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Il legame recensione film con Riccardo Scamarcio e Mía Maestro [Netflix]

Il legame recensione film di Domenico de Feudis con Riccardo Scamarcio, Mía Maestro, Giulia Patrignani e Raffaella D’Avella in streaming su Netflix

La vera forza del cinema italiano è stata, da sempre, quella di raccontare la storia delle nostre tradizione e poterla rielaborare nei diversi contesti epocali.
Questo aspetto ci ha, in qualche modo, tenuto lontano dagli horror, in quanto l’apprezzamento di genere è più focalizzato al cinema internazionale, soprattutto quello d’Oltreoceano. Dario Argento, indiscutibilmente, è uno dei nostri registi più apprezzati al mondo per il genere horror, forza anche il fatto che il cineasta romano ha sempre strizzato l’occhio, a livello di sceneggiatura e ambientazione, a trame più internazionali e poco popolane. L’idea di guardare verso miti e leggende ampiamente conosciute e radicate in ogni cultura sminuisce quello che di nostro possiamo offrire, poiché quando si tratta di superstizioni, streghe, demoni e quant’altro anche l’Italia ha una vasta scelta di argomenti da cui poter trarre materiale di qualità. Di sicuro, fra i cineasti italiani, quello che ci ha insegnato a sfruttare i nostri “mostri” mettendo in piedi un prodotto di spessore è Pupi Avati, che con La casa dalle finestre che ridono (1976) e il più recente, Il signor Diavolo (2019), usa le tradizioni di paese e le dicerie per costruire delle pellicole di qualità in un perfetto mix tra horror e thriller tutto italiano.

Con il tempo il cinema nostrano horror ha avuto una decadenza quasi sconfortante e di dubbia qualità, forse troppo concentrato a presentare pellicole più idonee ai gusti del pubblico e alle richieste di mercato. Eppure, da un paio di anni a questa parte, i cineasti italiani, soprattutto esordienti, stanno cercando di mandare un segnale molto forte in cui cercano, in qualche modo, di portare il cinema horror italiano ad una considerazione migliore, ma non sempre i risultati sono quelli sperati. In questo clima d’incertezze e scetticismo piomba, come un fulmine a ciel sereno, Il legame.

Giulia Patrignani e Riccardo Scamarcio
Mía Maestro e Giulia Patrignani

Distribuito da Netflix e prodotto da HT Film, Indigo Film e Lebowski, Il legame è diretto dall’esordiente Domenico de Feudis, che sorprende tutti mettendo in scena un horror completamente nostrano.
La pellicola è ambientata in Puglia dove Francesco (interpretato da Riccardo Scamarcio) è nato e cresciuto. Francesco ritorna a casa per far visita alla madre Teresa (Mariella Lo Sardo), coglie così l’occasione di presentare la compagna Emma (interpretata da Mía Maestro) e, la figlia, Sofia (interpretata da Giulia Patrignani), alla famiglia.

Teresa abita in una grande e antica villa in compagnia di proprietà dell’amica Sabrina (interpretata da Raffaella D’Avella), e pare essere molto rispettata e apprezzata dai suoi compaesani. Emma viene vista come una straniera in quel contesto tradizionale e in qualche modo radicato, mentre la piccola Sofia ha un’accoglienza decisamente più calorosa, tanto da trovarsi al centro di strani rituali e usanze di paese a cui Teresa e Sabrina la sottopongono. Queste attenzioni inquietano Emma, ignara del segreto di famiglia che affligge come una maledizione Teresa e Francesco.

Domenico de Feudis applica tutti gli elementi horror più conosciuti come la possessione, la stregoneria e le ville antiche, che in un primo momento sembrano abitate da fantasmi, in un contesto radicato salentino. Piccoli accorgimenti che quasi passano in secondo piano davanti alla ricchezza della simbologia che il giovane cineasta ci mostra. Dal morso della tarantola, dove tutto ha inizio, agli specchietti che si crepano davanti al riflesso del posseduto, agli ulivi sradicati che simboleggiano la rottura della pace, il legame di sangue e tanto altro ancora.

Mía Maestro (Emma), Giulia Patrignani (Giulia) e Mariella Lo Sardo (Teresa) ne Il Legame
Paesaggi salentini e il campo degli ulivi

Una ricchezza che però a tratti non compensa lo scarso approfondimento dei personaggi e delle tradizioni familiari che rappresentano l’elemento principale della pellicola, così come le carenze sul piano psicologico nel trattare gli atteggiamenti di sfiducia dei protagonisti. Piccole pecche che però non fanno storcere troppo il naso data l’interpretazione di ottimo livello del cast, che si cala perfettamente nei rispettivi ruoli senza sbavature di sorta, dando la giusta empatia al racconto. Impressionante l’interpretazione della giovane Giulia Patrignani che, da bambina curiosa e vivace, non appena cade vittima del malocchio diventa abbastanza terrificante, soprattutto negli sguardi e nell’espressività, fondamentale nel trasmettere terrore allo spettatore senza dover ricorrere al makeup artist.

Il legame è una pellicola carica di suspense che regala colpi di scena inaspettati, povera di effetti speciali visivi di cui comunque non si sente la mancanza, interpretata da un ottimo cast, impreziosita dalle splendide riprese sui paesaggi salentini e sul campo degli ulivi che rappresenta l’elemento simbolico cardine della storia, circondata infine da atmosfere gotiche e dark ritagliate sull’ambientazione paesaggistica attraverso l’uso di tonalità calde. Decisamente una bella prova d’esordio per Domenico de Feudis che ci fa ben sperare per il futuro del cinema horror nostrano.

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