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Da Troia ai novax

C'è un interessantissimo capitolo del saggio Il tribunale della storia, di Paolo Mieli, in cui si racconta come le varie pestilenze che nell'antichità affliggevano i popoli siano sempre state considerate castighi divini, cosa che più o meno è nota. Il capitolo prende avvio dalla terribile pestilenza che colpì l'esercito degli achei mentre assediava Troia. Perché l'esercito acheo fu colpito da quella pestilenza? La risposta va cercata sull'Olimpo e prende le mosse, secondo quanto racconta Omero, dal rapimento di Criseide, figlia di un sacerdote di Apollo, da parte di Agamennone. Apollo non gradì lo sgarbo e decise di castigare il re dell'Argolide con un'epidemia che decimò i suoi uomini. Agamennone, dopo alcune titubanze, restituì quindi Criseide al legittimo proprietario, se così si può dire, e al suo posto prese Briseide, l'amata di Achille, adducendo la motivazione "meglio l'ira di Achille che quella degli dei".

 
Dalla mitologia greca a quella biblica il passo è breve, e ciò è evidente sia nel Genesi che nell'Esodo, ma anche in tutto il resto della Bibbia, in cui "le pestilenze erano punizioni divine inflitte a chi aveva osato sfidare la volontà di Dio". Quel Dio, ad esempio, che mandò le piaghe contro il suo popolo colpevole di non essersi accontentato della manna. Oppure quell'ira divina contro il "popolo eletto", colpevole di aver profanato i santuari con immagini e pratiche immonde; ira divina che avrebbe provocato lo sterminio di un terzo dell'umanità proprio con il flagello della peste e della carestia, e si potrebbe continuare. C'è da notare che queste piaghe colpivano i popoli nel loro insieme, non i singoli peccatori, e quindi si poneva il problema dei tanti giusti che, poveretti, non c'entravano niente con chi peccava ma che si trovavano loro malgrado in mezzo al furore dell'ira divina. Le narrazioni dell'epoca volevano che i giusti avrebbero potuto scongiurare i flagelli pentendosi (di cosa, se erano giusti?), pentimento che si realizzava nel darsi da fare per convincere i peccatori a modificare il proprio comportamento e ritornare sulla retta via. Le cronache dell'epoca, tuttavia, non contemplano molti casi in cui questa via di fuga abbia funzionato.

Naturalmente anche nell'antichità c'erano persone illuminate che riuscivano ad avere intuizioni sensate. Ippocrate, ad esempio, il precursore dei medici di oggi, che visse alcuni secoli prima di Cristo, scrisse nel suo La malattia sacra, uno scritto riferito all'epidemia ateniese che si scatenò nel 430 a.C., che "nella peste non c'è niente di più divino o sacro di quel che c'è in altre malattie. Essa ha invece struttura naturale e cause razionali". Uno pensa che dai tempi della mitologia greca e biblica a oggi si siano fatti passi in avanti. E in effetti si sono fatti. Poi, certo, qualcuno che è rimasto ai tempi di Agamennone e di Mosè c'è ancora. Carlo Maria Viganò, ad esempio, arcivescovo e attuale nunzio apostolico negli USA, dice che la pandemia che ci sta flagellando è conseguenza sia del peccato originale (quello c'è sempre) che dei peccati di oggi commessi dagli uomini: eutanasia, aborto, divorzio, omosessualità, sodomia e chi più ne ha più ne metta (mi sarei aspettato un anatema anche contro la pedofilia ma qui, inspiegabilmente, ha soprasseduto). Anche nel caso di monsignor Viganò, volendo essere pignoli, si potrebbe sollevare l'obiezione biblica relativa ai tanti bravi cattolici che, pur non essendosi macchiati di alcuna delle perversioni summenzionate, vengono falciati dal covid. Ma, probabilmente, per quelli c'è sempre il peccato originale a cui aggrapparsi.

Monsignore a parte, che uno potrebbe dire: vabbe', poveretto, lasciamolo ai suoi deliri, c'è da notare che una certa parte della galassia novax è composta proprio da cattolici conservatori. Ne parla IlSole24Ore qui. Non sono tanti, intendiamoci; anzi, se si considera che sono una parte minoritaria di una galassia, quella appunto novax, che già di per sé è fortemente minoritaria rispetto ai favorevoli ai vaccini, si può dire che siano quasi trascurabili. Però ci sono. "E dentro questo micro-universo contrario a Pzifer e AstraZeneca è ben piantata una componente di cattolici ultratradizionalisti: solitamente molto attivi nelle campagne in difesa della cosiddetta famiglia tradizionale composta da uomo e donna - sposati in Chiesa e con figli concepiti e nati dentro la sacra unione - e contrari a ogni forma di assistenza sanitaria pubblica legata all'interruzione della gravidanza. Un mondo che in politica si considera vicino a Matteo Salvini e Giorgia Meloni – un tempo anche a Silvio Berlusconi - e idealmente a Donald Trump".

A proposito di Trump, mi viene in mente una conferenza di Telmo Pievani su Darwin nell'incipit della quale il biologo ed evoluzionista dice che l'evoluzione è quella cosa che, in tre miliardi e mezzo di anni, ci ha portati dall'ameba a Donald Trump: sta a noi giudicare se sia stato un progresso oppure no.


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