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IL MIO VIAGGIO A SAN FRANCISCO





Aprile 2019








A novembre del 2018 decido che nel 2019 devo tornare negli Stati Uniti. A maggio di quell'anno ero stato a New York ora è di vedere l'altra parte della Costa e puntare alla California. Un idea già era nella mia testa prima di iniziare a monitorare biglietti tra le varie compagnie.
Ha vinto British Airways che con 380 euro mi porta andata e ritorno a San Francisco, con scalo a Londra. Trolley in cabina e zaino. Lo prendo e decido in futuro se aggiungere altri bagagli.

Il giorno prescelto si parte presto da Roma Fiumicino. Prendo il treno che parte dalla Stazione Tiburtina e mi porta in mezz'ora all'aeroporto ( biglietto costa 8 euro). I biglietti li ho screenshottati sul telefono,  quindi passo la sicurezza e vado a far colazione.
Il volo da Roma a Londra è abbastanza tranquillo. L'aereo atterra nel terminal 5 Dove poi partirà quello per gli Stati Uniti. Devo superare di nuovo la sicurezza, e devo buttare la bottiglia d'acqua comprata a Roma, con controlli più stringenti a Heathrow. Mi fermo a mangiare un sandwich e bere una bottiglia d'acqua.

Il biglietto comprato mi da accesso all'aereo come numero di gruppo d'imbarco 4. Aspetto tutti quelli che hanno la precedenza e poi entro.
In quel momento dico sto andando in California, a San Francisco. Sto partendo. Contento e felice mi siedo tra i poveri in fondo all'aereo.
Il viaggio è stato tranquillo. Tra mangiare , dormire e guardare qualche film sono a San Francisco. Il viaggio dura circa 9/10 ore.
Qualche problema nella lettura delle impronte digitali sul display della postazione fissa , ma tutto a posto con l'operatore. Supero la linea immaginaria ed entro negli States.

Prendo Air Train che collega tutto l'aeroporto di San Francisco. Difficoltà nel trovare la linea rossa o gialla che dovrebbe portarmi in albergo vicino al City Hall ( fermata Civic Center). Mi sono Perso nei parcheggi , ma alla fine trovo finalmente la metro. Compro il biglietto e carico 20 dollari. Il biglietto per Civic Center costa 9,65 $.

, A San Francisco è quasi sera. Arrivo in albergo ( http://www.aidaplazahotel.com/) che si trova su Market Street , una strada centrale vicinissimo al Municipio.
Un albergo vintage abbastanza carino.




La cosa che ti colpisce, a  primo impatto a  San Francisco,  è la presenza di tantissimi senzatetto sulle strade.


Il primo giorno qualcuno decise di sbattere su ogni serranda dei negozi della strada e  a mettersi a torso nudo gridando di andare a quel paese ad ogni volante della polizia.


Detto questo nei giorni seguenti il soggiorno è stato più tranquillo.


Dopo aver preso possesso della stanza, dove come nei cliché ( o film americani) c'è un lavandino in stanza e la moquette. Bagno comune nel piano , che  era abbastanza pulito.
Mi lavo , mi cambio, ed esco per San Francisco. E' sera : il viaggio e il fuso orario si fanno sentire anche se non prepotentemente come nei miei viaggi passati. Passeggio per Market Street assaporo prime boccate della città. Dopo un po' che cammino decido di tornare indietro e tornare in albergo. Sarò nella città per altri 6 giorni c'è tempo.


2° giorno


“- Lei disse che per prima cosa bisognava eliminare la feccia da San Francisco.
- Senza usare la violenza.
- E che cosa dovrei
fare, mandare gli inviti a casa?”
         



Clint Eastwood in Harry Callaghan     


Fatta la doccia scendo in reception , dove in un  tavolo è presente un cartone piene di donuts ( o ciambelle) per tutti gli ospiti dell'hotel.   In un banchetto a lato c'erano dei contenitori di caffè ( americano) e del tè. Per addolcire o far diventare il caffè passabile c'era il latte in polvere.      
         
Le ciambelle erano veramente buone. Eseguito pratica colazione esco dall'hotel per andare a scoprire la città.


Voglio raggiungere la baia quindi da Market Street svolto per Jones Street. Sono nelle famose strade di San Francisco percorse da Michael Douglas nel telefilm degli anni 70, uno dei programmi della mia adolescenza.

