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Huawei Mate 9: recensione. Prestazioni e autonomia da urlo.

E’ il nuovo dispositivo di punta di Huawei: Huawei Mate 9 è l’ultimo esponente della fortunata serie Mate, che strizza l’occhio a tutti gli amanti dei phablet alla ricerca di performance di alto livello. Se da un lato i “padelloni” stanno passando un po’ di moda, dall’altro sono sempre di più gli utenti che usano quasi esclusivamente lo smartphone per informarsi, comunicare, connettersi con i social, giocare o guardare film e serie TV. Se siete tra questi utenti, il Mate 9 può fare al caso vostro, perchè, a discapito di un maggiore ingombro, uno schermo grande è indiscutibilmente più comodo.

Ho provato il Mate 9 per circa 10 giorni prima di scrivere questa recensione, utilizzandolo come dispositivo principale. Utilizzo smartphone Huawei dai tempi del Mate 7 (per poi passare al Mate S, P9 e ora, all’Honor 8) perchè li ritengo adeguati alle mie esigenze (e perchè mi sono abituato anche al tanto odiato sistema operativo) ma non per questo penso che siano esenti da difetti, che ho elencato e descritto anche in questa recensione.

Design: poche novità

Le dimensioni sono importanti e anche il peso si sente (190g), ma considerate che stiamo parlando di un “phablet” da 5.9 pollici. Durante la presentazione Huawei ci ha tenuto a precisare che le dimensioni fisiche sono del tutto simili a quelle di un iPhone 7 plus, rispetto al quale però il Mate 9 può vantare uno schermo più grande (5.9 pollici contro i 5.5 dell’iPhone 7 plus). Il display sfrutta quasi tutta la superficie frontale del dispositivo, ad esclusione delle sottili bande nere visibili a schermo acceso che ad alcuni possono non piacere (personalmente non mi danno alcun fastidio).

La scocca è in alluminio, al tatto molto simile a quello di tutti gli altri smartphone Huawei di fascia alta. Il design rimane quasi del tutto invariato rispetto al Mate 8: le differenze sono la dual-camera Leica e la porta USB, ora di tipo type C in linea con i tempi, e che offre il vantaggio di poter inserire la port USB in entrambi i versi.

La colorazione che abbiamo provato noi è Champagne Gold (che non dovrebbe arrivare in Italia, come tra l’altro le versioni Mocha Brown, Ceramic White e black), mentre in Italia sarà disponibile in due diverse colorazioni: Space Grey (bellissimo a mio parere) e Moonlight Silver.

Display: lunga vita al full-HD!

Non c’è molto da dire sul display del Mate 9: ho apprezzato come Huawei non ci abbia propinato la risoluzione 2K, optando invece per il full-HD anche con uno schermo così grande. Ottima scelta a mio parere, che si traduce in una maggiore autonomia a discapito di una maggiore definizione, che sarebbe stata difficilmente percepibile.

Il livello di luminosità massimo è molto alto, e anche all’aperto lo schermo è ben visibile. Il sensore di luminosità è reattivo e si adatta perfettamente alla luminosità ambientale. Per quanto riguarda la resa visiva, sappiate che la temperatura dei colori è regolabile manualmente e potete quindi impostarla a vostro piacimento. E’ anche possibile filtrare la luce blu, per consentire un utilizzo prolungato del dispositivo senza affaticare eccessivamente la vista (utile per la lettura di ebook).

Manca la tecnologia Press Touch, ma non se ne sente la mancanza. E’ ancora quasi del tutto inutile in ambiente Android, a differenza di iOS in cui gli sviluppatori, complice la larga diffusione, stanno sfruttando ampiamente questa funzionalità.

Prestazioni: ha tutto quello di cui avete bisogno

Il Mate 9 è il nuovo dispositivo di punta di Huawei e come tale viene dotato dell’ultimo processore HiSilicon Kirin 960 da 2,4GHz, che prende il posto del Kirin 955 di Huawei P9. La novità è nell’architettura Cortex A73: più veloce e più efficiente rispetto alla A72. Ancora più promettenti sono i risultati dei test al benchmark per la nuova GPU Mali G71 MP8, capace di offrire circa 20% in più di efficienza ed una riduzione del 20% di utilizzo della memoria rispetto al predecessore: i risultati (almeno secondo XDA developers), superano quelli ottenuti con lo Snapdragon 821 del Google Pixel XL nella navigazione web, nell’accesso alla memoria e nelle operazioni di sistema, posizionandosi poco sotto solo nel rendering grafico.

