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La sepoltura celeste in Mongolia e in Tibet

La sepoltura celeste appare a noi occidentali cruenta o addirittura sacrilega, ma per i buddisti del Tibet e della Mongolia è il giusto tributo alla vita stessa, che si rinnova nel suo ineluttabile ciclo infinito.

Continuiamo i nostri articoli sul mondo delle pratiche funerarie, con la Sepoltura Celeste, praticata dai monaci buddisti in Tibet e Mongolia

Nonostante il nome angelico, la sepoltura Celeste appare a noi cruenta, lontana anni luce dal mondo occidentale, dove il rituale delle pompe funebri segue schemi culturali in linea con i nostri principi etici, morali, e religiosi.

Tutto ciò che non rientra nel nostro modo di concepire la fine della vita e infine la morte, ci appare bizzarro, immorale, o addirittura sacrilego, come ci spiega Chiara esperta di antropologia e titolare di una impresa di pompe funebri a torino.

Nella nostra cultura risulta inconcepibile dare in Pasto Agli Avvoltoi, le spoglie di un defunto; ma è esattamente ciò che succede in Mongolia e in Tibet con la Sepoltura Celeste, o “Bya Gtor” che letteralmente significa “dono o elemosina per gli uccelli“.

Il funerale celeste  è una pratica funeraria che ha origini antichissime e in parte oscure, ma riflette in pieno la cultura buddista, dove il corpo altro non è che un contenitore dell’anima, e quindi di nessuna utilità dopo il decesso. Dopo il decesso, l’anima trasmigra per reincarnarsi in una nuova vita.

Ma in cosa consiste esattamente la sepoltura celeste?

La pratica di sepoltura celeste consiste semplicemente nel collocare il defunto su una montagna e lasciarlo in pasto agli avvoltoi, non prima di averlo inciso con tagli profondi.

Una volta che gli avvoltoi hanno terminato il pasto, il cerimoniere (monaco) ne raccoglie la carcassa, e con un apposito maglio sbriciola le ossa e le dona agli altri uccelli predatori come falchi e corvi, in attesa del loro turno.

Le ossa vengono fracassate e sbriciolate con un maglio, poi vengono impastate con la Tsampa (un intruglio di farina d’ orzo e tè al burro di yak) e date in pasto ai corvi e falchi che hanno aspettato il loro turno dopo gli avvoltoi.

In questo modo viene così a crearsi un perfetto equlibrio nel ciclo della vita e della morte, a salvaguardia delle creature viventi più piccole.

Il tutto avviene con grande serenità di spirito e nel silenzio assoluto delle pianure tibetane

Inconcepibile nel mondo occidentale.

Ma anche per questa pratica funeraria apparentemente cruenta (per noi esecrabile e blasfema), esistono delle limitazioni. La sepolture celeste non è prevista in caso di decesso per malattia infettiva, donne incinte, e bambini.

Per concludere, la sepoltura celeste ha certamente un altissimo significato religioso, gli stessi tibetani assistendo comprendono appieno il significato del ciclo transitorio della vita.




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