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Cursed Netflix recensione serie TV [Anteprima]

Cursed Netflix recensione serie TV di Tom Wheeler con Katherine Langford, Devon Terrell, Gustaf Skarsgård, Shalom Brune-Franklin, Daniel Sharman, Bella Dayne, Peter Mullan, Sebastian Armesto e Lily Newmark

Siamo nati nell’alba per morire nel crepuscolo.
(Cursed)

Netflix diventa sempre più la casa del fantasy grazie alla risurrezione e rivoluzione della serialità compiuta dalla piattaforma streaming: dalla scomparsa all’inizio degli anni Duemila – dai grandi ascolti in prima serata con le serie cult Hercules, Xena – Principessa guerriera, Streghe alla bocciatura pomeridiana, quindi lo slittamento alla mattina per poi sparire dai palinsesti in chiaro – al timido ed occasionale ritorno in pay TV e a Merlin, in uno scenario nel frattempo saturo di vampiri, zombie, drama e action supereroistico e non, Netflix ha dimostrato negli ultimi anni una predilezione particolare per il fantasy, prima salvandolo come nel caso di C’era una volta, poi rinnovandolo con la coraggiosa Dark Crystal – La resistenza, quindi riportandolo in auge e sulla bocca di tutti, ai vertici assoluti della serialità con The Witcher.

E adesso, Cursed: a metà tra Carnival Row (Amazon) e The Witcher, la serie originale Netflix rifiuta gli stereotipi del genere proponendo protagoniste dai canoni di bellezza, fisicità ed emotività assai lontani dal passato, pensiamo ad esempio a Xena e Olimpia e a quanto Nimue (Katherine Langford) e Pym (Lily Newmark) ne siano distanti.

Katherine Langford e Catherine Walker
Lily Newmark è Pym

La tua è una ricerca o soltanto una fuga? A volte si somigliano, sai.
(Lily Newmark è Pym)

Tom Wheeler, autore del romanzo omonimo illustrato dal maestro Frank Miller e contemporaneamente showrunner della serie, ideata dai due e seguita anche in qualità di produttori esecutivi in una lavorazione pressoché parallela tra libro e serie, rivisita in modo affascinante la leggenda arturiana focalizzandosi sulla figura della Dama del Lago Nimue, appartenente alla mitologia greca e romana e riproposta nel corso dei secoli con origini e peculiarità diverse.

Tra fuga e ricerca, rabbia e coraggio, disperazione e speranza, la Nimue di Cursed rivendica a sé la leggendaria spada ancestrale dei primi re – non Excalibur bensì Dente del Diavolo – come spada della prima regina, per diradare l’oscurità e riportare la luce su un mondo perduto nell’odio e nell’intolleranza.

Gustaf Skarsgård è il Mago Merlino
Katherine Langford e Devon Terrell

La rabbia è la pietra focaia che ti accende, ma ci sono altri modi.
Crea un’intenzione, e cedi quell’intenzione agli occulti.
(Gustaf Skarsgård è Merlino)

Talento prolifico tra romanzi e audiovisivo, già sceneggiatore de Il gatto con gli stivali, Tom Wheeler preserva il fascino del mondo arturiano stravolgendone in modo accattivante mitologia e caratteristiche dei protagonisti, dal manipolatore subdolo e ubriacone Merlino (Gustaf Skarsgård) al ladro e tagliagole Artù (Devon Terrell), dal mito dell’ultraterrena Fata Morgana alle origin story di Parsifal, Lancillotto e Ginevra.

Seppur con un budget decisamente inferiore a The Witcher, in particolare per effetti speciali visivi e coreografie e che in qualche circostanza potrebbe apparire un freno alle ambizioni dello show, e nonostante qualche timore di troppo nel percorrere con decisione le derive horror come invece già magistralmente fatto da The Witcher, mentre qui accade soltanto sporadicamente come nell’episodio in cui Merlino si reca nel regno dei lebbrosi di re Rugen (Ólafur Darri Ólafsson), Cursed sa conquistare autorevolezza di episodio in episodio in un crescendo narrativo capace di assemblare un solido universo di personaggi e situazioni, non limitandosi ad una narrazione auto conclusiva bensì seminando tanti elementi di una mitologia complessa ed intrecciata com’è del resto quella millenaria della leggenda di re Artù e dei suoi cavalieri.

Daniel Sharman è il Monaco Piangente
Shalom Brune-Franklin

– È così che misuri il valore di un uomo, in castelli?
– In terreni? In titoli? È questa l’usanza comune.
– Tu non sei comune.
(Shalom Brune-Franklin e Devon Terrell)

Come e più che in Carnival Row in Cursed gli esseri fatati, qui chiamati Fey, sono perseguitati dagli uomini per la loro diversità e perché dotati di una qualche forma di magia che li collega in modo inesplicabile alle forze della natura e al regno ultraterreno delle ombre, magia a volte incommensurabile come nel caso dei maghi (Merlino) e delle incantatrici (la nostra protagnista Nimue, soprannominata la strega Sangue di Lupo), in grado di evocare gli Occulti e scatenarne i poteri a loro piacimento.

Una persecuzione tragica che vede l’uomo nascondersi dietro la mano della Chiesa e del terrorismo religioso per reclamare il proprio dominio e la propria era a scapito del diverso e della natura stessa, tra guerre odiose, velenosi complotti, continui tradimenti e fanatismi religiosi (rappresentati dai Paladini Rossi radunati da Padre Carden, ottimo villain interpretato da Peter Mullan), in una storia fantastica che unisce finzione, attualità e formazione riuscendo sapientemente a mantenere intatto il sogno di reami da favola, cavalieri impavidi e spade leggendarie, raccontati attraverso le coraggiose gesta di un’eroina diversa… e per questo forse anche più bella.

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