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Il ritratto ovale

Parli per immagini. Vedi cose che mai io vedrò. Io possedevo la magia della parola, l'ho annebbiata nel nulla per sfuggire al dolore. Ma custodisco ancora dentro di me la tua parte fragile. Quella che cerca il padre, dopo tanti anni, e non lo troverà mai. Ascoltami. Non ti ho abbandonato. Ti leggo una nuova volta il Ritratto Ovale. Ascolta la mia voce, come se fosse una musica. Ti rassicurerà. Volevo raccontarti una favola, come se tu fossi mia figlia. Ma ero così stanco che le parole si inciampavano nel buio. Respiravo le tue paure, quella notte. Io sono la maschera di ciò che cerchi. Io sono quel senso ultimo che ti sfugge. La tua paura di essere amata. Di lasciarti andare lontano dalle tue vergogne e dalla paura degli altri. Si. Lo so. Ora sei un'altra e io ho perduto quella maschera. Il mio inganno è stato rivelato. Tu mi hai tirato tutte le coltellate che avevi nel polso. Ma io ti leggo ancora quelle parole in una casa di altri tempi. Le nostre vite si intrecciano per l'istante di un ricordo. E io ancora sento. Respiro ciò che sei. E godo del male, atroce e gelido, che si annida nel tuo cuore. 

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Il ritratto ovale

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