Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

RESOCONTO ATTIVITÀ 2022 DELLA POLIZIA POSTALE : I NOSTRI COMPLIMENTI

RESOCONTO ATTIVITÀ 2022 DELLA POLIZIA POSTALE : I NOSTRI COMPLIMENTI

Pubblichiamo con piacere un importante report della Polizia Postale che riassume l’incredibile mole di lavoro svolto nel 2022. I nostri complimenti e ringraziamenti più sinceri!

Resoconto attività 2022 della Polizia Postale e delle Comunicazioni e dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica

Nel 2022 la Polizia Postale è stata chiamata a far fronte a continue e sempre più evolute sfide investigative sulle macro-aree di competenza, in particolare negli ambiti della prevenzione e contrasto alla pedopornografia online, della protezione delle infrastrutture critiche di rilevanza nazionale, del financial cybercrime e di quelle relative alle minacce eversivo-terroristiche, riconducibili  sia a forme di fondamentalismo religioso che a forme di estremismo politico ideologico, anche in contesti internazionali.

CENTRO NAZIONALE PER IL CONTRASTO

ALLA PEDOPORNOGRAFIA ONLINE

(C.N.C.P.O.)

In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro vivere quotidiano, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2022 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati in danno di minori.

Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) nel 2022 ha confermato il suo ruolo di punto di riferimento e di coordinamento nazionale dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica – COSC della Polizia Postale nella lotta alla pedofilia e pornografia minorile online.

L’analisi dei dati relativi all’anno di riferimento ha confermato la lieve diminuzione dei casi trattati già evidenziata nella rilevazione di medio termine. La flessione negativa dei dati è stata riscontrata anche in riferimento al numero delle segnalazioni provenienti da organismi internazionali attivi nella protezione dei minori in rete.  L’impegno profuso dalla Specialità si è concentrato nel reprimere episodi di particolare gravità, con l’effetto rilevabile di evidenziare un maggior numero di individui sottoposti a pene detentive.

Nell’ambito poi delle segnalazioni relative alla pubblicazione di contenuti pedopornografici su social network, si è evidenziato un fenomeno per il quale veniva intaccata la reputazione dei vari titolari di profili social attraverso la pubblicazione di materiale scabroso di natura pedopornografica con accessi abusivi massivi a profili privati di ignari cittadini e di persone dotate di rilevanza mediatica, politica o di altra natura.

La fine dell’emergenza sanitaria, con la progressiva ripresa delle attività nella direzione di un recupero della normalità, potrebbe aver contribuito a ridurre l’isolamento sociale, facendo rilevare nel 2022 una riduzione della circolazione globale di materiale pedopornografico su circuiti internazionali, che non ha però inciso sull’attività di contrasto. Infatti, è stato registrato un aumento dei soggetti individuati e deferiti per violazioni connesse ad abusi in danno di minori.

In particolare, nell’ambito dell’attività di contrasto coordinata dal Centro sono stati trattati complessivamente 4.542 casi, che hanno consentito di indagare 1.463 soggetti, di cui 149 tratti in arresto per reati connessi alla materia degli abusi tecnomediati in danno di minori, con un aumento di persone tratte in arresto di circa il +8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per quanto concerne l’attività di prevenzione svolta dal C.N.C.P.O. attraverso una continua e costante attività di monitoraggio della rete, sono stati visionati 25.696 siti, di cui 2.622 inseriti in black list e oscurati, in quanto presentavano contenuti pedopornografici.

PEDOPORNOGRAFIA E ADESCAMENTO ONLINE 2021 2022* Variazione percentuale
Persone indagate 1.419 1.463 +3%
Siti in Black List 2.543 2.622 +3%
* – dati rilevati il 27/12/2022

Adescamento online

Nel periodo di riferimento sono stati trattati 424 casi per adescamento online: anche quest’anno la fascia dei preadolescenti (età 10-13 anni) è quella più coinvolta in interazioni sessuali tecnomediate, 229 rispetto al totale.

Continua a preoccupare il lento incremento dei casi relativi a bambini adescati di età inferiore ai 9 anni, trend che è diventato più consistente a partire dalla pandemia. Social network e videogiochi online sono i luoghi di contatto tra minori e adulti più frequentemente teatro delle interazioni nocive, a riprova ulteriore del fatto che il rischio si concretizza con maggiore probabilità quando i bambini e i ragazzi si esprimono con spensieratezza e fiducia, nei linguaggi e nei comportamenti tipici della loro età.

Cyberbullismo

Si registra una leggera flessione anche dei casi di cyberbullismo che può essere interpretata come effetto della normalizzazione delle abitudini dei ragazzi: non si può escludere che il ritorno ad una vita sociale priva di restrizioni abbia avuto un’influenza positiva sulla qualità delle interazioni sociali, delle relazioni tra coetanei e che la costanza dell’opera di sensibilizzazione svolta dalla Polizia Postale, presso le strutture scolastiche, abbia mantenuto alta l’attenzione degli adulti e dei ragazzi stessi sulla necessità di agire responsabilmente e correttamente in rete.

Nel periodo di riferimento sono stati trattati 323 casi di cyberbullismo.

CYBERBULLISMO 2021 2022*
Casi trattati vittime 0-9 anni 27 17
Casi trattati vittime 10-13 anni 112 87
Casi trattati vittime 14-17 anni 319 219
TOTALE 458 323
* – dati rilevati il 27/12/2022
2021 2022*
Minori denunciati per Cyberbullismo 117 128
* – dati rilevati il 27/12/2022

Sextortion

È un fenomeno che di solito colpisce gli adulti in modo violento e subdolo, fa leva su piccole fragilità ed esigenze personali, minacciando, nel giro di qualche click, la tranquillità delle persone.

Recentemente le sextortion stanno interessando sempre più spesso vittime minorenni, con effetti lesivi potenziati: la vergogna che i ragazzi provano impedisce loro di chiedere aiuto ai genitori o ai coetanei di fronte ai quali si sentono colpevoli di aver ceduto e di essersi fidati di perfetti e “avvenenti” sconosciuti.

