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DAVANTI ALLO SPECCHIO


"Gli specchi di metallo
infiniti li vedo, elementari
esecutori d'un antico patto,
moltiplicare il mondo come l'atto
generativo, veglianti e fatali."
(J.L.Borges)


Cammini nuda per strada, lungo via Toledo.  Migliaia di persone ti scorrono accanto, ma Nessuno pare accorgersi di ciò. Nessuno vede. Nessuno comprende. Nessuno immagina. Nessuno sa. Nessuno tranne me. Perché in questo istante, mentre cammini, sei come ti vedo solo io. Nuda. Senza alcun vestito. Senza nessuna maschera. Senza alcuna ipocrisia. Proprio come quando ti guardi allo specchio di camera tua. 

Non ti senti affatto sicura di ciò che stai per fare. Ti appare tutto una follia più grande di te. Vorresti fermarti. Lo so perfettamente. Vorresti tornare a casa. Puoi farlo se vuoi. Vorresti abbattere questo tormento che ti opprime. Ma invece verrai a me. Una parte di te è irremovibile. Farai fino in fondo tutto ciò che ci siamo detti. E questo combattimento interiore è solo un rito di preparazione al nostro incontro . Fa parte della strada che hai già deciso di intraprendere. Tu oggi non sei qui per incontrare me.  Cerchi piuttosto qualcosa che abita da sempre dentro di te, e che ora,
attraverso di me, desidera uscire.

Cammini nuda per strada, e mi cerchi con gli occhi tra la gente. Timorosa. Curiosa. Famelica. Le tue amiche ignorano cosa ti stia passando per la mente. Se loro sapessero ti frenerebbero. Direbbero che sei pazza. Ma nessuno sa nulla, e nessuno lo verrà a sapere. Ti pare di vedermi in lontananza, tra la folla. Sono un'ombra imponente. Ma non sai se sono io. Tremi. Speri. Ti maledici. Fremi in un combattimento di opposti.

Desideri da tempo vivere un'esperienza come questa, e nulla ti fermerà. Ma ti destabilizza la forza con cui ne sei attratta: sai quanto una parte di te sa essere distruttiva, e io solo ad essa mi rivolgo. Io la accarezzerò. Io la farò fiorire. Senza riguardi la libererò dalla tua carne per farne la mia compagna di giochi. Sei densa di vita, di emozioni, di desiderio, di paure vive che come una corda ti trascinano verso il mio baratro. Non ti saresti mai immaginata così. Prende vita la te stessa più autentica. Quella per la quale hai deciso di metterti completamente in discussione. Quella che accetta
anche il rischio di bruciarsi, nel desiderio irrefrenabile di un viaggio verso se stessa.

Mi hai confessato che da settimane rimani per ore a contemplarti senza vestiti davanti allo specchio.  Da quando ci sentiamo stai riscoprendo il tuo corpo come mai l'avevi immaginato. Con occhi nuovi lo ammiri appena fuori dalla doccia. Lo accarezzi dolcemente. Lo sorvoli con le mani in leggerezza. E intanto ti ammiri davanti allo specchio, estasiata. Non riesci a distogliere gli occhi dalla perfezione del tuo corpo. Sfiori il tuo seno in una sorta di trance. Poi lasci camminare i polpastrelli leggeri sul tuo ventre. Allora ti siedi sul letto, metti la mano tra le cosce. E mentre sfreghi trattenendo il fiato, continui ossessiva a guardarti nello specchio. Straripi nelle tue fantasie. Voci impudenti e sconosciute prendono la mia voce. E oggi sei qui. Da me. Ugualmente nuda. Ti ho promesso che nella stanza in cui ci vedremo ci sarà uno specchio enorme in cui potrai osservarti assieme a me. Desidero guardare assieme a te cosa siamo capaci di fare.

