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Il “Cameron dei cameroni” e il signore pro tempore

Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota di un cittadino castelbuonese che ha preferito non firmarsi ed intervenire, con ironia, in merito alla presentazione del progetto di ristrutturazione dell’ex cine teatro Le Fontanelle.

Ieri , Domenica 16 gennaio 2021, è andato “in scena” lo “spettacolo” più ridicolo dei miei ultimi 68 anni di vita castelbuonese.

Ho assistito alla presentazione di un progetto comodamente seduto nelle poltroncine dell’EX Cine Teatro Le Fontanelle.

Dico EX perchè, proprio al mio fianco, c’era un Signore Pro Tempore (mi ha detto di chiamarsi così: SINDACO di nome, PRO TEMPORE di cognome), il quale, estasiato, mi sussurava all’orecchio che tale posto avrebbe cambiato denominazione perchè, ormai, l’intitolazione a personaggi illustri è un modo politico velato per accaparrare voti in vista delle prossime elezioni.

Al termine della presentazione, alcuni dipendenti smontano le poltroncine di velluto bordeaux imbullonate sulla pavimentazione (con declivio del 400%) e imbastiscono innumerevoli tavolinate (a usi Taverna du ‘zzu Bastianu), come se lavorino nel team della scuderia Ferrari: 2.600 posti in 10 soli minuti.

Magicamente quel luogo si è trasformato (udite udite!) in una sala banchetti.

Il palcoscenico di dimensione 20x20x20x20x20x20x20x20x20x20 (Minchia mi cunfunniu!) viene risucchiato come se ci fossero delle sabbie mobili: un espediente per aggiungere una trentina di coperti in più. 

Mentre gradisco la cena, la maestosa vetrata di fronte il palcoscenico emana innumerevoli raggi di sole tanto da abbagliarmi e scambiare la forchetta con il cucchiaio.

Lamento il disagio al Signore Pro TEMPORE, il quale, schioccando le dita, ordina subito ad un suo sottoposto di chiudere una tenda anti-infiltrazione.

A questo punto, la “curiosità buttana” assale i miei pensieri e domando il perchè della vetrata.

Allora, il signore PRO TEMPORE (divenuto ormai il mio migliore amico) mi spiega che, per una comunità come la nostra, 2.600 posti a sedere rappresentano un numero esiguo e quindi da dietro vetrata, per tutti quelli che si porteranno la sedia da casa, sarà possibile assistere ai vari spettacoli. Altri 300 spettatori/commensali (Mica male!).

Così, il signore PRO TEMPORE si alza e dice in italiano forbito: “volessi fare un brindisi alla facciazza del Comitato che avesse voluto fare in questa struttura un Teatro ma, grazie alla mia perspicacia, finalmente, qui dentro, manciami, viviemi e ni nni futtiemi.”

Io, però, riconosco di essere ignorante in materia e chiedo cosa sia un Teatro.

Mi risponde così: “Un Teatro è quello che io per anni ho fatto e che, qui lo dico e non lo nego, continuerò  a fare; la mia è stata tutta una carriera di Teatro (autri ca De Filippo!)”.

Comincio ad annoiarmi, il mio amico non mi degna più di considerazione perchè impegnato a rispondere ai commenti su Facebook (solo quelli a cui ci cunveni arrispunniri – un vero leone da tastiera!) ed incitare i suoi seguaci su whatsapp a scatenare like in suo favore.

Sbigottito, saluto e vado via.

Esco dalla sala, arrivo nel foyer cercando di raggiungere l’uscita e mi fazzi a cruci ca mani manca (34 km di estensione. Riusciranno i nostri eroi?).

Sembra di attraversare lo Stretto di Messina: prende il traghetto Caronte oppure la faccio a nuoto? 

Scelgo la seconda ipotesi. 

A metà strada noto un ascensore: mizzicaaaaa c’è dunni va! 

Seleziono il livello -1 e parto accompagnato dal motivetto “è meglio Mario Ma-Ma-ri-o…………………..” (che bello mi sembra di essere sull’autovolo!)

Trovo una porta con scritto: QUI CAMERONE (assonanza di CAMMARUNI sarà un caso?).

Apro e trovo l’artista che precedentemente si è esibito in una performance indossando un abito da MONACO.

Tutto ad un tratto si ode una scorreggia (e quindi l’odore – ad occhio e croce mi parsi fasola sicca) proveniente dai bagni pubblici adiacenti.

Basito, risalgo, raggiungo finalmente la porta d’uscita del locale e ammiro estasiato il panorama di Isnello affacciandomi sul belvedere.

Si accende una luce (penso sia un’apparizione); in realtà è uno skyline con su scritto: Benvenuto nel cammarone!

Illuminato da quella fantastica luce, raggiungo la strada (o autostrada vista la larghezza) lato belvedere, prendo lo scecco e torno a casa.

Vi chiederete perchè io abbia raccontato questa storia.

Provo sdegno, amarezza e ribrezzo per come la Cultura (quella con la C maiuscola) venga sminuita in tale modo. 

I toni di imposizione (“o vi piaci o un vi piaci il progetto è questo”) sono davvero fuori luogo.

Tra la miriade di commenti, noto da parte di molti artisti locali un ampio dissenso, ma lui sorride e va avanti (un atto a dir poco egoistico).

Ora mi chiedo, anzi vi chiedo.

Come si può invogliare i giovani a fare Teatro se mancano le infrastrutture o quelle che esistono non sono/saranno altro che luoghi poco consoni a tali eventi?

Tutto questo infrange i sogni di chi per anni, speranzoso e fiducioso, ha ricevuto promesse e garanzie dai tanti signori pro tempore che si sono succeduti a Castelbuono. 

Questi, compreso l’attuale, più di tutti, ha calvacato l’onda sfruttando sempre le Fontanelle per un ritorno di consensi elettorali.

Proprio questo signore, tradendo le aspettative di tutti coloro che a Castelbuono hanno contribuito con umiltà e professionalità alla crescita culturale del paese, cambia le carte in tavola e tira fuori dal cappello magico una proposta che lui stesso, nei vari palcosceni dove si è esibito, ha sempre escluso……………………………………e tutti ci siamo cascati (purtroppo!)

Forse sarebbe meglio che il signore sopra citato apra Google e ricerchi cosa vuol dire la parola Teatro perchè o la disconosce o forse negli anni ne ha dimenticato il vero valore e significato.

È giunto il momento di far sentire la propria voce.

Artisti castelbuonesi e non ribellatevi per questa ennesima mortificazione subita. Ne va del nostro ma soprattutto del Vostro non solo presente, ma anche futuro.

Perchè, non solo da vicino ma anche da lontano, è semplicemente NON grandioso nel suo risultato.

Speravo ieri, vista la prossimità del Carnevale, che il sindaco avesse scritto un copione o fosse solamente una chicca anticipativa del Veglione. 

Svegliandomi stamattina mi accorgo invece che è tutto vero e vi domando: ma cu è chiu babbu cannilivari o cu ci va d’appriessi?

Riflessione di un cittadino castelbuonese.



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