La sensazione di sentirsi in trappola che sperimentano le vittime è amplificata spesso dalla difficoltà che hanno nel pagare le somme di denaro richieste. Nel corso dell’anno sono stati trattati 130 casi, la maggior parte dei quali nella fascia 14-17 anni, più spesso in danno di vittime maschili.

[ nota di Informatica in Azienda :  ricordiamo a chi servisse il nostro servizio anti ricatto sessuale con utili consigli su cosa fare e non fare se siete stati vittima di una sextortion ]

C.N.C.P.O. – ATTIVITÀ DI POLIZIA GIUDIZIARIA

Si riportano di seguito, le attività investigative di maggior rilievo coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia online:

OPERAZIONE “MEET UP, condotta in modalità sotto copertura dal personale del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale Piemonte e Valle D’Aosta, all’interno di canali Telegram dedicati alla diffusione, anche mediante sottoscrizione di abbonamenti a pagamento, di contenuti realizzati mediante sfruttamento sessuale di minori. Gli investigatori, interagendo direttamente in chat con gli utenti responsabili della diffusione, anche grazie alla capitalizzazione delle tracce informatiche e finanziarie enucleate, hanno potuto identificare gli utilizzatori dei nicknames destinatari dei 26 decreti di perquisizione emessi dall’A.G. procedente, che hanno consentito di indagare 26 persone, 3 delle quali tratte in arresto.

OPERAZIONE “GREEN OCEAN, svolta in modalità sotto copertura dal Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Palermo su piattaforme di file sharing e di messaggistica utilizzate per la diffusione di contenuti di pornografia minorile. All’esito dell’indagine sono state eseguite, su tutto il territorio nazionale, coordinate dal C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, 32 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, che hanno consentito di trarre in arresto 13 persone per detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico. In un caso, la perquisizione informatica effettuata sui dispositivi ha messo in luce l’esistenza di abusi fisici in danno di due minori, all’epoca dei fatti dell’età di 2 e 3 anni.

L’attività in argomento ha consentito, inoltre, di individuare centinaia di account riconducibili a utenti esteri, per i quali sono stati interessati i relativi collaterali.

OPERAZIONE “FAMIGLIE DA ABUSI”, svolta in modalità sotto copertura nell’ambito del contrasto alla pedopornografia online sul gruppo Telegram “Famiglie da Abusi” e condotta dai Centri Operativi Sicurezza Cibernetica di Roma, Bologna, Milano, Napoli e Catania, coordinati dal C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha consentito di arrestare 5 persone ritenute responsabili di diffusione e detenzione di materiale di sfruttamento sessuale di minori online.

In particolare, gli indagati appartenevano a una comunità ristretta dedita allo scambio di materiale pedopornografico, anche autoprodotto dagli stessi partecipanti.

OPERAZIONE “REVELATUM”, condotta dal Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale della Puglia nell’ambito del contrasto alla pedopornografia online, ha visto coinvolti 72 indagati, destinatari di altrettanti decreti di perquisizione su tutto il territorio nazionale, emessi dall’A.G. procedente.

L’indagine, avviata alla fine del 2020, ha preso le mosse dall’analisi delle tracce informatiche collegate a un link afferente a un cloud attestato sulla piattaforma di file hosting “Mega.nz”.

Gli Uffici territoriali della Polizia Postale, coinvolti nella fase esecutiva dell’operazione e coordinati dal C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno denunciato 59 persone per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e altre 7 sono state tratte in arresto in flagranza di reato per detenzione di ingente quantitativo di materiale realizzato mediante sfruttamento dei minori degli anni 18.

OPERAZIONE “BROKEN DREAMS”, avviata dal C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni a seguito di una segnalazione di operazioni sospette pervenuta, tramite Banca d’Italia, dalla società statunitense Paypal, dedita alla fornitura di servizi di pagamento e trasferimento digitale di denaro.

Dall’analisi di un portafoglio elettronico riconducibile a una minore di nazionalità dominicana residente in Italia, gli investigatori hanno ricostruito le tracce relative alle transazioni in ingresso, caratterizzate da causali riconducibili alla sottoscrizione di abbonamenti periodici afferenti a sessioni di “Live Distant Child Abuse”, realizzate in streaming su piattaforme di videochat. L’indagine ha consentito di individuare 18 soggetti per i quali l’Autorità giudiziaria ha emesso altrettanti decreti di perquisizione, attività che si sono concluse con 17 indagati, due dei quali in stato di arresto.

OPERAZIONE “LUNA”, avviata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia sulla scorta delle risultanze emerse a seguito dell’analisi forense eseguita sui supporti informatici sequestrati a un indagato nell’ambito di altra operazione di polizia giudiziaria, si è conclusa con la denuncia di 25 persone, 7 delle quali minorenni e una tratta in arresto. L’attività, che ha coinvolto tutti gli Uffici territoriali della Specialità, coordinati dal C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha consentito di indagare 25 soggetti, di cui uno in stato di arresto.

OPERAZIONE “ESTOTE PARATI”: L’attività di indagine delCentro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Palermo trae origine dalla più ampia Operazione “DICTUM”, avviata a seguito di una segnalazione pervenuta nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, che ha condotto all’individuazione di numerosi soggetti responsabili di aver condiviso in rete materiale pedopornografico tramite la piattaforma Mega.nz.

L’analisi del materiale detenuto in cloud, ha consentito la denuncia di 27 persone, 3 delle quali sono state tratte in arresto in flagranza di reato per detenzione di ingente quantitativo di materiale realizzato mediante lo sfruttamento sessuale di minori.

OPERAZIONE“AREA PEDONALE”, avviata in modalità sotto copertura dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale Piemonte e Valle D’Aosta, con il coordinamento di questo Servizio, sulla piattaforma di messaggistica istantanea Telegram, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Torino. Sono state eseguite contestualmente 12 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, ad esito delle quali sono stati denunciati in stato di libertà 9 utenti per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico, mentre altri 3 sono stati tratti in arresto in flagranza di reato.