Le strade sono come , dopo tanti , quelle del telefilm. Salite e discese vorticose. Da Jones Street vado verso cattedrale Grace. È stato costruita dal 1928 al 1964 sulla base di disegni di Lewis P. Hobart, ispirato alla Notre Dame de Paris. Bellissime le finestre colorate e i disegni sulle pareti.
La porta d'ingresso è uno stampaggio della porta del Battistero di Firenze che è stato progettato nel XV secolo da Ghiberti.
Negli oboli e nelle richieste di offerte è presente anche un lettore di carte di credito.
Entrando , la prima cosa che si nota è il battistero e a lato un enorme statua di San Francesco con le braccia aperte in segno di benvenuto. A fronte del battistero battesimale c'è il famoso labirinto attrazione di tutti i turisti.

La Cattedrale Vale assolutamente la pena vedere.

A fianco dell'ingresso principale della Cattedrale c'è un parco pieno di bambini che giocano e persone sedute intente a leggere il giornale o a parlare. Routine di una giornata normale. Stupendi gli alberi con i fiori bianchi.

Mi soffermo un po' nel parco poi riparto per la visita. Arrivo a Taylor Sreet dove c'è un bellissimo punto panoramico sulla baia verso il porto e sul ponte. Rimarrete sorprendentemente meravigliati.

Dopo la pendente salita c'è la vertiginosa discesa.
La visione di queste strade mi colpiscono e mi attraggono. Continuo a guardarle e a fotografarle.

Prima della baia mi fermo in un complesso commerciale , dove nel primo negozio compro dei souvenir. Ormai è quasi ora di pranzo quindi mi fermo Da 7 Eleven comprando un panino e qualche calamita.

Attraverso la strada e percorro Fisherman's Wharf (Pier 39). Alla fine trovo le famose otarie

(o leoni marini). Vera attrazione di San Francisco. E' fantastico e "rumoroso". Particolare che in una città metropolitana di trovare questi animali senza essere chiusi in una gabbia di qualche zoo.

Dopo il terremoto di Loma Prieta del 1989 questi animali si sono trovati nel Pier 39. Nel novembre 2009 raggiunsero 1700 unità. Durante i mesi estivi i Leoni Marini decidono di viaggiare  verso il sud mentre un piccolo gruppo rimane sul pontile.

Questa colonia di leoni marini si accoppia e diventa adulto su questo pontile. Ressa di turisti per i primi posti verso la staccionata per fotografarli e registrare i loro suoni.

Percorro tutto il pontile dove ci sono tra l'altro negozi di souvenir, negozi di calzini e un negozio di gadget di Natale.

Esco e cammino lungo la Baia. C'è Il Mechanical Museum (Musée Mécanique) al Pier 45.  Il museo possiede una collezione di giochi arcade del XX secolo ed altri artefatti. Il museo espone più di 300 macchine meccaniche ed è considerato uno dei luoghi con la più grande collezione privata di giochi di questo tipo al mondo.

Pochi centesimi e torni dietro nel tempo. Da divertire.

Più avanti c'è il famoso Sottomarino Pampanito un sommergibile della Srconda Guerra mondiale completamente restaurato. Per 20 $ è possibile salire a bordo e vedere questa macchina della guerra. Subito dopo c'è la nave Jeremiah O'Brien,  è una delle poche unità sopravvissute  che ha partecipato alla invasione di Normandia durante lo Sbarco in Normandia nel 1944. Per la nave, come il sommergibile, il biglietto d'ingresso è sempre 20 $.

Cammino sul viale dei negozi all'interno.
Souvenir e ristoranti sono per la maggior parte.
Alla fine del viale c'è Il Maritime National Hystorical Park dove ci sono navi ormeggiate a cui bisogna pagare biglietti per salire a bordo. E' presente una scolaresca nella giornata che corrono felici e allegri per tutto il pontile.

Più avanti c'è la spiaggia dell'oceano dove è possibile , con molta fantasia, farsi un bagno e prendere il sole.

Arriva il cable car famosissimo di San Francisco.
Gente felice che scende e turisti a piedi che fotografa un altra attrazione della città.


C'è molto vento che porta a coprirsi. Salgo verso la vecchia industria Ghirardelli , cioccolateria. Ora c'è solo il nome dove sono presenti solo negozi che vendono cioccolato. La società , fondata da un italiano, ora è sotto le braccia della Lindt. Se visitate questi negozi preparate il portafoglio, la pietanza più economica costa 11,95 $ senza tasse. L'immagine è gustosa.


Arrivo fino a Fort Mason Center. Cammino per tutta la baia. Mi godo appieno il panorama. Da lontano si vede il Golden Gate e senza pensarci decido di andare a vederlo da vicino.

