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Dallo “smacco” al successo, quando Domenico Dolce negli anni ’70 venne “bocciato” a Castelbuono

Pochi sanno che Domenico Dolce è siciliano. E’ nato a Polizzi Generosa sulle Madonie il 13 agosto 1958 e che prima di diventare quello stilista ed imprenditore della moda di fama internazionale insieme al suo inseparabile Stefano Gabbana ha fatto la sua gavetta proprio nel suo paese d’origine, nella sartoria artigianale del padre. Ma ve lo immaginate oggi Domenico Dolce sarto di provincia? Eppure su di lui c’è un simpatico aneddoto che pochi davvero conoscono. Ad aiutrarci a svelarlo è il prof. Salvino Leone, autore del libro «Castelbuono ‘u paisi».

«E’ vero. Domenico Dolce poteva rimanere forse in Sicilia, nelle Madonie a mettere a punto e sviluppare il suo estro creativo se non fosse accaduto un episodio che poi sicuramente ha favorito la sua emigrazione a Milano. Siamo alla fine degli anni ’70, poco meno che ventenne, Domenico Dolce parte dalla sua Polizzi Generosa e si presenta con il suo bel book di disegni e creazioni presso la Smac di Castelbuono, l’azienda che fin dagli anni ’60 produce abbigliamento e maglieria femminile. Ai dirigenti dell’azienda, Dolce presenta non solo le sue iniziali creazioni di moda ma anche i pantaloni realizzati da suo padre. I dirigenti della Smac si consultarono con i loro rappresentanti che non giudicarono positivamente la proposta né apprezzarono particolarmente la qualità del prodotto allora realizzato dal giovane Dolce insieme al padre. Amareggiato e soprattutto deluso, Domenico se ne tornò prima nella sua Polizzi Generosa e qualche anno dopo decise di fare le valigie ed emigrare al Nord. E fu così che Domenico Dolce iniziò a Milano la sua attività che si sarebbe poi, a partire dai primi anni Ottanta, trasformata nella griffe “Dolce & Gabbana”. Forse la Smac di Castelbuono perse la più grossa delle sue occasioni, ma consentì anche quel successo che oggi la casa di moda “Dolce & Gabbana” ha acquisito in tutto il mondo».

Quindi è vero quando si parla di nemo profeta in patria. Domenico Dolce poteva restare in Sicilia, forse questo non lo avremmo potuto mai prospettare, ma avrebbe sicuramente nel tempo se avesse ottenuto il “pass” dall’azienda castelbuonese, dato lustro non solo alla sua creatività che gli ha poi permesso di diventare tra gli stilisti più quotati al mondo, ma avrebbe elevato anche il tasso culturale e della moda siciliana che da noi è sempre rimasta ai margini per colpa di coloro i quali non credono nelle professionalità locali favorendo l’emigrazione e soprattutto il fenomeno della “fuga dei cervelli”.

Per Domenico Dolce si è trattato, allora, di uno “smacco”… che la Smac ha successivamente pagato a caro prezzo: lo stilista ringrazia, perchè quella “bocciatura” lo ha portato al vero successo.

 


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