OPERAZIONE“BLACK ROOM”: condotta in modalità sotto copertura dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Napoli all’interno di canali Telegram, ha consentito la denuncia di 21 persone e l’arresto di altrettante 5, tra cui figura l’amministratore della pagina, creatore di un bot ad hoc per la condivisione automatica di materiale a fronte del pagamento di corrispettivi in denaro.

OPERAZIONE“COCITO”:il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Milano ha arrestato un trentatreenne romano per violenza sessuale aggravata ai danni della propria figlia, per detenzione, produzione e cessione di materiale pedopornografico e per adescamento di minorenne. L’attività è stata condotta in modalità sotto copertura all’interno di un canale Telegram, ove era avvenuta la condivisione del materiale multimediale inerente ali abusi, a cura degli operatori sul territorio con il costante coordinamento e supporto del C.N.C.P.O.

OPERAZIONE“DICTUM III”:L’attività di indagine delCentro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale per la Toscana trae origine dalla più ampia Operazione “DICTUM”, avviata a seguito di una segnalazione pervenuta nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, che ha condotto all’individuazione di numerosi soggetti responsabili di aver condiviso in rete materiale pedopornografico tramite la piattaforma Mega.nz.

All’esito delle attività, sono state denunciate 30 persone accusate di aver condiviso materiale pedopornografico tramite la citata piattaforma di cloud, di cui 5 sono state tratte in arresto in flagranza di reato per detenzione di ingente quantitativo di materiale realizzato mediante lo sfruttamento sessuale di minori.

OPERAZIONE “POISON”:Condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Pescara, è scaturita su impulso del CNCPO a seguito di una segnalazione del Servizio Emergenza Infanzia 114, relativa alla condivisione, su gruppi social, oltre che di contenuti pedopornografici, anche di carattere zoofilo, necrofilo, scatsplatter, nonché di violenza estrema, apologia del nazismo/fascismo, atti sessuali estremi e mutilazioni, atti di crudeltà verso essere umani e animali, che ha interessato, nella fase esecutiva, diverse articolazioni territoriali della Specialità.

All’esito delle attività sono stati denunciati in stato di libertà 7 minori per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.

ARRESTO FIRENZE: Personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Firenze ha tratto in arresto un cittadino statunitense trovato in possesso di ingente quantitativo di materiale pedopornografico realizzato utilizzando minori di anni diciotto. La vicenda trae origine da una segnalazione che il CNCPO ha ricevuto dal collaterale statunitense.

CENTRO NAZIONALE ANTICRIMINE PER LA PROTEZIONE DELLE INFRASTRUTTURE CRITICHE

(C.N.A.I.P.I.C.)

Nell’esercizio della propria missione istituzionale, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – Organo del Ministero dell’interno per la sicurezza delle telecomunicazioni garantisce, fra l’altro, ai sensi dell’art. 7 bis DL 144 del 2005 e del  DM 15 agosto 2017 – Direttiva sul riordino dei comparti di Specialità delle Forze di Polizia – la protezione delle infrastrutture critiche informatizzate del Paese.

Nell’attuale e particolare contesto internazionale, l’escalation delle tensioni geopolitiche connesse al conflitto in Ucraina continua ad avere significativi riverberi anche in materia di sicurezza cibernetica. Risultano, infatti, in corso campagne massive a livello internazionale dirette verso infrastrutture critiche, sistemi finanziari e aziende operanti in settori strategici quali comunicazione e difesa, tra le quali figurano campagne di phishing, diffusione di malware distruttivi (specialmente Ransomware), attacchi Ddos, campagne di disinformazione e leak di database. Inoltre, alcuni tra i più pericolosi gruppi di hacker criminali hanno deciso di schierarsi a favore della Russia, altri con l’Ucraina, prendendo di fatto parte al conflitto nel c.d. “dominio cibernetico”.

In tal senso, come noto, il conflitto russo-ucraino ha comportato una recrudescenza nell’attività di attori ostili, connotati per l’esecuzione di attacchi ransomware – volti a paralizzare servizi e sistemi critici mediante la cifratura dei dati contenuti – campagne DDoS, volti a sabotare la funzionalità di risorse online e, soprattutto, attacchi di tipo ATP (Advanced Persistent Threat), condotti da attori ostili di elevato expertise tecnico, in grado di penetrare i sistemi più strategici mediante tecniche di social engineering o sfruttamento di vulnerabilità, al fine di garantirsi una persistenza silente all’interno dei sistemi a scopo di spionaggio o successivo danneggiamento.

La proliferazione di gruppi ostili, si è attuata poi mediante il ricorso a crew hacker di c.d. crime as a service, ordinariamente attive nel fornire supporto tecnologico ad attori criminali ed oggi sempre più contigue a gruppi di ascendenza statuale.

In particolare, il Servizio polizia postale ha implementato l’attività informativa e di monitoraggio ad ampio spettro, esteso anche al dark web, attivando canali di diretta interlocuzione dedicati allo scenario in atto con Europol, oltre che con Interpol e FBI, con l’obiettivo di elevare il livello di attenzione con particolare riguardo al settore economico/finanziario, tradizionalmente oggetto di interesse da parte di compagini criminali con connotazione state sponsored.

Il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC), attraverso dedicati alert ha diffuso indicatori di compromissione e avvisi di informazione di sicurezza alle infrastrutture informatiche dicasteriali, alle infrastrutture critiche nazionali e ai potenziali target di azioni ostili, individuati attraverso la permanente attività informativa assicurata dal Centro.

I Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale hanno svolto adeguati servizi di monitoraggio e analisi, condividendo ogni evidenza utile in relazione al quadro internazionale in parola.

L’attività del CNAIPIC del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, oltre agli approfondimenti investigativi, si è tradotta nell’analisi tecnica della minaccia, volta all’elaborazione di informazioni di sicurezza preventiva, nonché nel supporto operativo alle infrastrutture attaccate, che  hanno contribuito al ritorno alla piena operatività dei sistemi informatici colpiti.

