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In viaggio verso Cheyenne, Wyoming

“Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l’anima,
da vivere soltanto di vedere!

Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
l’assenza di avere un fine,
e l’ansia di conseguirlo!

Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.

( F. Pessoa)

Abbiamo lasciato Salt Lake City all’alba e dopo circa 100 km ( per arrivare alla meta sono 700 km) abbiamo superato il confine che lascia alle spalle lo Utah per entrare in Wyoming. E’ un cambiamento di paesaggio abbastanza marcato: ad un tratto inizia a sfumare l’area urbanizzata e ci troviamo immersi in una sterminata prateria ventosa ( e infatti, giustamente, le pale eoliche pullulano).

Non è la mia prima volta in Wyoming, ma nel Viaggio precedente avevo visitato la zona nord-ovest dello stato dove si trova il parco di Yellowstone con le sue vette poderose, i gayser, le foreste impenetrabili…qui invece il paesaggio è completamente  diverso: mi rendo immediatamente conto di essere nello stato meno popoloso degli USA ( meno di mezzo milione di abitanti su un superficie di circa 260.000 kmq!) proprio per questa vastità deserta che mi circonda …solo erba e cielo a perdita d’occhio. 

Come scriveva Kerouac:

“Che cos’è quella sensazione quando ci si allontana dalle persone e loro restano sulla pianura finché le si vede appena come macchioline che si disperdono?…È il mondo troppo vasto che ci sovrasta, ed è l’addio. Ma noi puntiamo avanti verso la prossima pazzesca avventura sotto i cieli”

Dopo 700 km in questa immensità, arriviamo nella capitale del Wyoming, Cheyenne.

La prima impressione è a dir poco “spiazzante”:attraversando la città ci imbattiamo in diversi big cowboy boots sparsi in città: si tratta di stivali da cowboy di circa 2,5 metri che sono stati decorati da artisti locali interpretando il Wyoming e la storia di Cheyenne. Ce ne sono moltissimi e scopro che uno dei tour turistici che vengono venduti consiste proprio nell’andare a caccia di tutti quelli presenti in città ( circa 30). Mi vien da dire de gustibus non est disputandum….però…mah!!

Il motivo della presenza di queste “opere d’arte”? Facile: è’ tutto racchiuso nella storia della città che è stata a tutti gli effetti una cittadina western, sorta nel 1867 lungo il percorso della ferrovia transcontinentale che attraversava le grandi pianure , che ha visto percorrere le sue strade da cowboy,pionieri, pellegrini …tutti in cerca di fortuna in queste nuove terre dell’Ovest.

Negli anni 80 del 1800, Cheyenne era la città con maggiore ricchezza pro capite al mondo: la cupola del suo Campidoglio venne perfino ricoperta con foglie d’oro! Fra l’altro questo é proprio il primo edificio che abbiamo incrociato mentre ci avvicinavamo alla downtown.

Dopo un viaggio così lungo in auto, il desiderio di camminare ci ha portato a dare uno sguardo al centro storico: vediamo qua e lá piccole statue di personaggi che sono stati considerati meritevoli per la crescita della città ( onestamente un po’ inquietanti ) e negozi con esposta merce di dubbia utilità oltre che di gusto . Arriviamo alla piazza principale, la Depot plaza, che non é nulla di particolarmente entusiasmante…in questi giorni, poi, é affollata di turisti giunti fin qua per il Frontier festival ( ma di questo scriverò più in là ): anche i negozi espongono un repertorio di oggetti di dubbio gusto

Ai margini della piazza vediamo lo storico magazzino Wrangler!!Un mito! Chi non ha mai sentito nominare la nota casa produttrice di jeans ed abbigliamento? Negli Usa ed in particolar modo nel west è considerata una delle marche al top. Decidiamo di farci un giro ( anche se non è proprio il mio genere!!): pantaloni sia da tutti i giorni che da cowboy, cappelli di tutte le marche più famose, stivali texani anche tra i più ricercati e costosi…si può trovare tutto e vale anche solo una rapida visita ( comunque … il fatto che io non abbia acquistato nemmeno uno spillo …la dice lunga su quanto lo stile western sia nelle mie corde.

Onnipresenti in quasi tutte le cittá americane enormi murales dai soggetti più disparati….

La cosa curiosa di questa città è che nonostante qui sia celebrata la conquista dell’ Ovest visto dalla parte del popolo “conquistatore”, in realtà il nome che porta appartiene al popolo pellerossa: la capitale fu chiamata Cheyenne, infatti, dall’omonimo nome della tribù dei nativi indiani, una delle più importanti e presenti nelle Great Plain.

Interessante poi il fatto che Cheyenne, come capitale del Wyoming, è una delle basi preferite dai cacciatori di fossili! Questo stato, infatti, un tempo ospitava pesci, dinosauri, uccelli e persino mammiferi durante le ere paleozoiche, mesozoiche e cenozoiche. I sedimenti qui sono geologicamente attivi da oltre 500 milioni di anni, quindi chissà cos’altro aspetta solo di essere scoperto! Con fossili di milioni di anni fa, i musei di tutto il mondo vengono qui alla ricerca di dinosauri e altre creature preistoriche.

Non stupisce, quindi, che l’ambientazione del film Disney del 2015 “Il viaggio di Arlo” ( che adoro) sia ispirato al paesaggio del Wyoming: nel film si racconta la storia di un viaggio epico nell’era della preistoria, di un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo che stringe un’insolita amicizia con un essere umano considerato in principio un parassita avversario. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, appunto “copiati” dalla natura selvaggia del Wyoming, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace. Così, alla fine del suo peregrinare insieme al giovane Spot, il cavernicolo, Arlo torna in famiglia dove viene riconosciuto per i suoi meriti e per la raggiunta maturità.

Ah…dimenticavo una curiositá: nella piazza centrale di Cheyenne si trova una statua detta “ A New Beginning” che celebra il Wyoming come il primo stato americano a conferire il diritto di voto alle donne. Bravi! Un’ottima scelta!

Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori
sorridi comunque.
Il tuo sorriso sarà
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti.
Il tuo sorriso sarà
un bacio di mamma,
un battito d’ali,
un raggio di sole per tutti.

( Alda Merini)



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