La BBC progetta di diventare un servizio radiotelevisivo solo online nei prossimi 10 anni. Ma fino al 2030 la modalità trasmissiva tradizionale via etere è necessaria, secondo le dichiarazioni del direttore generale Tim Davie.

Mercoledì scorso davanti alla Royal Television Society, il direttore generale della BBC, Tim Davie, ha presentato tutti i motivi per cui il broadcaster pubblico inglese deve attuare una strategia per anticipare le tendenze del mercato televisivo che va spedito verso lo streaming.

«Cinque anni fa le trasmissioni televisive raggiungevano quasi l’80% dei giovani adulti alla settimana. Oggi siamo a circa il 50% e stanno avvenendo cambiamenti radicali in tutte le età. TikTok è ora più forte della BBC nei video fra i 16-24enni nel Regno Unito. Quindi è oggi il momento giusto per porre la domanda». La TV inglese potrebbe passare all’online in un processo lento e a step, magari mettendo solo in streaming alcuni canali come ha già fatto per Cbbc e Bbc Four. In un futuro per ora non determinato, poi , ci potrà essere un’unica applicazione che contiene tutto, dai programmi tv all’informazione locale, fino al materiale educativo, per mantenere il ruolo di leader nel mercato dell’era digitale.

Ma se l’accesso ai contenuti non sarà universale e se le reti non saranno disponibili per tutti i cittadini, come accade ad esempio in Italia, dove il sistema di trasmissione non è ancora completamente adeguato, si rischia il collasso. «Passare al digitale non è la sfida in sé e per sé», ha ribadito Davie, «passare al digitale senza perdere la maggior parte del pubblico e bruciare milioni di sterline inutilmente è la sfida». In questo senso Davie tiene fermi tre punti:

• Accesso: assicurarsi che tutto il pubblico nel Regno Unito possa accedere alla Bbc.
• Rilevanza: creare contenuti che si rivolgano a tutto il pubblico del Regno Unito, non solo a gruppi monetizzabili .
• Coinvolgimento: raggiungere ed essere utilizzato dalla stragrande maggioranza del pubblico

Nonostante la visione per la TV del futuro il dg della BBC conferma che è necessario che la televisione digitale terrestre continui almeno fino al 2030 e probabilmente oltre nel Regno Unito, perciò la banda dei 600 MHz dovrà restare ad uso esclusivo della TV.  La posizione della BBC si inserisce nella preparazione della World Radio Conference del prossimo anno, la conferenza dell’ITU, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni, in cui si decidono le eventuali modifiche sull’uso dello spettro.

La banda 600, l’ultima porzione di spettro rimasta alla TV, è ambita dalle telecomunicazioni, ma i broadcaster (e diversi stati tra i quali l’Italia) si oppongono anche solo a una condivisione di queste frequenze. L’Ofcom, in particolare, ha ricordato che la banda dei 600 MHz è «attualmente utilizzata per la televisione digitale terrestre per fornire il servizio Freeview a milioni di case nel Regno Unito» e per questo sarà indisponibile per lungo tempo.

Confindustria Radio TV in Italia si allinea alla posizione della BBC e ha sottolineato di recente che la dismissione della banda 600 «comporterebbe la perdita della piattaforma di elezione per la televisione universale gratuita in alcuni stati membri, tra cui, in primis, l’Italia, senza peraltro garantire significativi vantaggi per i servizi mobili, né fornire a i broadcaster alternative realistiche.

Per l’Italia la messa in discussione  della banda UHF per i servizi di broadcasting, in mancanza di mezzi trasmissivi alternativi in grado di garantire una distribuzione universale e gratuita di tutti i contenuti della TV lineare attualmente disponibili sul digitale terrestre, risulterebbe particolarmente critica. La sottolineatura è sulla tv gratuita, che solo con il broadcasting, nella situazione attuale e probabilmente per lungo tempo, garantisce una distribuzione in grado di raggiungere la quasi totalità della popolazione, anche senza una connessione.

Fonte: ItaliaOggi

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