Attacchi infrastrutture critiche ad istituzioni, aziende e privati 2021 2022* Variazione percentuale
Attacchi rilevati 5.434 12.947 +138%
Persone indagate 187 332 +78%
Alert diramati 110.524 113.226 +2%
Richieste di cooperazione HTC 60 77 +28%
* – dati rilevati il 27/12/2022

SEZIONE OPERATIVA

Nell’ambito delle competenze della Polizia Postale si segnala il rafforzamento dell’attività di prevenzione attraverso il monitoraggio attivo della rete e un’articolata attività di contrasto alle truffe online con 3541 persone deferite all’Autorità Giudiziaria, in particolare nel settore dell’e-commerce e market place.

Truffe OnLine 2021 2022* Variazione percentuale
Casi trattati 15.083 15.508 +3%
Persone indagate 3.403 3.541 +4%
Somme sottratte € 73.245.740 € 115.457.921 +58%
* – dati rilevati il 27/12/2022

Nell’ambito delle truffe sul web anche nel corso del 2022, importante l’incremento degli illeciti legati al fenomeno del trading online (3.020 i casi trattati, 130 le persone), con l’aumento del numero di portali che propongono programmi speculativi, apparentemente redditizi, e l’utilizzo di tecniche molto sofisticate per contattare le vittime. L’attività investigativa, qualora la denuncia sia tempestiva, prevede l’immediata attivazione dei canali di Cooperazione Internazionale di Polizia, con la richiesta del blocco urgente delle somme versate e l’espletamento di accertamenti sui flussi finanziari normalmente destinati all’estero.

Proprio per dare maggior impulso alle indagini che vedono coinvolti cittadini stranieri, la Sezione Operativa della Polizia Postale, nel corso dell’anno 2022, ha attivato 260 richieste di cooperazione internazionale attraverso il canale Europol che, in più di un’occasione, si sono rivelate determinanti per l’individuazione degli autori dei reati investigati.

Particolare attenzione è rivolta inoltre ai fenomeni del revenge porn, con244 casi trattati (di cui 34 in danno di minori) e 71 persone denunciatee delletruffe romantiche, con 442 casi trattati (di cui 4 in danno di minori) e 103 persone denunciate, spesso sommersi in quanto caratterizzati da un forte coinvolgimento emotivo che induce la vittima a non denunciare.

Sono stati 15 i casi di Codice Rosso che hanno visto la Polizia Postale impegnata attivamente nel contrasto dei reati contro la persona commessi attraverso la rete.

Reati contro la persona

perpetrati OnLine1

2021 2022*
Casi trattati 10.297 9.278
Persone indagate 1.693 1.167
1 – Stalking / diffamazione online / minacce / revenge porn /

molestie / sextortion / illecito trattamento dei dati /

sostituzione di persona / hate speech / propositi suicidari

* – dati rilevati il 27/12/2022

Specifiche iniziative sono state rivolte all’attività di prevenzione e contrasto al fenomeno degli atti intimidatori nei confronti della categoria dei giornalisti e servizi di monitoraggio dei canali di diffusione, costituiti da siti web, piattaforme di digitali, profili e pagine presenti sui social network più noti (Facebook, Twitter, Instagram, Telegram, Pinterest e Youtube), finalizzati ad arginare la diffusione del linguaggio d’odio (hate speech).

La Sezione Operativa è stata impegnata anche nell’individuazione di proposte di vendita online di prodotti contraffatti o all’utilizzo illecito di segni distintivi dei marchi registrati, per la tutela del c.d. italian sounding.

Il monitoraggio di siti e spazi web (blog, gruppi social e siti dedicati) dediti a giochi e scommesse clandestine è un’altra attività operativa particolarmente seguita dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, sia per contrastare la diffusione irregolare o illegale, che per tutelare gli interessi dei consumatori, specie se minori d’età: numerosi sono i siti con sedi legali presso paesi esteri, che operano in Italia anche se privi della prevista autorizzazione per poter esercitare legalmente la raccolta di scommesse.

Nel corso del 2022 sono state implementate anche le attività di monitoraggio relative alla vendita online di tabacchi, sigarette elettroniche e liquidi da inalazione in rete, su siti sprovvisti delle relative autorizzazioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli.

In ultimo, ma comunque di primaria importanza, è stata l’attività rivolta all’individuazione di quelle persone che, sfruttando principalmente la cassa di risonanza che i social media offrono, hanno manifestato intenti suicidari in conseguenza dei quali sono state attivate tutte le procedure necessarie per la salvaguardia delle persone coinvolte con l’ausilio degli uffici di polizia competenti territorialmente (64 le segnalazioni veicolate attraverso il Commissariato di P.S. OnLine e 51 gli interventi eseguiti sul territorio dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni ).

SEZIONE OPERATIVA – ATTIVITÀ DI POLIZIA GIUDIZIARIA

TRUFFA PAYPAL(MARZO 2022) – Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Pescara ha effettuato 25 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati componenti un sodalizio criminale dedito alle truffe in danno di una società che opera attraverso una piattaforma di mediazione per i pagamenti on-line. L’attività investigativa, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, ha consentito di accertare che gli indagati hanno acquistato, con conti incapienti, merce on-line da numerosi venditori italiani ed esteri. I venditori ricevevano il pagamento dei beni, dato che gli acquisti avvenivano tramite la piattaforma PayPal, ma quest’ultima subiva un danno economico di circa due milioni di euro poiché i conti correnti di riferimento erano privi di giacenza. Tale modus operandi ha consentito al sodalizio criminale di acquistare fraudolentemente i più svariati beni: orologi di lusso, preziosi, smartphone di ultima generazione, apparecchi per la casa e finanche generi alimentari.

OPERAZIONE “GENOVA”  (MAGGIO 2022) – Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Genova, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di La Spezia ha indagato 11 individui resisi responsabili di una serie di truffe.

La compagine criminale si avvaleva di “telefonisti” che avevano il compito di agganciare le vittime direttamente dalle proprie abitazioni, situate in Veneto e Friuli Venezia Giulia, contattavano i venditori, fingendosi fortemente interessati all’acquisto della merce e desiderosi di effettuare il pagamento nel più breve tempo possibile.