Cammini nuda per strada e nessuno lo puo' vedere. Solo io ho occhi per farlo. Solo io posso sentirlo. Solo io. Ed ora sono proprio davanti a te. Ed ora soltanto mezzo metro ti separa da me e dall'inferno. Sollevi lo sguardo. Trabocca violenta un'onda nel tuo petto. Rimani muta. E' come se tu fossi stata fino ad oggi una bambina, e ora stessi per diventare grande. L'onda prepotente si infrange fino in gola. Le labbra rimangono incollate una all'altra. Mi hai riconosciuto. Senti nello stomaco, in un solo istante, tutta l'imprudenza di questo incontro. E' come una follia mordente che ti esplode in profondità.La strada per un attimo si è fatta d'improvviso deserta. La abitiamo solo noi due. Nessuno ti vede, tranne me. Traboccano di desiderio i tuoi occhi mentre sfiorano imiei nell'attimo di uno sguardo. Ma poi veloce passi oltre di me. Scompaio alle tue spalle. Sul cellulare senti arrivare un messaggio.

"Ora devi smarcarti dalle tue amiche."

Il modo in cui ci conosciamo affonda direttamente nel sangue. E' diretto, ancestrale, feroce. Aderisce al tuo desiderio mordente di trovare una nuova identità. E' qualcosa di affine ad un parto. Tu non vivi ancora, ma sai che io posso darti vita e libertà. Gioco con la tua curiosità e allo stesso tempo con le tue paure.  Evoco la parte più morbosa di te. La peccatrice. L'impura. La BoccadiRosa. Ascoltami. Nuda tra mille che nuda non ti possono vedere. Voglio mostrarti chi sei.

Le tue dita, veloci e precipitose, mi rispondono con un messaggio.
"Stiamo andando a H & M. Ci vediamo al secondo piano?" Leggo. Sorrido. Non rispondo. Non vedi, ma sai. Le nostre menti sono una cosa sola.

Ho il doppio dei tuoi anni. Non ti trovi coi tuoi coetanei. Ti domandi perché devono essere sempre così infantili. Non ti senti te stessa vicino a loro. Con me è diversa. Cerchi in me un rifugio. Cerchi in me un maestro d'amore. Cerchi in me un corruttore.

Appaio e scompaio tra la folla. Sfuggo. Svanisco. Mi rendo all'improvviso invisibile, e duecento metri avanti mi torni ad incontrare. E' quasi una magia. Cammini in mezzo a due amiche come se nulla fosse. Parallelamente alla realtà degli altri, giochiamo ad inseguirci e sfuggirci senza farci scoprire. I nostri occhi si incontrano, i nostri desideri l'uno all'altro si attorcigliano. Ci sfioriamo senza ancora toccarci, corpo ed anima. E poi di nuovo svanisco, inesorabile, come un fantasma. E' una frazione di secondo. Un batter di ciglia. Mi cerchi, tra la folla e non ci sono già  più. Mi senti ovunque nell'aria, forte come mai avevi sentito qualcuno. Mi respiri, se pure non mi vedi. Io porto il volto di tutti quelli che ti passano attorno. Io non porto nessun volto. Io porto soprattutto il volto di qualcosa che dimora dentro di te.

Entrate. Guardate vestiti. Ne tocchi uno appeso con le mani. Ma intanto con la coda degli occhi mi cerchi senza trovarmi più. Io sono dietro di te, invisibile. Mi avverti. Dici qualcosa alle tue amiche. Loro rimangono al piano terra, a veder vestiti.Tu prendi l'ascensore e io le scale.

Una mano ti sfiora la spalla e ti guida delicatamente verso un angolo appartato del negozio. Mi guardi come se fossi in attesa di un giudizio. Ti chiedo se hai paura, e se sei ancora convinta di quello che faremo. Me ne voglio accertare. Non ti voglio sulla coscienza. Tu dici che lo sei assolutamente. La tua sfrontata determinazione alle porte della follia ti rende ancora più bella. Sia tutto ciò che deve essere. Entrambi lo vogliamo. Mi chiedi sorridente se davvero c'è lo specchio enorme che ti ho promesso. Annuisco. E' il più grande che tu abbia mai visto. Amerai specchiartici. Ora devi far passare cinque minuti qui, poi saluta le tue amiche. Dì loro che devi andare via. Il mio albergo è a duecento metri da qui. Ti aspetterò in camera.