Mentre dei runner mi sorpassano, io continuo a camminare fino a che il Golden Gate non diventa più grande.
Il vento la fa da padrone. Quindi si passa dalla maglietta a maniche corte ad un giubbotto ( o felpa) in un attimo.

Vicino al ponte c'è un parco dove molti californiani sono  a fare il barbecue. Il fumo della carne grigliata riempie l'aria.

Io fotografo ogni metro di avvicinamento al ponte. La famosa attrazione è stata inaugurata Il 27 maggio 1937, esattamente settantacinque anni fa:  che collega  lo stretto tra la baia di San Francisco e l’Oceano Pacifico.

È un ponte sospeso: 
cioè la struttura orizzontale che consente l’attraversamento, è appeso, per mezzo di cavi o elementi rigidi verticali, ad un numero di cavi principali sorretti da torri alle estremità del ponte o sopra le pile del ponte. Il tratto complessivo del ponte è lungo 2,71 chilometri e in media il mare si trova a 67 metri dall’impalcato, quando c’è l’alta marea. L’altezza delle due torri è 225 metri sopra il livello dell’acqua, mentre il diametro dei cavi della sospensione principale è di 91,34 centimetri.

l Golden Gate Bridge viene comunemente considerato il posto dove vengono commessi più
suicidi al mondo, anche per via di barriere di protezione molto basse (circa un metro e mezzo). Il primo suicidio ci fu tre mesi dopo l’apertura, nel 1937, e da allora si sono buttate dal ponte oltre 1.300 persone. Oggi, in media c’è un tentativo di suicidio ogni due settimane.

Essere nell'attrazione di San Francisco e questo famoso ponte è veramente sorprendentemente strabiliante.

Al ritorno passo verso Palace of Fine Arts. E' una struttura monumentale originariamente costruita per l'Esposizione Panama-Pacifico del 1915. Un posto veramente magnifico.  È stato poi restaurato e rafforzato nel 1962 e nel 1975.

IL palazzo si  trova ai margini di un piccolo lago, che gli conferisce un fascino extra, compresi i riflessi della rotonda e del bellissimo colonnato nell'acqua.



Insieme a turisti orientali e di altre etnie mi diletto a fotografare questo posto veramente bello.
Ci sono anche cigni e animali ancorati su alberi caduti nell'acqua. Da vedere.
Percorro Filmore Street e arrivo fino al Municipio (City Hall). Da godersi con la prima luce della sera.
All'esterno foto di sopravvissuti all'Olocausto.


Vicino al Municipio passeggio prima di arrivare in hotel e chiudere il primo giorno. Come giornata è assolutamente stata indimenticabile.
Una città che non mi ha deluso e non mi deluderà.












3° giorno


“San Francisco è una città pazza, abitata per la maggior parte da persone instabili mentalmente e da donne di una bellezza unica.”
Rudyard Kipling





Dopo aver mangiato le ciambelle ( sarà un ricordo indelebile nei miei ricordi) mi incammino verso Lombard Street. La famosa strada a tornanti costruita o modificata nel 1922, nata per la necessità di ridurre la pendenza di 27° (51%) della collina; è lungo 400 m su una pavimentazione di mattoni rossi, ed è riservato solo per il transito delle vetture in discesa.


Questa strada famosa in tutto il mondo mi ha assolutamente delusa. La strada , forse perché aveva cespugli alti, non era ben visibile se non per ultimo pezzo. Mi ha lasciato un amaro in bocca. Avevo più aspettative dopo aver visto le foto su internet.


Da Lombard Street scendo verso Larkin Street per raggiungere la baia ed esco di fronte a Ghirardelli. Torno verso Pier 39 , e visto che con il vento non mi sono accorto di essermi scottato in tutta la faccia e nel collo ( abbronzatura da

muratore) compro per 3 dollari un cappello di San Francisco.

Mi incammino verso il Pier 33 dove ci sono gli scafi per Alcatraz. Comprato biglietto online, combo con Madame Toussaut e San Francisco Dungeon. Vado in biglietteria per trasformare il mio voucher in biglietto.


Il sole picchia tantissimo, e oggi c'è poco vento.
Guardo la riproduzione dell'isola sul pontile. Per salire a bordo di uno degli scafi bisogna aspettare l'orario scritto sul biglietto.



Prima di salire faccio la solita foto di routine per turisti ( il prezzo lo trovo esageratamente fuori mercato).


Sono a bordo e in 45 minuti raggiungo l'isola più famosa di San Francisco , spesso non nel bene. Chiusa nel 21 maggio 1963 è tristamente famosa per il suo penitenziario inaccessibile e senza via di fuga. Luogo dove ha avuto come prigionieri anche  Al Capone, doveva scontare i reati di evasione fiscale.