Facendo leva sulla fretta, convincevano l’ignara vittima a recarsi presso uno sportello automatico, per ricevere l’accredito della somma pattuita direttamente sulla propria carta.

Quindi, sfruttando la non perfetta conoscenza degli strumenti bancari delle vittime, il truffatore forniva loro tutta una serie di istruzioni e codici, grazie ai quali, invece di ricevere il pagamento sul proprio conto, i malcapitati erano indotti a ricaricare una carta di pagamento nella disponibilità del sodalizio criminale. In numerosi casi il malcapitato addirittura è stato indotto a compiere numerose ricariche, prima di accorgersi di essere caduto in un tranello.

Proprio tale solido rapporto fiduciario aveva generato una sorta di network che si occupava dell’intera gestione delle operazioni fraudolente, dalla commissione delle truffe alla successiva monetizzazione, il cosiddetto cash-out presso l’ATM di riferimento.

Per garantirsi l’anonimato ed eludere così l’attività investigativa, i membri dell’organizzazione erano soliti ricorrere a sistemi di “anonimizzazione” delle conversazioni o ad applicazioni crittografate come Telegram ed ICQ.

OPERAZIONE “ESEGUI E CONFERMA” – La complessa ed articolata attività di indagine svolta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Perugia ha trovato il suo culmine con l’esecuzione, in collaborazione dei C.O.S.C. dell’Emilia Romagna, Toscana, Veneto, coordinati del Servizio Polizia Postale di Roma, di 5 misure cautelari tra cui 2 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, nonché 6 decreti di perquisizione in alcune Regioni del Centro Nord.

Le misure coercitive sono state disposte nei confronti di un sodalizio criminoso che, dopo essere entrato nella disponibilità di fittizie utenze telefoniche, carte Postepay e copia di documenti intestati a terze persone, è riuscito a mettere a segno, in soli sei mesi, truffe e-commerce per un ammontare di circa € 100.000.

In particolare i malviventi dichiarandosi interessati all’acquisto del bene e fornendo generalità fittizie, anche attestate da fotografie di documenti di identità di comodo, raggiravano i venditori mediante false indicazioni, in ordine alle modalità di pagamento, in modo tale che le vittime, recatesi presso ATM, procedessero loro stesse all’accredito dei relativi corrispettivi, anziché ricevere il prezzo di vendita dall’interlocutore.

Appena conclusa tale operazione, i sedicenti acquirenti, direttamente o tramite la collaborazione degli associati, provvedevano a monetizzare i proventi tramite prelievi presso gli ATM dislocati sul territorio.

L’esito dell’attività investigativa è stata agevolata anche dalla proficua e attenta collaborazione di Poste Italiane che ha permesso di ostacolare il conseguimento di ulteriori proventi illeciti grazie ai tempestivi accertamenti eseguiti dalla Società stessa.

OPERAZIONE  “PANGEA XV” –  L’attività della Specialità è stata caratterizzata, inoltre, da un sempre maggiore impegno nella cooperazione internazionale, con l’adesione a specifici programmi di contrasto al commercio illegale di farmaci ed al fenomeno della contraffazione.  La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha aderito all’Operazione denominata “Pangea XV” che il Segretariato Generale Interpol di Lione ha organizzato nell’ambito dell’“Illicit Goods and Global health Programme”, il cui obiettivo strategico è il contrasto al commercio online di farmaci contraffatti ed illegali, con particolare riferimento a quelli utilizzati per la cura del virus Sars Co2 – Covid 19. Il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ha coordinato le attività condotte dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Ancona che, unitamente a quello di Pescara, ha predisposto una significativa azione di monitoraggio della rete grazie alla quale sono stati individuati numerosi siti dediti all’attività illecita oggetto di indagine. Le risultanze investigative hanno consentito di ottenere dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona un decreto di sequestro preventivo in relazione al reato di cui all’art 445 c.p. (Somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica), notificato a 171 Internet Service Provider, che ha permesso di oscurare 43 siti, rendendoli irraggiungibili dall’Italia, così da interrompere la vendita, sul territorio nazionale, di farmaci non autorizzati.

Operazione “Rear Window” (GIUGNO 2022) –Gli investigatori della Polizia Postale di Milano e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, sono riusciti a disarticolare un vero e proprio “sistema” criminale finalizzato alla violazione, mediante intrusioni informatiche, di impianti di videosorveglianza installati per lo più presso private abitazioni effettuando 10 perquisizioni su tutto il territorio nazionale.

L’inquietante fenomeno è stato scoperto grazie alla segnalazione di un cittadino e agli sviluppi dell’analisi forense compiuta sullo smartphone sequestrato a uno degli indagati nell’ambito di un altro procedimento penale, relativo a reati di altra natura.

Nell’ambito dei due gruppi criminali scoperti dagli investigatori (per uno dei quali – il più corposo – si configura una vera e propria associazione per delinquere), gli indagati avevano ruoli e compiti ben definiti: i più esperti in materia informatica scandagliavano la rete alla ricerca di impianti di videosorveglianza connessi ad internet; una volta individuati, li facevano oggetto di veri e propri attacchi informatici che consentivano, ricorrendo determinate condizioni, di scoprire le password degli NVR (ossia dei videoregistratori digitali a cui normalmente vengono collegate le telecamere di videosorveglianza) e di accedere ai relativi impianti. Raccolte le credenziali di accesso, era compito di altri appartenenti ai gruppi criminali verificare la tipologia degli impianti, gli ambienti inquadrati e la qualità delle riprese, allo scopo di individuare telecamere che riprendessero luoghi particolarmente “intimi”, come bagni e camere da letto. L’obiettivo finale era infatti quello di carpire immagini che ritraessero le ignare vittime durante la consumazione di rapporti sessuali o atti di autoerotismo. In alcuni casi, le immagini facevano riferimento a telecamere installate presso alberghi, studi medici e spogliatoi di palestre e piscine. Al termine di tale selezione, le credenziali di accesso venivano affidate ad altri sodali che, attraverso “vetrine” online create ad hoc, le mettevano in vendita sulla rete. I proventi illeciti venivano reinvestiti nell’acquisto di sempre più aggiornati software per proseguire la loro attività delittuosa nel perpetrare ulteriori attacchi informatici.

