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2 - AI, la Sindrome di Big Ben e McCanada (?)

Parliamo del fatto del giorno: Allen Iverson torna al basket giocato!
Oddio, non che sia stato lontano dal giro a lungo, ma il solo annuncio di un suo, scongiurato al momento, ritiro, mi aveva fatto cadere in una depressione da "bei vecchi tempi", dalla quale difficilmente mi sarei potuto riprendere a breve.
Avevo detto che solo due squadre avrebbero potuto accogliere the Ive: una era Charlotte, per la presenza dello psicologo/nemico/coach preferito del nostro, Larry Brown; l'altra era Phila, per ovvi motivi affettivi.
Il pubblico non ha mai smesso di amarlo e, sorprendentemente, la mossa della società ha anche un senso tecnico, oltre che umanitario (per gli amanti del gioco): AI va a coprire una ferita lasciata aperta nel ruolo di play titolare dalla partenza di Miller (che peraltro fa una fatica sovrumana a Portland, dove non può correre come a Phila) e dall'infortunio di Lou Williams, che non stava facendo malissimo.
Inoltre, regala alla squadra 20 punti garantiti a sera e, a noi tutti, nuova voglia di guardare i Sixers.

Andiamo ad Orlando.
Benissimo Carter, benissimo Anderson (sottovalutatissimo all'uscita da Cal, peraltro, dove andava in doppia doppia ai venti ogni singola sera in una Pac 10 che aveva i gemelli Lopez e Kevin Love, per dirne un paio).
Ma vorrei sollevare una questione: siamo sicuri che Dwight Howard non sia un tantino sopravvalutato?
E' da una vita nella lega e ancora non riesce ad andare oltre il suo semigancio partendo da sinistra, ormai prevedibilissimo e, se andiamo a vedere, neanche così automatico.
Certo, è un grandissimo atleta, e in questa lega è certamente un uomo franchigia, sui generis, ma pur sempre uno da cui puoi iniziare a costruire qualcosa.
Ma offensivamente mi sembra ancora alle basi.
Sta imparando qualcosina (spin in avvicinamento a canestro viziato da un piede perno non eccezionale, concluso con la scontata bimane), ma già quest'anno Oden, per citarne uno, si è presentato con un discreto tiro fronte a canestro.
E' anche vero che l'ambiente intorno non l'aiuta e, la richiesta di spettacolarità e schiacciate ad ogni costo, potrebbe non farlo schiodare dalla sindrome di Ben Wallace che sembra attanagliarlo (peraltro Big Ben è tuttora un miglior difensore di post basso).
Non fraintendetemi: uno come Dwightone me lo tengo a vita, però da qui a paragonarlo al primo Shaq, che tecnicamente era già allora di un altro pianeta, ce ne passa.

Ultima considerazione: Houston crede ancora nel Mac (no) e in Ming (mah)?
Perchè, a mio modo di vedere, uno scambio con protagonisti Houston e Toronto potrebbe avere il suo perchè.
Mi spiego:
Toronto continua a perdere e Bosh sembra ormai delusissimo. In questo momento il suo valore è alle stelle per via delle cifre e difficilmente tornerà in Canada quest'estate. Turkoglu semplicemente non gira e Bargnani, per esprimersi al meglio, ha bisogno di un giocatore di post accanto.

Giocatori coinvolti:
Houston: Yao Ming, Tracy McGrady, David Andersen + fillers
Toronto: Chris Bosh, Hedo Turkoglu, Markus Banks + fillers

Perchè ha un senso:
Houston sta giocando bene e difficilmente avrà una scelta alta al draft.
Anzi, possibile che vadano pure ai playoff. Al momento perderebbero solo Andersen, che siede in panchina, mentre aggiungerebbero Turkoglu, che aiuterebbe Brooks, più realizzatore che costruttore, in alcune gestioni, e Bosh, che potrebbe integrarsi bene con un Scola e Landry, che stazionano notoriamente vicino a canestro.
I Rockets forse non sarebbero una contender da subito, ma potrebbero dare molto fastidio in post-season.

Toronto potrebbe utilizzare questa stagione per far crescere Derozan e provare a rilanciare il Mac, per poi rifirmarlo. A fine anno aggiungerebbero Ming, che ad Est potrebbe persino fare un pensierino all'MVP, e una scelta alta al draft.
Yao Ming e Bargnani formerebbero una coppia ben assortita e dal draft potrebbe arrivare un buon prospetto.
Aggiungi un coach preparato (Messina? JVG?) e il prossimo anno ai p.o. ci arrivi in carrozza.



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