Niente male quindi, soprattutto se consideriamo il gran lavoro svolto, a detta di Huawei, sull’interazione tra hardware e software, anche tramite l’interazione di una migliore gestione dell’allocazione della memoria e degli algoritmi predittivi (Machine Learning Algorithm) volti a mantenere prestazioni elevate anche dopo 18 mesi di utilizzo. Il motivo per cui ho voluto fare queste considerazioni puramente quantitive e teoriche derivate dai test dal benchmark è perchè nella pratica non è stato possibile notare i benefici del nuovo potente hardware: il sistema è sempre stato reattivissimo in tutte le operazioni quotidiane (anche grazie ai 4GB di RAM in LPDDR4), dalla navigazione web all’utilizzo simultaneo di più app. La vera sorpresa è la perfetta godibilità dei giochi, grazie alla nuova GPU in grado di assicurare un framerate molto alto e costante nei giochi graficamente “pesanti” come Real Racing 3, con cui è possibile percepire una fluidità impeccabile. Da sottolineare come il dispositivo non scaldi praticamente mai nemmeno sotto stress, merito anche dell’ampia superficie dissipabile. Lo spazio disponibile è di 64GB, di cui sono ben 11,34GB (!!) quelli occupati dal firmware.

Il lettore di impronte è reattivo e precisissimo, cosa a cui Huawei ci ha già abituato da tempo (anche quello dell’Honor 8 è impeccabile). Stavolta però il lettore non è multifunzionale: non è possibile associare la pressione del tasto (il tasto non si può premere) ad una qualche azione. Nell’Honor 8 per esempio avevo associato la pressione del tasto all’apertura dell’app camera. Peccato.

Altra nota: manca la radio FM, come nell’Honor 8 e nel P9. Sinceramente non capisco perchè in alcuni modelli venga implementata la radio (come nel P9 lite) e in altri no, in modo completamente random. A me avrebbe fatto molto comodo.

E’ presente invece un sensore ad infrarossi per utilizzare lo smartphone come telecomando o comandare il lettore DVD, l’impianto stereo o il condizionatore. Per molti è inutile ma a me è capitato di utilizzarlo.

Software: poche novità ma tanto lavoro sull’ottimizzazione

Huawei Mate 9 è il primo smartphone ad arrivare in Italia con Android Nougat (7.0) pre-installato, portando con sè anche la rinnovata interfaccia EMUI 5.0. La prima novità è nella possibilità di abilitare l’app drawer. Da Impostazioni, in Stile schermata Home, potete infatti scegliere tra la modalità standard o quella con il drawer. L’altra particolarità è sulle notifiche, ereditate direttamente dalla stock Nougat. Nella barra in alto però compare solo il numero delle notifiche, e non più le singole icone (come quelle di Whatsapp o Facebook). Per sapere la tipologia delle notifiche l’unico modo quindi è visualizzarle.

Tra le funzionalità di Android Nougat quella che ho utilizzato di più è il multi-windows, ovvero la possibilità di splittare lo schermo in due e visualizzare app differenti. Si tratta di un grande passo in avanti, dato che sulla EMUI precedente era possibile farlo ma solo con alcune app di sistema ed era, di fatto, inutile. Per attivare il doppio schermo è sufficiente tenere premuto il tasto delle app recenti.

Esteticamente il software potrà non piacere (ripeto, a me piace anche l’estetica) ma l’esperienza d’uso è di altissimo livello. Questo per due motivi: primo, l’interfaccia è semplice. Come citato durante la presentazione di Monaco, il 50% dei task è effettuabile in 2 click, il 92% in 3 click. Secondo: non lagga e non lo farà nemmeno in futuro. Gli algoritmi auto-adattativi di machine learning dovrebbero gestire l’allocazione delle risorse basata su una efficiente gestione della CPU e una deframmentazione della memoria con fail rate più basso, compressione della memoria.

A mio parere quindi il software è impeccabile, se escludiamo qualche scelta tecnica (come quella delle notifiche) discutibile. Sarebbe stato interessante vedere un pennino multifunzionale in stile Note, proprio per andare a coprire le esigenze di quella tipologia di utenti, lasciata scoperta dai problemi tecnici del Note 7. Magari sarà il Mate 10 ad andare in questa direzione.

Fotocamera: il ritorno ai livelli del P9 e del P9 plus

Huawei Mate 9 monta la nuova dual-camera composta da un sensore monocromatico da 20MP (risoluzione superiore rispetto ai 12MP del P9) e un sensore RGB da 12MP, entrambi con apertura f2.2. Le novità sono la dotazione di uno stabilizzatore ottico (OIS), che il P9 non ha, il nuovo sistema di autofocus, più rapido rispetto agli altri modelli, ma soprattutto un nuovo sistema di zoom 2x ibrido che utilizzale informazioni provenienti dal sensore monocromatico per ottenere uno zoom “senza perdite” con il sensore da 12MP. Il funzionamento della doppia fotocamera è invariato, ed è quello che Huawei chiama “Pixel Binning“: negli scatti a 12MP, vengono recuperate informazioni dal sensore monocromatico (che non avendo il filtro colore può catturare più luce e dettagli) per attenuare il rumore ed aumentare la nitidezza.