Cammini nuda per strada senza più amiche al tuo fianco. Cammini senza più ragione o verità. Cammini priva di maschere verso una nuova dimensione interiore.Da mesi sono il tuo diario. Il tuo confidente. Il tuo confessore. Ami leggermi per ore, anche nel cuore della notte. Le mie parole edificano ragnatele imponenti in cui ami rimanere invischiata. Portano profumo di peccato e di libertà. Da mesi sono il tuo corruttore. Il tuo mentore oscuro. Il Virgilio che ti mostra a distanza l'inferno in cui ti farà camminare. Ti senti protetta da me. Ti senti attratta dal killer che porto dentro. Il tuo stomaco è in
subbuglio. Ti senti quasi di svenire per l'emozione. Tutto ti pare così incerto e feroce. Da mesi sono il tuo tsunami. Il tuo deragliamento. Lo sconfinamento oltre te stessa. La voce della tua autodistruzione che desidera elevarsi fino in cielo.

Trovi la porta socchiusa. Entri lentamente nella camera. "E' permesso?". Le finestre sono quasi completamente abbassate. Io ti aspetto seduto su una poltrona. Rimani in piedi. Guardi senza parlare i miei occhi, nella penombra, tra l'attesa e la sfida. Rimango in silenzio e ti osservo. Nascondi la tua tensione dietro ad un educato sorriso di circostastanza. Il tuo petto è invaso di emozioni mai provate. Prendi aria. Espiri. Anche il battito del cuore ora è scandito dalla mia mente. Ti dico di spogliarti davanti a me. Nella mia voce c'è perentorietà, ma al tempo stesso dolcezza. Non puoi non obbedire a questo
richiamo.

Appoggi la borsa sul comodino. Poi, sempre guardandomi negli occhi, inizi a toglierti i vestiti. Uno dopo l'altro fino a rimanere completamente nuda. Non pensavi certo di poterlo fare di fronte ad uno sconosciuto. Eppure non provi nessun tipo di imbarazzo. Ti viene naturale come se da sempre davanti me tu fossi stata nuda. Sembri una statua vivente. Ti contemplo come un'opera d'arte. Ti guardi intorno con curiosità. Mi chiedi sorridente dove sia lo specchio enorme di cui ti avevo parlato. Alle pareti non vedi nessuno specchio. Mi alzo in piedi e ti faccio segno di star zitta con le dita. Avvicino la mano al tuo viso e chiudo dolcemente le palpebre. Un velo di seta ti sfiora le guance. Ti sto bendando. Non hai bisogno degli occhi per vedere chi sei, bambina mia. Ora ti mostro un nuovo modo di guardare a te stessa.

Io sono lo specchio dei tuoi più oscuri desideri, della tua follia silenziosa che in me vuol prendere corpo. Io sono l'immagine del tuo desiderio di sconfinare dove non si può. Attraverso di me prenderà vita il riflesso dei tuoi pensieri più impuri, della tua attrazione per il fuoco. Io porto a fior di pelle la morbosa voglia di sconfinamento che dimora nel profondo della tua anima.

Accarezzo la tua schiena delicatamente, fino a farti venire la pelle d'oca. Senti la mia bocca divorare la punta dei seni  E' un concerto di sensi, il crescere dell'eccitazione nel tuo corpo. Ascolto i tuoi respiri. Il tuo profumo di donna che sale. Osservo la pelle dove si contrae.Sfioro il tuo collo con la punta delle dita. Prendo il tuo mento. Porto la tua
bocca sulla mia. La tua lingua mi accoglie con calorosa ospitalità. Ti lecco l'orecchio e poi sottovoce ti dico di inginocchiarti. Provi un fremito nella schiena nello scoprire il tuo desiderio di obbedirmi. Accarezzo i tuoi capelli sulla nuca e porto la tua testa tra le mie gambe. Stringo i capelli. Le tue mani aprono senza problemi i miei pantaloni anche se non vedi nulla.

Io sono lo specchio della tua volontà di darti completamente a qualcuno. E la mano che guida la tua testa avanti e indietro mentre divori il mio sesso, è solo il riflesso della tua mano. 

