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No. 7 Cherry Lane (Ji yuan tai qi hao) recensione [Venezia 76]

No. 7 Cherry Lane (Ji yuan tai qi hao) recensione del film di Yonfan con Sylvia Chang, Zhao Wei, Alex Lam, Yao Wei e Tian Zhuangzhuang

Film d’animazione scritto e diretto da Yonfan – vincitore del premio alla Migliore Sceneggiatura a Venezia 76 – No. 7 Cherry Lane (Ji yuan tai qi hao) è ambientato ad Hong Kong, nel 1967, e racconta di un triangolo amoroso tra uno studente universitario, Ziming, una donna esule taiwanese, Yu Mei, e la figlia di quest’ultima Meiling, durante le sommosse popolari antibritanniche.

No. 7 Cherry Lane (Ji yuan tai qi hao) procede con un ritmo dilatato, nel quale una voce fuori campo accompagna lo spettatore nel districarsi degli eventi. Diverse sono le citazioni letterarie, soprattutto in riferimento a Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Durante la visione, sembra quasi di ascoltare un audiolibro che racconta le immagini che scorrono sullo schermo.

No. 7 Cherry Lane (Ji yuan tai qi hao) di Yonfan
No. 7 Cherry Lane (Ji yuan tai qi hao) di Yonfan

Interessanti, a volte inquietanti, le scene oniriche della bellissima signora Yu, che arde di desiderio per Ziming, quindi immagina, o sogna. Molti sono i simboli che fanno riferimento ad animali come, per esempio, i serpenti, ma in particolar modo il gatto, che salta sui davanzali, s’insinua, fa le fusa. Gatto nero che torna anche a riacciuffare, improvvisamente, l’attenzione dello spettatore nel momento in cui questi rischia di perdersi nei continui salti temporali della storia d’amore che scorre lenta e incessante, nel clima politico di tensione vissuto a Hong Kong nel 1967 che fa da sfondo alla vicenda.

Chiaro è anche il riferimento metacinematografico dell’opera: gli appuntamenti tra la signora Yu e Ziming avvengono in una sala cinematografica, il Cinema è quindi mediatore galeotto tra i due.

No. 7 Cherry Lane (Ji yuan tai qi hao) di Yonfan
No. 7 Cherry Lane (Ji yuan tai qi hao) di Yonfan

Ostica potrebbe essere la fruizione del film ad un pubblico occidentale, magari non esperto su simboli orientali, o non abituato a ritmi così dilatati.

Merito di Yonfan è, senza dubbio, quello di aver creato un film d’animazione con una regia che sviluppa idee e relazioni in maniera precisa ed originale: basti pensare al fatto che tutti i personaggi siano presentati attraverso i loro piedi, dal basso verso l’alto, oppure al grande lavoro effettuato per disegnare la profondità degli sguardi che esprimono sentimenti e relazioni durante i dialoghi.

Gaetano

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