Sceso dal battello un ranger del parco, dato che l'isola è sotto giurisdizione dei Parchi Nazionali Americani, ci spiega un po' la visita, la storia, e gli squali ( sembra che sono presenti moltissimi nelle vicinanze)

 
La fase di Prigione federale detentiva nacque esattamente l'11 agosto 1934 dove I primi 137 prigionieri furono trasportati ad Alcatraz ; erano stati scelti prigionieri che avevano dato particolari problemi di disciplina e sicurezza





Superati gli edifici delle guardie penitenziarie e delle loro famiglie, che non sono aperte al pubblico, arrivo nella parte  principale della visita.



Prendo l'audioguida che è fondamentale per ascoltare la storia del luogo e tutte le storie che ha vissuto. L'audioguida ha 14 lingue tra cui l'italiano.



E' veramente scioccante o sorprendente la visione delle celle dei prigionieri. Un angusta stanza di circa 4 metri quadri ciascuna, e, se il loro comportamento non era conforme con le norme prescritte dal regolamento, venivano reclusi nelle celle sotterranee, note dai detenuti come The Hole, dove non c’erano letto, luce né pulizia.



La descrizioni degli eventi e dei luoghi è veramente minuziosa di particolari e affascinante da ascoltare. Si passa anche davanti la cella di Al Capone e fa pensare che un personaggio del genere ha vissuto i suoi ultimi anni in quelle celle minuscole.




Mi colpisce una parte della prigione dove ci sono segni di pallottole e battaglia ancora nel pavimento e nel muro. Frutto della Battaglia di Alcatraz del 2 maggio 1946. Tentativo di fuga non riuscito. Bernard Coy insieme ad altri 5 prigionieri riuscì rubare un fucile a una guardia, scavare una galleria, allargare le sbarre della prigione e uscire. Durante il tentativo di evasione i prigionieri riuscirono a impossessarsi di altre armi: una pistola e dei bastoni. Non appena la loro scomparsa fu notata, le guardie tagliarono loro ogni via di fuga. Coy e i suoi compagni, non volendo rinunciare alla possibilità di evadere, diedero inizio a


una violenta ribellione nei confronti delle guardie che cercavano di riportarli all’interno del carcere. La rivolta si estese a tutti i prigionieri e furono necessari due giorni per sedarla, durante la battaglia persero la vita due guardie e tre degli autori della rivolta, tra cui lo stesso Coy.



Rocambolesca invece la fuga dei Fratelli Anglin e di Frank Morris, riprodotta nel film La Grande Fuga con Clint Eastwood, dove sembra che i prigionieri , che misero dei pupazzi di cartapesta nei loro letti, riuscirono a scappare dal condotto di aerazione. La mattina dopo fu scoperto l'inganno. Sui tre sembra che ci sia un alone di mistero, dicono che sono riusciti nell'intento e fuggiti in Sudamerica, altri che

sono morti nella Traversata verso la città.

Comunque tutto questo rende veramente la visita interessante e da mettere in programma.
La storia di Alcatraz si chiude con l'occupazione di una tribù indiana dell'isola , con i resti di una scritta sulla cisterna . L’8 marzo 1964 un piccolo gruppo di sioux, 40 persone, aveva occupato l’isola per quattro ore, offrendo ironicamente al governo la stessa somma ricevuta per le loro terre, 47 cent per acro, ben 9,40 dollari per l’intera isola…
Gli Indiani di Tutte le Tribù , nomi che si diedero invece quelli che la occuparono nel 1969,  nonostante le difficoltà per ricevere acqua e cibo, tennero testa al governo USA per ben 19 mesi. L’occupazione contribuì a risvegliare l’interesse dell’opinione pubblica per i problemi dei nativi americani.

Prima di arrivare al porto per prendere lo scafo mi fermo su una spianata dove i vari uccelli sono da padroni.


Riprendo lo scafo e torno a San Francisco. Torno a Pier 39 , dove in un ristorante asiatico compro una forma di pane con all'interno la salsa di gamberi (crable shrimp). Buona. Bevo una Bud per mandare giù la pietanza.


Nel combo c'erano anche la visita al San Francisco Dungeon , che posso dire che non ne vale la pena. Sicuramente il problema è la lingua, ma non è stato molto "pauroso".

Il Madame Tussaud , a fianco, è molto interessante. Brand conosciuto in vari paesi è bellissimo da vedere. Le statue di cera sono meravigliosamente simili alla realtà. Tra un selfie con Obama o con George Lucas, passeggio tra i corridoi piene di "star".