Ti osservo. La benda scivola via. E tu tieni rigorosamente gli occhi sempre chiusi, mentre te la lego meglio. Non vuoi rompere certo il rito del buio. Fa parte del nostro incantesimo. Nel buio io prendo il volto di qualcosa che dimora in te. Ti guido sul letto, senza parlare. Segui le mie mani con sacralità e devozione. Porto i tuoi polsi dietro alla schiena. Senti freddo metallico e il rumore metallico. Ti sto legando con una catena ed un lucchetto. Ti faccio appoggiare sulle ginocchia. La tua schiena è inarcata quanto i tuoi desideri. Allargo le tue cosce fino all'oscenità. Le mie dita giocano con la tua umidità impazzita. Provi vergogna e al tempo stesso mordente piacere.

Io sono lo specchio del tuo desiderio di esser domata e vinta. Della tua volontà
d'esser punita e al tempo stesso protetta. Io sono l'immagine riflessa della tua metamorfosi. Io disegno la forma che in te è già contenuta.

Accarezzo a lungo la tua nuca, come se tu fossi un animale. Ti do tutto me stesso in questo gesto. Ascoltami. Voglio che tu mi senta. La tua testa prima rigida, si lascia guidare dalle carezze. Ti lasci andare. Ti lasci coccolare. Ti lasci sedurre dalle mie mani, che da te all'improvviso si allontanano. Senti un sordo rumore tagliare l'aria, e poi dolore cocente sulle natiche. All'improvviso e senza esitazione. Una volta. Due volte. Dieci volte.
Perentoriamente il tuo sedere è rosso. Fino a quando, straziata, non implori di smettere in un gemito soffocato. Sei rimasta scioccata. Non te lo aspettavi. Ti sto accarezzando di nuovo. Bacio e lecco le ferite che ti ho fatto. Un colpo ti ha fatto sanguinare un po'. E succhio il tuo sangue come se fossi un vampiro.

Io sono lo specchio della tua voglia di distruggerti. Io sono il tuo desiderio di cambiare tutto di te. Io sono l'eco dei tuoi sogni più morbosi. Il sicario di cui sei vittima e mandante. Perchè le più turpi cose opero sul tuo corpo, ti accorgi stupita, sono esattamente quelle che più desideravi che qualcuno ti facesse.

Mi senti leccare follia sulla tua pelle. Mi senti distillare libertà mentre mi bagno del tuo fuoco. Mi senti volare nel buio, rapace ed informe, assumendo la sostanza delle più oscene ombre che dimorano in te. Io sono il peccato, e di te farò il mio capolavoro. Io sono il caos e in te prolificherò moltiplicandomi.

Dolce e prepotente affondo allora dentro la tua anima. Dolce e prepotente affondo allora dentro il tuo corpo. Tu scorri tra le mie mani, come le pagine di un libro infinito. Non siamo piu' due corpi distinti. Nel nostro compenetrarci diventiamo l'uno il prolungamento dell'altra. Goccia dopo goccia scavo dentro di te fino a farti traboccare di un'estasi nuova e mai provata. Più piena. Più sanguigna. Infinitamente vicina alla radice di te stessa. Perchè piacere e dolore sanno mescolarsi in modo primordiale. Come un fuoco che dà
luce e calore, e l'arsura e le ustioni.

Per un attimo pensi che, per quanto sia folle cio' che ti ho fatto, non ti sei mai sentita tanto vicina a te stessa quanto oggi.

Ti slego i polsi. Faccio per toglierti la benda. Ma tu mi fermi, non vuoi separarti da questo buio. Mi abbracci fortissimo, come se stessi cercando protezione. E intanto ti guardo, colmo di ciò che stiamo scoprendo. Questo è il nostro tempio, mia nuda Vestale. Senza pareti. Senza vestiti. Senza orologi e senza ragione. Questo è il tuo specchio crudele. La tua nuova verità. Guardati con i miei occhi. Nuda come nessuno ti potrà mai vedere.
La strada è ancora lunga. Avidi navigatori, nei prossimi mesi esploreremo quello che ancora non sappiamo di essere.



Il racconto, di fantasia, è ispirato ad un viaggio che ho fatto a Napoli nel settembre del 2013. Dedico queste parole a V. che da tanto le attende invano. La fotografia ha titolo "Allo specchio" ed è stata realizzata nel settembre 2013.

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