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Jovanotti e le piante di tamerici

Io non so se le famose piante di tamerici siano state tagliate per fare posto, a Ravenna, al concerto di Jovanotti. Lui sui suoi social dice di no, alcune associazioni ambientaliste dicono di sì. Mettiamo che siano state tagliate e che quindi la valanga di indignazione collettiva in rete abbia avuto una sua ragione d'essere. Se le cose stanno così, per coerenza tutti gli indignati non dovrebbero utilizzare tovaglioli di carta (foreste tagliate), fazzolettini di carta (foreste tagliate), asciugatutto di carta (foreste tagliate), né utilizzare la macchina (benzina e deforestazione vanno di pari passo); non dovrebbero mangiare certi tipi di carne (allevamenti intensivi e deforestazione vanno di pari passo) e così via. Gli indignati per le piante di tamerici, in altre parole, dovrebbero per coerenza adottare uno stile di vita che prescinda dalla deforestazione del pianeta, il che è impossibile.

Ora, certo, capisco benissimo che esistono delle... contingenze emotive, diciamo così, che ci fanno apparire riprovevole tagliare alcune decine di alberi per permettere l'esecuzione di un concerto, e pure io, se effettivamente questi alberi fossero stati tagliati, ne sarei seccato. Diciamo però che tutta la faccenda in sé mi pare sia una perfetta metafora della famosa parabola evangelica della pagliuzza e della trave. Ma magari sono io che esagero, eh.


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