E' sera vado verso Filbert Street dove faccio una visita a Saint Peter e Paul Church per poi muovermi verso casa.

4° giorno
“E' un fatto dimostrato dalla scienza che rimanere in California provoca la perdita annua di un punto del proprio quoziente intellettivo.”
Truman Capote

E' il giorno della visita al grandissimo parco dello Yosemite. Il parco nazionale più famoso della città. Nel 1984 è stato designato come patrimonio dell'umanità dall'Unesco per le sue spettacolari cime granitiche, le sue cascate, i ruscelli limpidi, le sequoie giganti ed in generale per la biodiversità.
Il viaggio l'avevo preso sul sito del Musement per 140 euro circa.


Si parte alle 7.10 da un hotel vicino al mio, la guida americana arriva con un pulmino. Siamo una decina , con due famiglie e una coppia. Per arrivare si passa dal Bay Bridge, cui l'alba che si vede è meravigliosa.

Sosta in un gran supermercato dove compriamo del cibo e facciamo colazione.

La strada verso il parco è verso strade di montagne con strapiombi "affascinanti" e "paurosi". La natura verde la fa da padrona.


Entriamo nel parco e C'è ancora neve sia nei cucuzzoli che in alcuni tratti pianeggianti. La prima tappa è El Capitan.  Una grande montagna granitica  nel quale la sua parete verticale è denominata Nose (naso) . Famosa per alcuni alpinisti avventurosi.


La vista è mozzafiato. Pullman fermi con turisti scesi a fotografare , come me , queste meraviglia. Quasi litigo con un gruppo di orientali, abbastanza arroganti, ma tutto poi rientra nell'ordine.

Sul sito dove ho prenotati il viaggio consigliavano , per i mesi primaverili, scarpe boat e giacche. Non servono, quindi non date retta. Importante è avere scarpe con cui potete camminare bene anche su terreni particolari. Le sneakers vanno abbastanza bene. E' 16 aprile e fa molto caldo , quindi niente giacche pesanti. Portare Felpe e indossare solo nelle vicinanze delle varie cascate (Falls) che andremo a vedere.

Ci fermiamo al campo base e abbiamo 3 ore circa per noi per goderci il parco. Ogni posto del Parco ha un numero di riconoscimento per poter meglio visitare. Inoltre c'è una navetta gratuita che gira per tutto il parco.
La prima fermata è il 6 che è il Lower Falls che è vicinissimo al punto dove il pullman ci ha lasciato.

Il rumore mentre ti avvicini è assordante. Stupenda la natura quando l'uomo non cerca di distruggerla. Si passa su un ponte in cui puoi goderti tutta la sua forza.
Lascia che ogni attimo di questa bellezza venga vista dai tuoi occhi, e che venga impresso nel cervello per ricordarlo per sempre.


Gironzolo nei sentieri intorno alla cascata. Prendo l'autobus e scendo al numero 16 per vedere Vernan Falls al punto 16.
La scarpinata è importante. Sono alcuni km a piedi in leggera salita. In alcuni tratti si vede la neve.
Persone che mi incrociano che si aiutano nel camminare con lunghi bastoni.
Mi fermo ogni piccolo passo il paesaggio intorno merita di essere visto e goduto. Cascate in lontananza, il piccolo fiume che passa sotto di noi, picchi nevosi, montagne altissime, rumore dell'acqua.

Dopo aver camminato per alcuni Km attraverso un ponte. Forse un punto di arrivo per molti  , vista la bellezza del luogo,  ma non per me. Ho camminato moltissimo e un ultimo sforzo per vedere per intero la cascata non può uccidermi.
Arrivo in un punto in cui per vedere le cascate devi camminare sulle rocce. Le foto valgono tutta la camminata e la fatica.


Esausto mi riposo un po'. Se non voglio rimanere nel parco è ora che mi incammini verso il pullman.
A ritroso faccio il percorso. E non c'è momento che ancora mi fermi per godermi quei momenti.

Prima di salire sul pullman che mi porti in città compro un bicchierino con l'effige del luogo nel negozio di souvenir.

Ripartiamo ma prima di uscire del parco ci fermiamo a vedere El Capitan in una prospettiva diversa.



Nel tragitto ci fermiamo di nuovo nel centro commerciale per mangiare e ristorarci. Arriviamo a San Francisco tardi. Alla visione dei tanti senzatetto chiedo alla guida il perché. Lei che è americana mi risponde "I Don'T Know. I Think was problem mental". Scendo e mi dirigo verso l'hotel. Una giornata indimenticabile


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