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Amore, Riti di Passaggio e Ponte di Nuvole ritual

Domenica 18 Giugno a Capena (Roma nord) si terrà un seminario davvero speciale: 


Il Ponte di Nuvole Ritual

Vi descrivo cos'è:

nelle tradizioni sciamaniche, in cui tutti i momenti significativi dell’esistenza sono sanciti da un Rito di Passaggio, cioò un'esperienza sacrale, non emozionale, che consente di consapevolizzare e integrare le trasformazioni vissute in vari momenti della vita.

Muore il bambino perché nasca l’adolescente, muore l’adolescente che entra nella vita sessuale matura, e così via…

Uno dei Riti di Passaggio fondamentali è quello che viene celebrato quando qualcuno muore nella nostra esistenza: morte fisica oppure separazione è la stessa cosa. Questo rituale antichissimo, proveniente dalle culture estremo orientali del Vietnam e della Cambogia, si chiama Ponte di Nuvole. Per mezzo di questo rituale vengono sciolti tutti i legami energetici residui che “legano” reciprocamente alla persona o all’animale che è morto nella nostra vita. Questo permette ad entrambi di proseguire nel proprio percorso di vita con meno tristezza o rimpianti e maggiore leggerezza, serenità e libertà.

La cultura Occidentale, invece in genere  propone attaccamento, legame, dipendenza nei confronti di chi non è più presente: riti funebri, celebrazione annuale della morte di persone care, pellegrinaggi al cimitero non fanno che legare chi si trova ormai su un altro piano dell’esistenza da cui viene continuamente richiamato indietro. Sotto l’apparenza dell’amore si nasconde invece un attaccamento egoistico al voler possedere. Ci si attacca al ricordo, spesso con emozioni di rimpianto.

Tutto questo sposta attenzione preziosa dal tempo presente e rinchiude in una dipendenza sempre più forte nei confronti di ciò che è stato. La stessa cosa vale, quando per morte intendiamo una separazione, un divorzio, una rottura di una relazione significativa: anche in questo caso chi ha vissuto questo evento traumatico non è affatto aiutato a liberarsi del ricordo e andare oltre, ma si ritrova spesso prigioniero di una parte di vita che non esiste più.

E tutto questo viene definito amore. Tuttavia, l’Amore slegato dal sentimentalismo è un moto che parte dal cuore e va verso l’esterno; si parla di Amore Universale, di Amore come principio divino, come manifestazione diretta della realtà. Qualcosa di completamente diverso dall’uso quotidiano che troppo spesso si fa della parola Amore. Ti amo perché… perché sei mio o mia, perché mi piaci, perché provo attrazione sessuale nei tuoi confronti, perché ho bisogno di te, perché voglio invecchiare insieme a te… Il cuore, lo spirito non ha motivi. Ama perché non può fare a meno di farlo, perché è sua natura farlo. Ogni volta che il termine amore è seguito da un “perché”, stiamo usando la mente razionale.

E allora… ci si convince che amare una persona che è morta nella propria vita significhi legarla ancora con i ricordi, con la sofferenza, con il dolore. Legarla… quindi, imprigionarla.

Una volta che i vincoli della mente vengono dissolti, quello che rimane (se c'era già) è una pura manifestazione del cuore: l’amore, insomma.

E celebrare questo tipo di rituale nei confronti di una persona o di un animale che non è più in vita, che ha lasciato il corpo, significa, oltre a liberare sé stessi dalla sofferenza, aiutare l’altro a proseguire il suo cammino nelle nuove realtà, nei nuovi piani che sta sperimentando, senza essere ostacolato o richiamato indietro dalla sofferenza e dall’attaccamento camuffati da amore.

Rendersi conto della differenza profonda che passa tra l’espressione del cuore ed una manifestazione dell’attaccamento mentale offre una vera possibilità di scoprire e sperimentare il significato più profondo della parola Amore.

Vi aspettiamo!

Per info: [email protected]



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