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Lirio Abbate a processo per presunta diffamazione nei confronti dell’ex assessore regionale Armao

[SICILIACRONACA.it] Il giornalista dell’Espresso Lirio Abbate finisce sotto processo in un primo tempo a Velletri ma gli atti adesso vengono trasmessi a Roma per competenza territoriale. Il cronista è accusato di una presunta Diffamazione Nei Confronti dell’ex assessore regionale della Regione siciliana, Gaetano Armao. Quest’ultimo lo aveva querelato quando era in carica per una articolo pubblicato sul settimanale ( “Regione Sicilia-Stipendio senza tetto” a pag. 18 del 12.07.2012) e per alcuni post comparsi su Facebook e Twitter. Abbate che da anni vive sotto scorta ( come si ricorda aveva qualche anno prima che scoppiasse “mafia capitale” descritto i traffici dei Casamonica), è stato in un primo tempo rinviato a giudizio dal Tribunale di Velletri insieme al direttore del periodico, Bruno Manfellotto, il quale risponde di omesso controllo. Lirio Abbate, invece, di diffamazione aggravata. La prima ordinanza era stata disposta dal Gup, Isabella De Angelis. Il processo, pertanto, si sarebbe dovuto svolgere il prossimo 19 giugno. A seguito però dell’opposizione dei legali di Abbate e Manfellotto, il giudice Ilaria Tarantino, dichiarava successivamente l’incompetenza del Tribunale di Velletri accogliendo così la tesi della difesa, stabilendo quindi che la competenza territoriale era, invece, quella del Tribunale di Roma, ordinando così la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica della capitale. Il cavillo sollevato dai legali di Abbate e Manfellotto fa riferimento alla stampa e alla diffusione del Settimanale. Nell’articolo pubblicato da l’Espresso, e oggetto della presunta diffamazione, Abbate scrisse che “ il Governo di Raffaele Lombardo dimentica i taglia alla spesa pubblica. In Sicilia e per traghettare uno dei suoi assessori al vertice della SERIT, che garantisce la riscossione dei tributi, ha cancellato il tetto massimo previsto per gli stipendi fissati a 50 mila euro. Dopo il clamore con cui Lombardo e l’assessore Gaetano Armao avevano annunciato l’introduzione del limite massimo degli stipendi dei manager delle collegate per evitare sprechi, adesso, in tempo di crisi e buchi al bilancio di centinaia di milioni, arriva il dietrofront. Per dirigere la SERIT si fa proprio il nome di Armao.”.



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