OPERAZIONE “KILLER SUL DARKWEB” (LUGLIO 2022) – Il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, unitamente al C.O.S.C. di Venezia e alla S.O.S.C. di Treviso, coordinati dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Treviso, attraverso complesse indagini connotate dall’elevato contenuto tecnico, sono riusciti ad identificare un utente che, approfittando dell’anonimato garantito dalla cosiddetta “parte oscura” della Rete, il DARKWEB, aveva effettuato un pagamento in criptovalute per commissionare ad un altro utente, amministratore di un sito specializzato in omicidi su commissione, l’uccisione di un rivale in amore.

L’intera vicenda trae origine da un’attività di cooperazione internazionale di polizia con l’FBI americano che informava il Servizio Polizia Postale che un quarantacinquenne del trevigiano era stato indicato come potenziale vittima di un “servizio” a pagamento di omicidio su commissione. I primi accertamenti sulla rete effettuati dalla S.O.S.C. di Treviso hanno permesso di dare un nome e cognome alla vittima, che, grazie all’attività di controllo del territorio approntata dal Commissariato di Conegliano, veniva discretamente “vigilato” per garantirne l’incolumità.

Ulteriori approfondimenti sulle informazioni comunicate dagli americani, hanno permesso di individuare importanti tracce telematiche connesse alle transazioni in criptovaluta effettuate, riuscendo così a risalire al “mandante” e richiedente il particolare servizio criminale, un trentaquattrenne della provincia trevigiana.

OPERAZIONE “PELLET”  (OTTOBRE 2022) – La Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Ferrara, coordinata dal Servizio Polizia Postale e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica dell’Emilia Romagna, ha avviato un’attività di indagine partendo da una denuncia dello scorso settembre per truffa patita da un cittadino che, a fronte di un ordine di due bancali di pellet, dell’importo di circa 500 euro, non si è visto recapitare la merce.

Gli uomini della Polizia Postale hanno avuto modo di ricostruire un fenomeno che andava ben oltre l’ambito provinciale: ne è emerso un quadro composto da numerosissime vittime sparse sul territorio nazionale, con un giro d’affari criminale stimabile – almeno parzialmente – in decine di migliaia di euro.

Nei giorni scorsi il sito web che proponeva la vendita del pellet è stato messo offline, dando esecuzione al provvedimento di oscuramento emesso dal G.I.P. di Ferrara su richiesta della locale Procura; sono tuttora in atto le indagini volte all’individuazione degli autori del reato.

OPERAZIONE “CAGLIARI” (NOVEMBRE 2022) – Il Centro per la Sicurezza Cibernetica di Cagliari, coordinato dal Servizio Polizia Postale, ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un uomo quarantenne residente nel Sud della Sardegna, resosi responsabile dei reati di interferenza illecita nella vita privata, di accesso abusivo ad un sistema informatico nei confronti di undici vittime (finora accertate), nonché del reato di detenzione di materiale pedopornografico.

L’attività investigativa ha preso spunto da due querele relative ad una presunta inoculazione di virus informatici nei personal computer delle querelanti, insospettite dalla comparsa del medesimo alert di sistema nei propri monitor con cui si segnalava il pericolo di surriscaldamento ogniqualvolta coprivano la webcam.

Le attività di polizia giudiziaria e tecniche compiute dal Centro Operativo hanno permesso di riscontrare l’effettiva presenza, nei dispositivi informatici delle vittime, di un virus spia che permette il controllo da remoto e l’accesso in tempo reale alla webcam e di identificare, quale responsabile dell’inoculazione nei dispositivi del predetto virus, il soggetto titolare di una ditta individuale, sita in un comune del Sud della Sardegna, che svolge attività di servizio di assistenza e manutenzione di dispositivi informatici (Personal Computer, tablet, etc.).

Le complesse attività tecniche, data l’elevata quantità dei file memorizzati nei diversi supporti informatici sequestrati all’indagato, hanno consentito di accertare come il predetto abbia violato, tra il 2019 e il 12 ottobre 2020, almeno 740 computer appartenenti o in uso ad ignari utenti, in larga parte clienti della sua attività commerciale. Inoltre, sono stati rinvenuti diversi video di carattere pedopornografico raffiguranti minori di anni diciotto nel compimento di atti sessuali e/o nudi.

OPERAZIONE TORINO “TRADING ON LINE” (DICEMBRE 2022) – Il Centro Operativo Sicurezza Cibernetica di Torino, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale, ha eseguito tre arresti nel torinese e perquisizioni e sequestri sul territorio nazionale. L’indagine, articolata su tre diversi procedimenti penali, ha portato ad individuare un’organizzazione criminale gerarchizzata che agiva tra l’Italia e l’Albania con l’intento di ripulire il denaro proveniente dalle truffe dei falsi investimenti ai danni di ignari utenti del web; gli approfondimenti investigativi hanno interessato in modo trasversale evidenze informatiche, bancarie e societarie, ricostruite e messe a sistema anche mediante il ricorso a prolungate attività tecniche di pedinamento informatico che hanno fatto emergere il coordinamento unitario nella gestione del fenomeno criminale.
Particolarmente complesso è stato il lavoro svolto dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’ambito della cooperazione internazionale, finalizzato all’acquisizione di notizie e dati per la ricostruzione dei flussi finanziari.

Ai vertici della struttura un cittadino albanese residente nel torinese che, secondo i riscontri investigativi, forniva ai suoi complici precise disposizioni sugli importi ed i conti correnti dove far convergere ingenti somme di denaro per occultarne la provenienza delittuosa; alle sue dirette dipendenze, sempre secondo l’accusa, due torinesi che mettevano a disposizione i conti correnti bancari intestati a società riferibili a loro direttamente o tramite prestanome.

Lo svolgimento delle attività tecniche ha consentito l’individuazione di un gruppo di 16 soggetti residenti nel torinese, le cui abitazioni e società, nello specifico 4, operanti nel settore del digital marketing elead generation, sono state oggetto di perquisizione delegate dalla Procura.

