Manuel Miranda, Amir Wilson, Andrew Scott e James McAvoy; e ancora Lucian Msamati, Clarke Peters, James Cosmo, Ariyon Bakare, Will Keen, Cristela Alonzo, Bella Ramsey, e David Suchet.

His Dark Materials 2: sinossi

Dopo gli eventi tumultuosi della prima stagione, il mondo è sull’orlo di una guerra magica. Lyra (Dafne Keen) – ancora sconvolta per la morte del suo migliore amico – segue il padre, Lord Asriel (James McAvoy), verso un mondo parallelo; al fine, così, di portare avanti la sua missione contro il Magistero. Attraverso un ponte infatti, Lyra giunge fino a Cittàgazze; qui incontra Will (Amir Wilson), anch’egli fuggiasco e dal passato misterioso.

Insieme, scopriranno d’essere collegati da una profezia che li indica come i salvatori del mondo. Contro di loro le forze del Magistero e della “risoluta” signora Coulter (Ruth Wilson); la madre di Lyra infatti, continua la sua caccia senza respiro, decisa a portare a termine la missione assegnatale con ogni mezzo necessario.

Ruth Wilson in una scena de His Dark Materials 2 (Credits: Simon Ridgway/Bad Wolf Productions)

La ricostruzione del contesto narrativo e il ribaltamento della percezione

In totale controtendenza con una prima stagione che, come dicevamo, era decisamente più remissiva nella crescita del conflitto; è nella seconda che His Dark Materials sfrutta appieno il suo potenziale narrativo. Non è più tempo per la gestione del background caratteriale della Lyra di una sempre più sorprendente Keen, e del “compagno d’armi” Will di Wilson – già ampiamente trattati nel primo ciclo d’episodi. La creatura di Thorne parte infatti in modo incisivo, deciso, netto, in un racconto dall’andamento spedito; dispiegando così la sua connotazione magica tra battaglioni di streghe volanti e ambientazioni desolate ed esotiche.

Emerge, in tal senso, un formidabile lavoro di bricolage narrativo che ribalta la percezione del contesto scenico rispetto alla stagione precedente; operando, al contempo, un allargamento delle maglie relazionali e arricchimento della dimensione caratteriale dei personaggi in scena.

Dafne Keen e Amir Wilson in una scena de His Dark Materials 2 (Credits: Simon Ridgway/Bad Wolf Productions)

Se infatti la prima stagione di His Dark Materials giocava sui binari narrativi paralleli di Lyra e Will – senza mai incontrarsi; è nella seconda che Thorne ovvia a questa mancanza, giustificandone perfino la valenza in termini narrativi. Presentandoci così una Oxford parallela e opposta a quella di Lyra, priva degli elementi magici noti ai fan della serie televisiva, quella del “nostro” mondo. Un mondo straordinario per Lyra che è – al contempo – la monotona ordinarietà della nostra società pragmatica e priva di magia. Processo atto così ad arricchire di senso il percorso narrativo finora intrapreso da Jack Thorne e His Dark Materials; potenziandone gli effetti a ritroso e dando nuova luce per il suo seguito.

His Dark Materials: la maturazione di Dafne Keen e il ruolo cruciale dei Daimon

Al di là quindi di un intreccio decisamente più solido nel suo dipanarsi, tra il piano infernale del Lord Asriel di McAvoy; i tentativi di un po’ appannato (almeno da quanto emerge dalle prime due puntate) Scoresby di Miranda di ritrovare Lyra; e la sempre più mefistofelica e magnetica Coulter di una Wilson in totale stato di grazia che sembra divertirsi parecchio come strega malvagia spinta da uno psicotico istinto materno – la nuova (vecchia) sorpresa di His Dark Materials è ancora una volta la Keen.

Se è vero infatti che già nella prima stagione aveva saputo lasciare il segno risultando incisiva e padrona della scena; nella seconda la X-23 di Logan – The Wolverine (2017) – e forse anche del MCU – cresce esponenzialmente per mimica, presenza scenica e gestione del personaggio.

Dafne Keen in una scena de His Dark Materials 2 (Credits: Simon Ridgway/Bad Wolf Productions)

In mezzo a tante novità narrative, caratteriali e degli stessi interpreti ciò che non cambia è l’apporto al racconto dato dai daimon. Quelli che Philip Pullman stesso concepì come estrinseca ramificazione delle emozioni dell’individuo in forma animale, assumono sempre maggior colore nella seconda stagione; divenendo così consiglieri, armi da combattimento e perfino soluzione narrativa a determinate dinamiche.

I daimon sono forse l’elemento della connotazione magica più caratteristico di His Dark Materials; declinazione e pura espressione dell’amore degli animali che prova Pullman: alleati fidati, spiriti guida e affini, legati da un legame simbiotico.

Terza stagione assicurata e le problematiche legate al COVID-19

La pandemia da COVID-19 ha condizionato enormemente la lavorazione della seconda stagione di His Dark Materials. Nei piani di Thorne, HBO e BBC infatti, il ciclo di episodi sarebbe dovuto essere di nove, al pari della prima. Lo scoppio della pandemia globale ha di fatto impedito il normale svolgimento delle cose, costringendo così Thorne a correre ai ripari: chiudere il ciclo a sette, guadagnandosi al contempo un automatico rinnovo per la terza per chiudere gli eventi in scena; qualcosa che, per la qualità della cifra stilistica-narrativa mostrataci finora, è assolutamente più che meritato.

A rimetterci, purtroppo, è il personaggio di Lord Asriel del sempre efficace McAvoy – a cui Thorne aveva perfino dedicato un episodio da assoluto protagonista – e che con lo scoppio della pandemia vede il suo minutaggio ridotto drasticamente. Toccherà quindi a Keen, Wilson, Miranda e a un inedito Scott il compito di riaccompagnare lo spettatore in un incredibile viaggio tra mondi paralleli e spiriti animali che promette d’essere ancora più affascinante e magico.

La locandina della seconda stagione di His Dark Materials

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