Passiamo ora alla pratica. La qualità delle foto nel semplice “punta e scatta” è davvero ottima. E’ sicuramente migliore rispetto a quella dell’Honor 8, che utilizzo quotidianamente, mentre non sono riuscito a percepire sostanziali differenze rispetto al P9 e P9 plus, nonostante questa dual-camera sia di seconda generazione. I miglioramenti li ho osservati invece nella regolazione della profondità di campo via software dopo lo scatto, utilizzo per cui è stata pensata la doppia cam. In altre parole adesso gli oggetti in primo piano non vengono più “scontornati”, dando un effetto innaturale alla foto, ma si riesce ad ottenere quell’effetto che piace tanto agli amanti delle foto.

Non manca la solita modalità PRO, con in cui potete regolare manualmente ISO e tempo di esposizione e scattare foto a bassa luce molto belle, ma avrete bisogno di un cavalletto ovviamente, come con le reflex. Ho testato i limiti della fotocamera scattando foto completamente al buio (ultima foto).

“Punta e scatta” all’aperto
“Punta e scatta” all’aperto
“Punta e scatta” all’aperto
Foto indoor con luci artificiali
Foto al buio (con il flash)

Una nota doverosa: potete scattare foto poggiando il dito sul lettore di impronte, ma per evitare di coprire parzialmente un sensore, dovrete poggiarlo in una posizione molto innaturale. Non si poteva distanziare un po’ di più il sensore dalla fotocamera? Per fortuna c’è la possibilità, molto più logica e sensata, di scattare la foto con il tasto fisico del volume.

Autonomia: 11 ore di schermo acceso. Scusate se è poco.

Se volete uno smartphone che abbia un’autonomia elevatissima allora il Mate 9 fa al caso vostro. Il risultato delle nostre prove parlano chiaro: 11 ore di schermo acceso, così suddivise: 3 ore e mezza di navigazione internet, 3 ore 40 minuti di riproduzione video e ben 3 ore e 50 minuti di gaming. Per non falsare i risultati abbiamo tenuto il 4G disabilitato, utilizzandolo solo in Wi-fi. Inoltre la luminosità dello schermo è stata impostata manualmente al 50%. Probabilmente con la luminosità automatica avremmo ottenuto risultati ancora migliori.

Capitolo Huawei Super-Charge: la ricarica a 4.5V – 5A è fantastica. Durante la presentazione del Mate 9 ero rimasto piacevolmente colpito dalla slide in cui si sosteneva che il dispositivo fosse capace di caricarsi dallo 0 al 60% in soli 30 minuti, caricando completamente il telefono in soli 90 minuti. Dati miei test ho ottenuto risultati diversi, anche se ugualmente molto positivi. Dallo 0 al 50% in 30 minuti (per il 60% ci sono voluti 35 minuti), mentre per una ricarica completa ci sono volute 2 ore.

Il prezzo è alto ma è in linea con il mercato

I prezzi dei nuovi dispositivi Huawei sono sempre più alti. Su questo non ci piove. Il Mate 7 era uscito ad un prezzo al pubblico di 499 euro, il Mate 8 di 599 euro, e ora il Mate 9 a 749 euro. Bisogna ammettere però che il prezzo cresce di pari passo con la brand awareness di Huawei, forte anche di un continuo investimento delle risorse nell’innovazione tecnica dei prodotti. Per chi ha disponibilità di budget più limitate è Honor il brand a cui dovete guardare, non più Huawei. Considerate anche che il prodotto potrebbe subire un forte calo di prezzo nei prossimi mesi. A differenza dei precedenti modelli è disponibile in un solo taglio di memoria (64GB) mentre le colorazioni disponibili per il mercato italiano, per ora, sono Space Grey e Moonlight Silver.

Design7.5
Display7.5
Prestazioni9
Autonomia9.5
Fotocamera8.5
Sistema8.5
Reader Rating0 Votes0
PRO
Prestazioni di altissimo livello, soprattutto nel gaming
Software semplice ed intuitivo
Fotocamera di ottima qualità
Autonomia strepitosa
Ha il sensore ad infrarossi
CONTRO
Le cornici nere attorno al display possono non piacere
Manca la radio FM
Non è waterproof
E' assente la ricarica wireless
Prezzo di lancio un po' troppo elevato
8.4

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