In una società, come quella in cui viviamo, dove siamo sempre di corsa e con l’orologio in mano, aspiriamo quasi tutti alla Perfezione per poter fare tutto.
Pensiamo a una mamma che lavora: Deve accompagnare il bambino a scuola, ma deve farlo nel tempo giusto per non arrivare troppo tardi in ufficio; deve lavorare e poi, prima di ritornare a scuola, deve fare la spesa, pensare alla cena e sfaccendare a casa.
Ma tutto ciò crea disagio proprio perché la perfezione, chiariamoci subito, non appartiene a questa terra.
Il perfezionismo, intenso come tendenza a pretendere da se stessi e dagli altri standard non solo severi ma il più delle volte irrealizzabili, rappresenta un vero e proprio disagio.
Se vogliamo fare un flash back nel tempo tutto cinematografico, già Verdone, nell’ormai lontano 1981 e nel film “Bianco, Rosso e Verdone” aveva creato con Furio Zòccano l’icona della pignoleria, del perfezionismo patologico e anaffettivo.
Tuttavia c’era un concetto alla base della pellicola: la rappresentazione di questo perfezionista quasi disfunzionale è un problema, che al di fuori degli schermi, grava negativamente sul benessere psicologico delle persone che ne sono colpite.
Vi dico tutto questo perché il mio messaggio di oggi è proprio di invitarvi a non essere prigionieri e schiavi della perfezione.
Il mondo ideale non esiste, nessun progetto raggiunge mai la perfezione.
Quindi, perché affannarsi dietro a un qualcosa che nemmeno esiste nella realtà?
Scrolliamoci di dosso gli schemi e viviamo più di improvvisazioni.
Questa sì che è la giusta strada per la felicità!
Vivere è facile, vivere bene è meglio.
La Ludo
Fonte: http://lamenteemeravigliosa.it/prigionieri-della-perfezione/