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Cheyenne Frontier Days Festival

Di cosa si tratta? E’ presto detto: il Cheyenne Frontier Days Festival è un evento annuale della durata di 10 giorni, che ricrea ogni estate, a fine luglio, i tempi andati di Cheyenne e del Wyoming, quando qui vivevano i pionieri a stretto contatto con le tribù pellerossa.

Quando abbiamo progettato questo itinerario non sapevamo nemmeno l’esistenza di questo festival e il fatto di essere qui proprio in Questi Giorni quando si svolge è stata davvero una casualità! Certo mi ero un po’ insospettita per i prezzi degli hotel che mi sembravano mediamente un po’ alti per una città che non è di certo una metropoli…ma solo a cose fatte ne ho capito il motivo: la città è letteralmente presa d’assalto da turisti internazionali ma anche da visitatori delle zone limitrofe appassionati di tradizioni legate all’epopea della frontiera dell’ Ovest.

In effetti la città è totalmente coinvolta in questa celebrazione a partire dalla Cheyenne Grand Parade che é attesa dagli abitanti con grande trepidazione. Per darvi un’idea: la sera prima della Parade, entrando in uno Starbucks per un caffé, abbiamo chiesto l’orario di apertura del mattino seguente…beh….ci é stato risposto che la mattina dopo, essendoci la parade, NESSUN ESERCIZIO commerciale, sarebbe stato aperto prima delle 11 ( la parade inizia alle 9) e in aggiunta ci è stato consigliato di arrivare per tempo per prender dei buoni posti per la visione . Okkkkk! Con tali premesse …chissà che spettacolo! E così eccomi qua in prima fila ( da notare sullo sfondo le persone già in attesa sulle sedie portate da casa)

Onestamente…se dovessi dare un voto alla manifestazione, darei un 8 soprattutto per l’evidente buona volontà e per la grande partecipazione; tuttavia la sfilata si è rivelata un potpurri di elementi di un certo pregio ed altri invece decisamente sotto tono…comunque più che le parole possono descrivere meglio le immagini, quindi ecco qui: partiamo con la sfilata di alcune scuole con bande e majorettes…

Poi molto carrozze di varie epoche e funzioni ( pure la carrozza ambulanza e quella delle pompe funebri)…

Poi la sfilata delle Miss Rodeo di vari stati…

Poi vari corpi militari…

E per finire …una scuola dell’800!

Nel pomeriggio ci siamo sposati nella zona periferica dov’è è stata allestita una vera e propria fiera del Frontier Festival.

Prima di entrare abbismo chiesto informazioni per capire un po’ meglio di cosa si trattava : in pratica è la più grande manifestazione dell’Ovest in generale, dedicata a rodei e celebrazioni di ogni genere; si possono trovare competizioni e spettacoli di ogni tipo come gare di cattura del bestiame con il lazo ( roping), gare su cavalli selvaggi ( bucking), canti e balli, esibizioni di aerei, sfilate, spettacoli teatrali, luna park, cerimonie indiane, concerti, competizioni culinarie e il rodeo all’aperto più grande del mondo. La prima impressione è stata di essere finiti in un Carnevale “alternativo”…tanto di tutto…

Passando fra le vie di questa enorme fiera abbiamo anche visto la ricostruzione di una città di frontiera e di un villaggio indiano.

L’elemento principale della festa è il rodeo ( ogni giorno ne è previsto uno ma, purtroppo, i biglietti sono ormai introvabili e nonostante ci siamo fermati tre giorni in questa città, non siamo riusciti ad assistervi) classica manifestazione di bravura e perizia per i cowboy dell’ovest: vi partecipano più di 1800 tra i migliori cowboy e cowgirl del mondo e tutti ambiscono alla famosa fibbia, che è il premio al campione del rodeo di Cheyenne, perché la vittoria può avviare o rilanciare una brillante carriera di cowboy.

Ci sono varie specialità come la monta a cavallo senza sella, il cavalcare un toro senza sella, cavalcare un cavallo sellato ( In tutte queste prove l’obiettivo è rimanere in sella almeno per otto secondi senza essere disarcionati), cattura di giovani tori con il lazo, compiere un certo numero di giri a cavallo intorno a tre barili. Quest’ultima gara è riservata esclusivamente alle donne mentre le prime quattro sono riservate esclusivamente agli uomini. Detto fra noi…l’attrattiva che queste “specialitá ” esercitano su di me é pari a zero…ma sono comunque incuriosita da questo “ mondo-rodeo” di cui non conoscevo l’esistenza.

Passeggiando per le strade della città abbiamo potuto assistere anche ad altre manifestazioni collaterali che vanno dalle sfilate di bande e majorette a esposizioni di auto antiche a grigliate all’aperto che coinvolgono gli abitanti del luogo ed i turisti intervenuti. Tutte le sere viene poi organizzato un concerto di musica country (anche se negli ultimi anni si esibiscono anche artisti di altri generi musicali). Tantissima la merce esposta (mitiche le cuffiette che fanno tanto “ La casa nella prateria” e i lazos colorati).

Mentre mi trovavo in questa western-full immersion mi è tornato alla mente un film divertentissimo di un po’ di anni fa, “Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche”: Mitch, il protagonista interpretato da Billy Crystal, è un venditore di annunci radiofonici che sta attraversando la famosa crisi di mezz’età assieme agli amici Ed e Phil. Il trio decide di partire per una vacanza di due settimane nel selvaggio West: durante il viaggio, farcito da mille divertenti disavventure, il gruppo incontra il vecchio Curly che insegna loro la dura vita dei cowboy.

Ecco…mi sono sentita un po’ come Mitch in questi giorni: un’aliena capitata su un pianeta moooolto strano, al limite dell’incomprensibile. Conclusione. la vita da cowgirl non fa per me!!

“Quello è il tipo più duro che abbia mai incontrato in vita mia. Avete visto che faccia di cuoio che ha? Se non fosse per gli occhi sembrerebbe una bisaccia! “(Mitch,parlando di Curly)

La conclusione di questa giornata full immersion nel western è stata una corsa a perdifiato sotto la pioggia battente per arrivare all’auto: il tempo qui cambia repentinamente e in questi giorni abbiamo vissuto alternarsi di sole, vento, pioggia e persino grandine nell’arco di pochi minuti. Alla fine però…Cheyenne ci ha salutato con un cielo e un arcobaleno che difficilmente dimenticherò.



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