Accanto alle attività di riciclaggio, è stata ricostruita la diretta partecipazione alla realizzazione dei falsi siti di pubblicità di trading, utilizzati per recuperare illecitamente le generalità lasciate dagli ignari internauti interessati ad investire. Tali siti sono stati oscurati ed ora non sono più visibili agli utenti italiani.

Nel contesto sono stati aggrediti i patrimoni illeciti mediante l’esecuzione di 9 decreti di sequestro di beni per equivalente nei confronti di altrettanti soggetti titolari di quote societarie ovvero figure aventi un ruolo di compartecipazione nella attività di ripulitura del denaro di provenienza illecita.

SEZIONE CYBERTERRORISMO

Nel corso degli ultimi anni, il continuo e vertiginoso incremento dell’utilizzo delle piattaforme di comunicazione online, social network e di applicazioni di messaggistica istantanea, ha determinato un’allarmante diffusione di contenuti propagandistici riconducibili al terrorismo, ad una platea pressoché illimitata, sia di matrice islamista (jihadista, ISIS, Al Qaeda, Al Shabaab ed altre articolazioni locali), sia di formazioni suprematiste di estrema destra (neonazismo, neofascismo, tifoserie strutturate), nonché di estrema sinistra (movimenti di lotta armata, anarco/insurrezionalisti, antagonisti).

Cyberterrorismo1 2021 2022*
Casi trattati 1.321 1.193
Persone indagate 80 66
Spazi virtuali monitorati 126.998 173.306
1– Estremismo internazionale religioso / estremismo razziale, antagonista ed anarchico

* – dati rilevati il 27/12/2022

In tale ambito, la Polizia Postale garantisce sia l’esecuzione di una costante attività di monitoraggio investigativo della rete e dei canali di messaggistica istantanea, per l’identificazione e il deferimento all’Autorità Giudiziaria dei responsabili della diffusione dei contenuti illeciti, sia un costante scambio informativo con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione competente in materia di contrasto al terrorismo.

Trattandosi, in particolare, di un fenomeno di carattere transnazionale, sia per la natura internazionale del fenomeno che per la stessa connaturata struttura della rete, risulta imprescindibile l’attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, soprattutto per la condivisione di informazioni che, collegate a situazioni peculiari interne, riescono ad apportare un indiscusso valore aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto dalle diverse forze di polizia nazionali.

In ambito europeo, proprio al fine di garantire la cooperazione internazionale, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni rappresenta il punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit (IRU) di Europol, Unità preposta a ricevere dai Paesi Membri le segnalazioni relative ai contenuti terroristici diffusi in rete e di orientarne l’attività.

In tale ambito, l’attività di monitoraggio del web effettuata dalla Specialità ha permesso di riscontrare, in primis, come la diffusione di contenuti propagandistici jihadisti, nel corso del tempo, abbia subito un sensibile peggioramento “qualitativo”, determinato sia dal ridimensionamento del Califfato sul territorio, sia dalle perdite di tecnici e social media manager cui era devoluto l’incarico di gestire la propaganda, nonché per l’utilizzo sempre più frequente dell’Intelligenza Artificiale sulle principali piattaforme web, per la scansione (e rimozione) dei contenuti pubblicati dagli utenti.

Sul punto, tra le attività effettuate dalla Specialità si segnala quella effettuata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica e dalla DIGOS di Perugia, all’esito della quale un  cittadino marocchino di 54 anni è stato espulso dal territorio nazionale, in quanto autore di una prolifica attività propagandistica sul social network Facebook realizzata attraverso numerosi post e commenti a sostegno dei “fratelli musulmani” e del Jihad, specificamente della Palestina contro Israele, nel corso della quale si è definito un “mujahidin” pronto ad aiutare la causa.

In analogia a quanto sin qui evidenziato con riferimento alla propaganda jihadista, anche nell’ambito dei fenomeni di radicalizzazione online legati all’ideologia neofascista e xenofo/razziale, il web si conferma lo strumento strategico per la diffusione della propaganda delle ideologie estremiste e violente, nonché per il reclutamento di nuovi combattenti, il finanziamento, lo scambio di comunicazioni riservate nella pianificazione degli attentati e di rivendicazione degli stessi.

Appare opportuno evidenziare come il movimento “suprematista” si basi su una importante attività di propaganda di dottrine ideologiche come il neonazismo, il razzismo, l’identitarismo e l’etnocentrismo, che avviene soprattutto all’interno di piattaforme di comunicazione online “riservate”, diverse dai principali social network.

La costante attività di monitoraggio informativo ed investigativo ha permesso di accertare come nel corso degli ultimi mesi si sia stato registrato un notevole incremento dei trend e delle discussioni all’interno di chat in diverse piattaforme; si passa dai tradizionali gruppi Facebook (molti dei quali risultano essere già stati bloccati) a social meno noti, come Reddit, fino a piattaforme come 8chan, vk.com (Vkontakte), nonché Telegram, privilegiando tutte quelle piattaforme che per la propria policy garantiscono l’anonimato e rendono più complicata l’identificazione degli autori dei messaggi.

Alla luce di quanto premesso, appare opportuno evidenziare come gli operatori della Specialità abbiano intensificato le attività di monitoraggio proprio in tali contesti e, in raccordo con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, abbiano avviato numerose attività investigative, con il deferimento alle competenti Autorità Giudiziarie dei soggetti identificati – anche attraverso attività sotto copertura e perquisizioni – quali autori dei messaggi connotati dalla discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Tra le numerose attività investigative espletate dalla Specialità nel corso del 2022, si segnala quelle che ha condotto al deferimento alla competente A.G. da parte del Centro Operativo di Milano di un uomo di 60 anni, residente nella provincia di Como, quale utilizzatore di un account Twitter, autore di due messaggi contenenti gravi minacce nei confronti del Capo dello Stato.

