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Turquoise Trail: National Scenic Byway

“Viaggiare è come il vento, che ti porta dove vuole se sai seguirlo, che ti spinge avanti se sai imbriglialo, e può condurti a perdere la strada ma anche farti scoprire luoghi remoti, che non avresti creduto esistessero. Viaggiare è come il sale, è come le spezie, cambia il sapore di tutto ciò che tocchi, ti lascia profumi e fragranze impigliate nel cuore.

Viaggiare è come l’amore. Una grazia, un volo, qualcosa che non puoi prevedere”.

(Rula Jebrea)

E’ la via che si percorre per andare a Santa Fe passando da Albuquerque, il Turquoise Trail: si chiama così perché è un territorio punteggiato da cave di turchese. Il percorso attraversa uno scenario naturale impagabile e pienamente in stile Wild West, con la possibilità di fare trekking o visitare in sella a un cavallo varie città fantasma.

Quando, fra le tante possibili, ho scelto di effettuare questa escursione, ciò che mi ha convinta è stata la possibilità di scoprire l’arte “Native American” in una zona dove le tribù indiane dei villaggi intagliano turchesi, costruiscono tamburi e lavorano il legno esattamente come facevano i loro antenati.

E così siamo partiti! Usciti dall’interstate ci siamo trovati  su una “stradina” (per gli standard U.S.A.!) che è tra le  prime 10 scenic byways degli USA: abbiamo effettuato la deviazione che ci ha  portato attraverso quasi nove miglia di boschi selvaggi fino a oltre 10.000 piedi: il Sandia Peak. 

Abbiamo proseguito fino a Golden, che non è altro che un gruppo di poche case lungo la strada e poi ancora fino a Madrid che vale sicuramente una fermata per una passeggiata. Il Paese é piccolissimo e fino a qualche tempo fa era stato abbandonato; poi pian piano ha iniziato di nuovo a ripopolarsi con artisti e artigiani appartenenti a varie tribù di nativi americani ( in particolare Navajo, Zuni e Hopi che hanno abitato da secoli questi territori) che sono riusciti a far rivivere questa ghost Town. Molto sviluppata é la produzione sia di gioielli di pregio, con le pietre in purezza, sia di articoli meno pregiati di bigiotteria con i turchesi più porosi e fragili rafforzati da resine plastiche (si chiamano stabilized turquoise). Ovviamente è l’estate il periodo in cui il piccolo paese é visitato ma mi è capitato di vedere alcune fotografie di Madrid a Natale e devo che che mi è sembrato una meraviglia: neve, luminarie e magia western..un connubio fantastico!

Purtroppo però siamo arrivati qui troppo in anticipo sull’orario di apertura dei negozi e infatti…erano ancora tutti chiusi! Pazienza…mi sono messa seduta sulla panchina davanti a quello Che Avevo deputato mio negozio preferito ( non solo per la merce che ho intravisto della vetrina ma anche ….per i colori scelti per l’esterno) ed ho aspettato per un’ora ma…ne è valsa la pena! Gli oggetti esposti dimostrano la loro artigianale originalitá, ci sono molti pezzi unici, di tutti i colori, forme e prezzo… Ho acquistato un piccolo braccialetto di fili azzurro cielo intrecciati a piccole perline colorate: una volta tornata a casa spero mi aiuterà a ricordare i colori di queste terre così affascinanti.

Siamo poi ripartiti per fare una tappa ad un altro piccolo paese, Cerrillos, che si è mostrato meno “ mondano” di Madrid: quasi assenti i negozi per turisti ma più servizi per la comunità ( abbiamo visto le poste e la piccola chiesa del paese). In passato Cerrillos è stato un vero e proprio avamposto e crocevia per il traffico di turchesi fra Messico e America: qui un tempo abitavano migliaia di persone, in cittá c’erano 21 saloon e 4 hotel mentre ora ci vivono soltanto un centinaio di persone.

Il nostro trail si è concludo con l’arrivo nella capitale del New Mexico, Santa Fe dove già avevo alloggiato alcuni anni fa e che mi era rimasta nrl cuore. Inserisco due link dei racconti di viaggio che avevo scritto a suo tempo.

ART OF SANTA FE
INDIAN MARKET

Questa volta è stata solo una toccata e fuga: un giro sulla piazza principale, sempre bella, e poi via….si torna ad Albuquerque…

…ma non senza prima esserci fermati per una visita al Wildlife West Natura Park!

Questo parco mi ha incuriosita perché si tratta di un luogo nato per prendersi cura degli animali selvatici della zona che per qualche motivo si sono feriti o ammalati e hanno perciò bisogno di essere “ rimessi in sesto” e, quando possibile, reinseriti nella fauna locale.

In questo percorso ho così potuto osservare da vicino alcuni animali della zona: molta avifauna, opossum, coyote, puma, leoni di montagna, alci, orsi,…

L’animale più bello che ho visto? Lui, Roger…che a breve dovrebbe riuscire a tornare “ a casa sua”: glielo auguro di cuore!

“Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro.
Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba,
il panico del cervo che scappa,
sono il tuo oceano grande e sono il più piccolo degli insetti.
E conosco tutte le tue creature: sono perfette in questo amore che corre sulla terra per arrivare a te.”

Alda Merini

Peró …attenzione!



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