Ed ancora, appare opportuno evidenziare quella che ha permesso di identificare l’amministratore di un canale Telegram – caratterizzato dalla presenza di numerosi messaggi connotati da ideologie antisemite, da teorie complottiste contrarie ai vaccini, dall’incitamento alla violenza nel corso di manifestazioni pubbliche, nonché per la presenza di gravi minacce nei confronti di varie cariche istituzionali, tra le quali il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il Presidente U.S.A. Joe Biden – in un cinquantenne originario della provincia di Napoli, ma da tempo domiciliato in Germania per motivi professionali.

Sulla base degli accertamenti compiuti, l’amministratore del canale Telegram monitorato, è stato fermato al momento del suo ingresso nel territorio nazionale, proveniente dalla Germania, proprio per partecipare ad una manifestazione no-vax in programma nella città di Roma, per la quale aveva esortato i componenti della chat, oltre 21.418 iscritti, ad armarsi e a sopraggiungere in gran numero, fornendo precise indicazioni volte a eludere le attività di prevenzione e controllo delle Forze dell’Ordine.

L’uomo è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria dal personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica  di Napoli che, unitamente alla locale DIGOS, ha dato esecuzione al decreto di perquisizione informatica, emesso nei suoi confronti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo partenopeo, riscontrando utili tracce informatiche in merito alla pubblicazione dei messaggi di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale ed etnica.

Un’ulteriore attività d’indagine che merita di essere menzionata per importanza, è quella avviata dal Servizio Polizia Postale e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma,  all’esito della quale, operatori dei Centri Operativi di Milano, Trieste e Venezia, unitamente a personale delle DIGOS di Milano, Vicenza ed Udine hanno eseguito perquisizioni delegate a carico di tre internauti nei cui confronti sono stati riscontrati elementi indiziari tali da farli ritenere autori della pubblicazioni di messaggi minatori rivolti all’ex  Ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Ed ancora, a seguito di articolate indagini condotte dal C.O.S.C. e dalla D.I.G.O.S. di Torino è stato individuato un gruppo di matrice nazi-fascista, attestato sulla piattaforma Telegram, sul canale “Brudershaft  thule” (“Fratellanza di Thule”) e sul connesso gruppo di discussione “Meine Ehre Heiβt Treue” (“Il mio onore si chiama lealtà”), partecipato da militanti stanziati su tutto il territorio nazionale e anche all’estero, in Germania, tutti denunciati per riorganizzazione del disciolto partito fascista e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.

In particolare la Sezione Cyberterrorismo della Polizia Postale, nell’ambito del monitoraggio preventivo dei contesti virtuali d’area, ha individuato sui due spazi Telegram contenuti violenti ed istigatori, contraddistinti inoltre da una rievocazione idolatrica del nazi-fascismo con un’ampia diffusione di materiale a carattere apologetico; il linguaggio che gli utenti impiegavano nei post denotava un forte odio per le diversità etniche, politiche e religiose, nonché l’esaltazione dell’atto violento, da perpetrare con raid punitivi.

Il canale “Brudershaft Thule” era a sua volta collegato a un gruppo di discussione in lingua italiana, denominato “Meine Ehre heiβt Treue” (frase attribuita ad Adolf Hitler, divenuta motto nazional-socialista, che letteralmente significa “Il mio onore si chiama lealtà”).

All’esito dell’attività di indagine, lo scorso 17 marzo, i sopra menzionati uffici hanno eseguito n. 8 perquisizioni delegate nelle città di Torino, Brescia, Brindisi, Rieti, Alessandria, Lodi e, previo Ordine di Indagine Europeo, anche nella città di Aalen in Germania nei confronti dell’amministratore del canale.

Nel corso delle perquisizioni, oltre a diversi supporti elettronici, è stata sequestrata numerosa documentazione d’area, inerente l’esaltazione del fascismo, del nazismo e della superiorità della razza bianca, nonché diversa documentazione manoscritta attinente il complottismo antigiudaico; sono stati altresì sequestrate armi (baionette, pugnali, munizioni, fucile ad aria compressa) e ritirate cautelarmente diverse armi comuni da sparo e munizionamento.

Tra le numerose attività investigative effettuate nella tematica in argomento, si segnala anche quella avviata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Bari e dalla DIGOS di Lecce, che ha permesso di identificare e deferire alla competente A.G. l’autore dell’intrusione informatica nella seduta del Consiglio Comunale di Trieste, tenutasi online nel mese di febbraio 2022 mediante la piattaforma “GoToMeeting”, diffondendo  immagini di soggetti (non visibili in volto) che esibivano delle magliette con il noto logo del movimento di protesta “V_V”, nonché frasi provocatorie e diffamatorie di chiaro orientamento “No-vax” e “no green-pass”, rendendo di fatto impossibile la prosecuzione della seduta del Consiglio Comunale.

Ed ancora, su disposizione della Procura della Repubblica di Siracusa, personale della Polizia Postale di Catania e della DIGOS di Siracusa, ha eseguito una perquisizione nei confronti di uomo di 27 anni, disoccupato, residente nella provincia aretusea, indagato per violenza privata aggravata nei confronti del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

In particolare, gli operatori del Servizio Polizia Postale di Roma avevano rilevato sull’account ufficiale Twitter del Presidente del Consiglio la pubblicazione di messaggi di minacce di morte finalizzati ad evitare l’eliminazione del reddito di cittadinanza.  Nonostante l’utente utilizzasse uno pseudonimo, le attività tecnico investigative hanno permesso l’identificazione dell’odierno indagato.

Sulla base delle evidenze investigative, l’Autorità Giudiziaria ha disposto la perquisizione domiciliare ed informatica nei confronti dell’uomo. Gli operatori specializzati del Centro di Sicurezza Cibernetica Sicilia Orientale della Polizia Postale hanno proceduto al sequestro di apparecchiature informatiche e dell’account social utilizzato per la condotta criminosa.

Degna di essere menziona



This post first appeared on Cyber Danger Alert - Italy, please read the originial post: here

Share the post

RESOCONTO ATTIVITÀ 2022 DELLA POLIZIA POSTALE : I NOSTRI COMPLIMENTI

×

Subscribe to Cyber Danger Alert - Italy

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×